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Ricorso inammissibile: offesa a pubblico ufficiale

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino condannato per reati commessi contro agenti della polizia ferroviaria. L’imputato aveva contestato la legittimità dell’intervento degli agenti e richiesto l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato, confermando che l’azione della polizia era legittima e che le valutazioni del giudice di merito sulla gravità del fatto e sulla personalità dell’imputato erano logiche e non sindacabili in sede di legittimità. Il ricorso inammissibile ha reso definitiva la condanna.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile per Offesa a Pubblico Ufficiale: la Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 29894/2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Torino. La decisione consolida importanti principi in materia di reati contro la pubblica amministrazione e sui limiti del sindacato di legittimità. Il caso riguardava un cittadino che, a seguito di un alterco con agenti della polizia ferroviaria, aveva proposto ricorso lamentando l’illegittimità dell’operato degli agenti e la mancata applicazione di cause di non punibilità.

I Fatti alla Base del Processo

La vicenda trae origine da un controllo effettuato da agenti della polizia ferroviaria all’interno di una stazione. Gli agenti notavano un individuo intento a fumare e lo invitavano ad allontanarsi. Da questo invito scaturiva una reazione da parte del soggetto, che portava alla sua condanna nei gradi di merito per reati commessi nei confronti dei pubblici ufficiali. L’imputato, non accettando la decisione, proponeva ricorso per cassazione basato su quattro distinti motivi.

Le Ragioni del Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha esaminato e rigettato ogni singolo motivo, ritenendo il ricorso manifestamente infondato nel suo complesso. Vediamo nel dettaglio le censure mosse dall’imputato e le risposte dei giudici.

1. La Presunta Reazione ad Atto Arbitrario

Il ricorrente invocava l’applicazione dell’art. 393-bis del codice penale, sostenendo di aver reagito a un intervento arrogante e, quindi, a un atto arbitrario degli agenti. La Cassazione ha respinto questa tesi, confermando la valutazione della Corte d’Appello: l’azione della polizia ferroviaria, finalizzata ad allontanare una persona che fumava dalla stazione, era pienamente legittima e funzionale ai propri compiti. Le dichiarazioni testimoniali degli agenti, ritenute compatibili e credibili, avevano già smentito la versione di un intervento prevaricatore.

2. L’Esclusione della Particolare Tenuità del Fatto

Un secondo motivo riguardava la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.). Anche in questo caso, la Corte ha stabilito che la valutazione della Corte d’Appello era logica e ben motivata. I giudici di merito avevano considerato la condotta nel suo complesso, escludendo che potesse essere qualificata come di scarsa gravità. Trattandosi di una valutazione di merito, essa non è sindacabile in sede di legittimità se, come in questo caso, è supportata da una motivazione coerente.

3. La Continuazione e il Concorso Formale di Reati

Il ricorrente contestava anche il riconoscimento della continuazione interna tra i reati. La Cassazione ha chiarito che offendere contemporaneamente più pubblici ufficiali, pur con una condotta unitaria, integra una pluralità di reati in concorso formale. Questa fattispecie è analoga a quella della resistenza a più pubblici ufficiali e comporta un trattamento sanzionatorio specifico. Di conseguenza, il motivo è stato ritenuto manifestamente infondato.

4. Il Diniego della Sostituzione della Pena Detentiva

Infine, l’imputato si doleva del fatto che la Corte d’Appello non avesse sostituito la pena detentiva. La Cassazione ha ritenuto la motivazione della corte territoriale adeguata, poiché basata sui precedenti penali del ricorrente. Tali precedenti avevano indotto i giudici a formulare una prognosi infausta sulla capacità dell’imputato di rispettare eventuali prescrizioni alternative, una valutazione logica e non censurabile in questa sede.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La decisione della Suprema Corte si fonda sul principio cardine della manifesta infondatezza dei motivi di ricorso. I giudici hanno evidenziato come le censure del ricorrente non fossero altro che la riproposizione di argomenti già adeguatamente confutati dalla Corte d’Appello. Il ricorso per cassazione non è una terza istanza di giudizio sui fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge. Quando un ricorso si limita a contestare valutazioni di merito logiche e ben argomentate, senza evidenziare vizi di legittimità, esso si rivela inevitabilmente inammissibile. La Corte ha inoltre ribadito che l’eventuale accoglimento di un motivo di per sé inammissibile non porterebbe ad alcun esito favorevole per il ricorrente, confermando la carenza di interesse all’impugnazione.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame riafferma la solidità dei principi che regolano l’ammissibilità del ricorso in Cassazione. La dichiarazione di inammissibilità comporta non solo la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma alla Cassa delle ammende, rendendo definitiva la sentenza di condanna. Per i cittadini, questa decisione sottolinea che l’azione dei pubblici ufficiali, se svolta nell’ambito delle proprie funzioni, è tutelata dalla legge, e le reazioni sproporzionate possono avere conseguenze penali significative. Per i legali, rappresenta un monito a formulare ricorsi che evidenzino reali vizi di legittimità, evitando di riproporre mere contestazioni fattuali già esaminate nei gradi di merito.

Quando è legittima l’azione di un pubblico ufficiale secondo questa ordinanza?
L’azione è considerata legittima quando è funzionale all’adempimento dei propri doveri, come nel caso degli agenti di polizia ferroviaria che invitano una persona a smettere di fumare e ad allontanarsi dalla stazione.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché tutti i motivi presentati sono stati giudicati manifestamente infondati, in quanto si limitavano a riproporre le stesse censure già adeguatamente e logicamente respinte dalla Corte d’Appello, senza sollevare reali questioni di legittimità.

Cosa succede se si offendono più pubblici ufficiali con una sola azione?
Secondo la Corte, offendere contemporaneamente più pubblici ufficiali, anche con una condotta unitaria, integra una pluralità di reati che concorrono formalmente tra loro, portando a conseguenze penali più gravi rispetto a un singolo reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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