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Ricorso inammissibile: oltraggio e violenza a P.U.

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per violenza e oltraggio a pubblico ufficiale. I motivi del ricorso, tra cui l’inutilizzabilità di una relazione di servizio e la richiesta di attenuanti, sono stati ritenuti manifestamente infondati, confermando la decisione della Corte d’Appello.

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Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione conferma la condanna per Violenza e Oltraggio a Pubblico Ufficiale

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile, consolidando la condanna emessa dalla Corte d’Appello di Napoli nei confronti di un imputato per i reati di violenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Questa decisione offre importanti spunti di riflessione sui limiti del giudizio di legittimità e sulla corretta formulazione dei motivi di ricorso. Approfondiamo i dettagli del caso e le ragioni che hanno portato i giudici a tale conclusione.

I Fatti e il Contesto Giudiziario

Il procedimento trae origine da una condanna per i reati previsti dagli articoli 336 (Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale) e 341-bis (Oltraggio a un pubblico ufficiale) del codice penale. L’imputato, dopo la sentenza di secondo grado, ha presentato ricorso per Cassazione, affidandosi a diversi motivi per contestare la decisione dei giudici di merito.

I Motivi del Ricorso

La difesa dell’imputato ha articolato il proprio ricorso su quattro punti principali:

1. Inutilizzabilità della relazione di servizio: Si sosteneva che l’annotazione della polizia giudiziaria non fosse pienamente utilizzabile nel processo.
2. Mancata applicazione della particolare tenuità del fatto: Si richiedeva il riconoscimento della causa di non punibilità per la lieve entità del danno o del pericolo.
3. Vizio di motivazione sulle attenuanti generiche: Si lamentava che il diniego delle attenuanti generiche non fosse stato adeguatamente giustificato dalla Corte d’Appello.
4. Omessa valutazione delle pene sostitutive: Si contestava la mancata applicazione della detenzione domiciliare sostitutiva e la motivazione del diniego della sostituzione della pena detentiva con quella pecuniaria.

L’Analisi della Cassazione: un ricorso manifestamente infondato

La Suprema Corte ha esaminato ciascun motivo, giungendo alla conclusione che l’intero ricorso fosse manifestamente infondato e, pertanto, inammissibile. La Corte ha smontato le argomentazioni difensive con precisione, riaffermando principi consolidati in materia processuale e sostanziale.

Le Motivazioni della Cassazione

La decisione della Corte si fonda su un’analisi rigorosa di ogni doglianza. In primo luogo, i giudici hanno stabilito che l’annotazione della polizia giudiziaria era pienamente utilizzabile, in quanto conteneva tutti gli elementi costitutivi dei reati contestati, inclusa la prova cruciale della presenza di più persone durante l’oltraggio, requisito previsto dalla norma.

Per quanto riguarda la particolare tenuità del fatto, la Corte ha ricordato che la legge esclude esplicitamente l’applicabilità di tale istituto per il reato di cui all’art. 336 c.p. (violenza a pubblico ufficiale). La richiesta era quindi, in partenza, priva di fondamento giuridico.

Sul tema delle attenuanti generiche, la Cassazione ha ribadito un principio cardine del proprio ruolo: il giudizio di legittimità non può sostituirsi alla valutazione di merito del giudice. Se la motivazione fornita dalla Corte d’Appello per negare le attenuanti non è manifestamente illogica o contraddittoria, essa è insindacabile in sede di Cassazione. Nel caso di specie, la motivazione è stata ritenuta adeguata.

Infine, riguardo alle pene sostitutive, la Corte ha chiarito due aspetti fondamentali. La detenzione domiciliare sostitutiva non era stata neppure richiesta dall’imputato nei gradi di merito, pertanto la Corte d’Appello non aveva alcun obbligo di pronunciarsi. Per quanto concerne la sostituzione con la pena pecuniaria, la motivazione del diniego è stata considerata immune da censure.

Conclusioni

L’ordinanza in esame è un chiaro monito sull’importanza di presentare ricorsi fondati su motivi specifici e giuridicamente ammissibili. Un ricorso inammissibile non solo viene rigettato senza un esame del merito, ma comporta anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. La decisione sottolinea come il giudizio di Cassazione non sia una terza istanza di merito, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge. Vengono inoltre riaffermati i limiti di applicabilità di istituti come la particolare tenuità del fatto e i criteri per la concessione delle attenuanti e delle pene sostitutive, offrendo un quadro chiaro per la prassi legale.

Quando è utilizzabile una relazione di servizio della polizia giudiziaria?
Secondo la Corte, una relazione di servizio (annotazione di PG) è pienamente utilizzabile quando in essa si dà atto di tutti gli elementi costitutivi dei reati contestati, come in questo caso la descrizione dei fatti e la presenza di più persone durante l’oltraggio.

Perché non è stata concessa la non punibilità per particolare tenuità del fatto?
La Corte ha specificato che il reato di violenza o minaccia a un pubblico ufficiale (art. 336 c.p.) rientra tra quelli per i quali la legge esclude espressamente l’applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Pertanto, la richiesta era infondata in diritto.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità comporta che la Corte non esamina il merito delle questioni sollevate. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro (in questo caso, 3.000 euro) a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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