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Ricorso inammissibile: oltraggio a pubblico ufficiale

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un individuo condannato per oltraggio a pubblico ufficiale. I motivi, basati su una richiesta di rivalutazione dei fatti e sulla mancata concessione di attenuanti generiche, sono stati giudicati non ammissibili in sede di legittimità per la loro natura fattuale e la loro genericità. La sentenza conferma la condanna e impone al ricorrente il pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando le Censure di Fatto Non Bastano

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 21225/2024, ha ribadito un principio fondamentale del processo penale: il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito. La decisione chiarisce i confini entro cui un imputato può contestare una sentenza di condanna, sottolineando come le mere critiche alla ricostruzione dei fatti portino inevitabilmente a una dichiarazione di ricorso inammissibile. Questo caso, relativo a un reato di oltraggio a pubblico ufficiale, offre uno spunto prezioso per comprendere la differenza tra censure di fatto e vizi di legittimità.

I Fatti alla Base del Ricorso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo per il reato previsto dall’art. 341-bis del codice penale, ovvero oltraggio a un pubblico ufficiale. A seguito della conferma della condanna da parte della Corte d’Appello di Palermo, l’imputato ha deciso di presentare ricorso per cassazione, affidandosi a due principali motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso e la Valutazione sul Ricorso Inammissibile

Il ricorrente ha cercato di scardinare la sentenza di condanna su due fronti:
1. Contestazione della responsabilità: Il primo motivo di ricorso mirava a rimettere in discussione la valutazione dei fatti e delle prove operata dai giudici di merito. L’imputato ha proposto una lettura alternativa della vicenda, chiedendo di fatto alla Suprema Corte di sostituire il proprio giudizio a quello dei tribunali precedenti.
2. Mancata concessione delle attenuanti generiche: Il secondo motivo criticava la decisione dei giudici di non applicare le attenuanti generiche, lamentando di conseguenza l’eccessività della pena inflitta.

Entrambi i motivi sono stati respinti dalla Corte di Cassazione, che ha dichiarato il ricorso inammissibile nella sua interezza.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha spiegato in modo chiaro e netto le ragioni della sua decisione. Per quanto riguarda il primo motivo, i giudici hanno evidenziato come le critiche del ricorrente non costituissero vizi di legittimità (cioè errori nell’applicazione della legge o vizi logici della motivazione), ma semplici ‘doglianze in punto di fatto’. La Cassazione non può riesaminare le prove o scegliere tra diverse ricostruzioni fattuali possibili; il suo compito è solo verificare che la motivazione dei giudici di merito sia logica e non contraddittoria, e che la legge sia stata applicata correttamente. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva fornito una spiegazione coerente e conforme alla giurisprudenza consolidata.

Anche il secondo motivo è stato giudicato inammissibile, ma per una ragione diversa: la ‘genericità’. Il ricorrente, nel lamentare la mancata concessione delle attenuanti, non si era confrontato specificamente con le argomentazioni della Corte d’Appello. Un ricorso efficace deve contestare punto per punto le ragioni esposte nella sentenza impugnata, dimostrando perché siano errate. Una critica generica, che non entra nel dettaglio della motivazione del giudice, è destinata a fallire.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame è un monito fondamentale per chiunque intenda impugnare una sentenza penale davanti alla Corte di Cassazione. La decisione sottolinea che un ricorso, per avere successo, deve essere rigorosamente fondato su questioni di diritto. Tentare di ottenere una nuova valutazione del merito della vicenda è una strategia perdente che porta quasi certamente a una dichiarazione di ricorso inammissibile, con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La specificità e la pertinenza dei motivi sono requisiti imprescindibili per superare il vaglio di ammissibilità della Suprema Corte.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché le censure presentate erano mere ‘doglianze in punto di fatto’, cioè tentativi di ottenere una nuova valutazione delle prove, cosa non consentita in Cassazione. Inoltre, il motivo relativo alle attenuanti generiche era privo di specificità, in quanto non contestava puntualmente le ragioni addotte dai giudici di merito.

È possibile contestare la ricostruzione dei fatti davanti alla Corte di Cassazione?
No, non è possibile. La Corte di Cassazione svolge un ‘giudizio di legittimità’, ovvero controlla la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. Non può riesaminare le prove o sostituire la propria valutazione dei fatti a quella dei giudici di merito.

Cosa comporta una dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la sentenza di condanna diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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