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Ricorso inammissibile: nuovi motivi in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché basato su motivi non presentati nel precedente grado di giudizio. La decisione ribadisce il principio che non si possono sollevare nuove questioni in sede di legittimità, confermando la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e il Divieto di Motivi Nuovi

Con l’ordinanza n. 12091/2024, la Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale della procedura penale: il divieto di introdurre motivi di doglianza per la prima volta in sede di legittimità. Il caso analizzato ha portato a dichiarare il ricorso inammissibile, offrendo importanti spunti sulla strategia difensiva nei vari gradi di giudizio, specialmente in materia di misure di prevenzione.

I Fatti del Caso

Un soggetto, già sottoposto a misura di prevenzione, proponeva ricorso in Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello. Le sue lamentele si concentravano su due punti principali: la mancata applicazione da parte del primo giudice dell’articolo 131-bis del codice penale (causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto) e l’omessa rivalutazione della sua pericolosità sociale alla luce di una misura cautelare degli arresti domiciliari, che aveva sospeso la misura di prevenzione.

Tuttavia, un’analisi degli atti processuali rivelava un vizio insanabile: tali questioni non erano mai state sollevate nei motivi di appello presentati al giudice di secondo grado.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile senza entrare nel merito delle questioni sollevate. La decisione si fonda su un consolidato orientamento giurisprudenziale che preclude la possibilità di dedurre in Cassazione questioni che non siano state preventivamente sottoposte all’esame del giudice d’appello. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché il ricorso è inammissibile?

La Corte ha articolato le sue motivazioni su due pilastri procedurali e sostanziali.

Il Principio della Devoluzione

Il primo e più importante motivo risiede nel cosiddetto ‘effetto devolutivo’ dell’appello. Quando si impugna una sentenza, si trasferisce al giudice superiore solo l’esame delle questioni specifiche indicate nei motivi di gravame. Se un punto della decisione non viene contestato, si intende accettato e non può essere riproposto in un successivo grado di giudizio. Sollevare una questione per la prima volta in Cassazione comporterebbe la richiesta alla Suprema Corte di valutare un punto su cui il giudice d’appello non si è mai pronunciato, generando un inevitabile ‘difetto di motivazione’ non imputabile al giudice ma alla strategia processuale della parte. Nel caso di specie, né la questione della tenuità del fatto né quella della rivalutazione della pericolosità erano state oggetto dei motivi d’appello, rendendo il ricorso inammissibile.

Pericolosità Sociale e Misure Cautelari

La Corte ha inoltre colto l’occasione per chiarire un aspetto sostanziale. Anche se la questione fosse stata ammissibile, l’argomento del ricorrente sarebbe stato probabilmente infondato. Secondo un consolidato orientamento, la sottoposizione a una misura cautelare (come gli arresti domiciliari), anche se incompatibile con l’esecuzione di una misura di prevenzione, non fa venir meno né attenua la presunzione di attualità della pericolosità sociale. Le due misure, infatti, hanno presupposti e finalità differenti: la misura cautelare risponde a esigenze processuali legate a un reato specifico, mentre la misura di prevenzione si fonda su un giudizio complessivo di pericolosità del soggetto.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza serve da monito sull’importanza di una corretta strategia processuale. Le conclusioni che possiamo trarre sono principalmente due:
1. Completezza dell’atto di appello: È cruciale che l’atto di appello contenga tutti i motivi di doglianza, sia procedurali che di merito. Omettere un argomento significa precludersi la possibilità di discuterlo in Cassazione.
2. Distinzione tra Misure Cautelari e di Prevenzione: La decisione ribadisce che i due istituti operano su piani diversi. La presenza di una misura cautelare non può essere usata automaticamente per sostenere la cessazione della pericolosità sociale che giustifica una misura di prevenzione. Gli avvocati devono fornire prove concrete e specifiche per dimostrare un’eventuale attenuazione di tale pericolosità, senza fare affidamento sulla mera coesistenza delle misure.

È possibile introdurre nuovi argomenti legali per la prima volta in un ricorso alla Corte di Cassazione?
No, la Corte ha stabilito che un ricorso è inammissibile se solleva questioni che non sono state precedentemente sottoposte all’esame della Corte d’Appello. Il giudice di secondo grado deve aver avuto l’opportunità di pronunciarsi su ogni specifico punto.

La sottoposizione agli arresti domiciliari attenua automaticamente la pericolosità sociale rilevante per una misura di prevenzione?
No. Secondo la Corte, la concomitanza di una misura cautelare personale (come gli arresti domiciliari) e di una misura di prevenzione non consente di ritenere superata o attenuata la presunzione di attualità della pericolosità sociale. Le due misure hanno presupposti e finalità diverse.

Quali sono le conseguenze se la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, ritenuta congrua (in questo caso, tremila euro), in favore della Cassa delle ammende, poiché si ravvisano profili di colpa nella presentazione del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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