Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione non può Rievalutare i Fatti
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini invalicabili del giudizio di legittimità, ribadendo un principio fondamentale del nostro sistema processuale: la Suprema Corte non è un ‘terzo grado’ di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. Con la dichiarazione di un ricorso inammissibile contro una condanna per furto in abitazione, i giudici hanno sottolineato che le doglianze relative alla ricostruzione della vicenda e alla valutazione delle prove sono di esclusiva competenza dei tribunali di merito.
I Fatti del Caso
Il caso trae origine da una condanna per il reato di furto in abitazione, confermata sia in primo grado che in appello. La difesa dell’imputato, non rassegnandosi alla decisione della Corte d’Appello, ha proposto ricorso per Cassazione. Le principali argomentazioni difensive si concentravano su due punti: un presunto vizio di motivazione e un’erronea applicazione della legge penale. In sostanza, si chiedeva alla Suprema Corte di ‘derubricare’ il reato, cioè di riclassificarlo nella fattispecie meno grave di furto semplice, come previsto dall’articolo 624 del codice penale.
La Decisione della Corte e il Ricorso Inammissibile
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione non entra nel vivo della colpevolezza o meno dell’imputato, ma si ferma a un livello precedente, quello dell’ammissibilità stessa dell’impugnazione. La Corte ha stabilito che le argomentazioni presentate, sebbene formalmente mascherate da critiche sulla legittimità della sentenza, in realtà celavano un tentativo di ottenere un nuovo giudizio sui fatti. L’imputato è stato quindi condannato al pagamento delle spese processuali e a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.
Le Motivazioni della Decisione
Il cuore della decisione risiede nella netta distinzione tra il giudizio di merito e il giudizio di legittimità. I giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) hanno il compito di ricostruire i fatti, ascoltare i testimoni, analizzare le prove e decidere sulla base di questo materiale. La Corte di Cassazione, invece, ha una funzione diversa: il suo ruolo è quello di ‘guardiano della legge’. Non può sostituire la propria valutazione delle prove a quella dei giudici di merito.
Nel caso specifico, la Cassazione ha osservato che la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione ‘congrua e adeguata’, corretta dal punto di vista giuridico e priva di vizi logici evidenti. La motivazione era basata su criteri di inferenza solidi, fondati su ‘condivisibili massime di esperienza’ e coerenti con quanto già stabilito dal Tribunale. Di conseguenza, le critiche della difesa non denunciavano un reale errore di diritto, ma esprimevano semplicemente un dissenso rispetto alla ricostruzione dei fatti operata dai giudici precedenti. Questo tipo di critica, come ribadito dalla Corte, esula completamente dalle competenze della Cassazione, rendendo il ricorso inammissibile.
Conclusioni e Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza è un importante monito per chi intende impugnare una sentenza penale davanti alla Corte di Cassazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con la conclusione a cui sono giunti i giudici di primo e secondo grado. Per avere una possibilità di successo, il ricorso deve identificare specifici errori nell’applicazione delle norme giuridiche o palesi illogicità nel ragionamento della sentenza impugnata. Tentare di usare il ricorso in Cassazione come un’ulteriore opportunità per rimettere in discussione le prove o proporre una diversa interpretazione dei fatti è una strategia destinata al fallimento, che comporta non solo la conferma della condanna, ma anche ulteriori spese legali e sanzioni pecuniarie.
Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché, pur lamentando formalmente vizi di legittimità, in realtà mirava a ottenere una nuova valutazione dei fatti e del materiale probatorio, un’attività che è di esclusiva competenza dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) e non della Corte di Cassazione.
Qual è la differenza fondamentale tra il ruolo della Corte d’Appello e quello della Corte di Cassazione secondo questa ordinanza?
La Corte d’Appello è un giudice di merito, il cui compito è ricostruire e valutare i fatti. La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, che si limita a verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata, senza poter riesaminare i fatti.
Quali sono state le conseguenze per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, oltre alla conferma definitiva della condanna inflitta nei gradi di merito.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 38732 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 38732 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 03/10/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a CODIGORO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 08/03/2024 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Motivi della decisione
Visti gli atti e la sentenza impugnata;
esamiNOME il ricorso proposto a mezzo del difensore da COGNOME NOME, ritenuto responsabile nelle conformi sentenze di merito del reato di furto in abitazione.
Rilevato che la difesa adduce vizio di motivazione ed erronea applicazione della legge penale quanto alla mancata derubricazione del fatto nell’ipotesi di cui all’art. 624 cod. pen.
Vista la nota difensiva con cui si richiede l’assegnazione ad altra sezione del ricorso con trattazione in pubblica udienza.
Considerato che le deduzioni sviluppate dalla difesa nel ricorso, dietro l’apparente prospettazione del vizio di legittimità, concernendo in realtà la ricostruzione e la valutazione del fatto, nonché l’apprezzamento del materiale probatorio, investono profili del giudizio rimessi alla esclusiva competenza della Corte di appello, che ha fornito, unitamente al primo giudice, una congrua e adeguata motivazione circa la ricorrenza della fattispecie in esame del furto in abitazione, motivazione corretta in diritto ed esente da vizi logici, perché basata su criteri di inferenza, espressi in un ragionamento fondato su condivisibili massime di esperienza e convergente con quello del Tribunale.
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 3 ottobre 2024
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