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Ricorso inammissibile: no Cassazione per ordini provvisori

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro l’ordinanza provvisoria di un Magistrato di Sorveglianza. Il provvedimento, che negava la detenzione domiciliare provvisoria, ha natura interinale e non è impugnabile direttamente in Cassazione, ma solo dopo la decisione definitiva del Tribunale di Sorveglianza.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione chiarisce i limiti all’impugnazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale della procedura penale, dichiarando un ricorso inammissibile presentato contro un’ordinanza provvisoria del Magistrato di Sorveglianza. Questa decisione sottolinea la distinzione cruciale tra provvedimenti interinali e decisioni definitive, delineando chiaramente il percorso che un condannato deve seguire per contestare una decisione in materia di esecuzione della pena.

I fatti del caso

Un condannato aveva presentato un’istanza al Magistrato di Sorveglianza di Milano per ottenere l’applicazione provvisoria del differimento della pena, anche nella forma della detenzione domiciliare. Il Magistrato, con un’ordinanza del 25 giugno 2024, rigettava la richiesta e disponeva la trasmissione degli atti al Tribunale di Sorveglianza per il prosieguo della procedura.

Insoddisfatta della decisione, la difesa del condannato proponeva ricorso per cassazione, lamentando sia la violazione di legge (in riferimento agli articoli 147 del codice penale e 47-ter dell’ordinamento penitenziario), sia un vizio di motivazione dell’ordinanza impugnata.

La decisione della Cassazione: un ricorso inammissibile

La Suprema Corte, con la sentenza n. 46636 del 2024, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un consolidato orientamento giurisprudenziale secondo cui i provvedimenti emessi dal Magistrato di Sorveglianza in sede di applicazione provvisoria di misure alternative hanno una natura puramente interinale, cioè temporanea.

Questo significa che non sono decisioni definitive sul merito della questione, ma atti preparatori in attesa della valutazione finale da parte dell’organo collegiale competente, ovvero il Tribunale di Sorveglianza.

Le motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha spiegato che, proprio a causa della loro natura interinale, queste ordinanze non possono essere impugnate direttamente con ricorso per cassazione. Il sistema processuale prevede che l’unico provvedimento suscettibile di impugnazione sia quello definitivo emesso dal Tribunale di Sorveglianza, che decide se concedere o negare la misura alternativa richiesta.

Per rafforzare il suo ragionamento, la Cassazione ha richiamato un precedente specifico (Sez. 1, n. 23261 del 02/04/2001), evidenziando un’analogia con quanto previsto dall’art. 684, comma 2, del codice di procedura penale in materia di differimento dell’esecuzione della pena. Anche in quel caso, solo la decisione finale del Tribunale è ricorribile.

Proporre un ricorso contro un atto non impugnabile costituisce un errore procedurale che porta inevitabilmente a una dichiarazione di inammissibilità.

Conclusioni e implicazioni pratiche

La sentenza ha importanti conseguenze pratiche. Chi intende contestare il diniego di una misura alternativa provvisoria non deve affrettarsi a ricorrere in Cassazione, ma deve attendere la decisione definitiva del Tribunale di Sorveglianza. Solo avverso quest’ultima sarà possibile, se ne ricorrono i presupposti, presentare un ricorso.

Inoltre, la declaratoria di inammissibilità ha comportato per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questo conferma la regola secondo cui l’impugnazione di un provvedimento in assenza dei requisiti di legge non è priva di costi, riflettendo una colpa nella proposizione del ricorso stesso, come chiarito anche dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 186 del 2000.

È possibile fare ricorso in Cassazione contro un’ordinanza provvisoria del Magistrato di Sorveglianza?
No, la sentenza chiarisce che tali provvedimenti, avendo natura interinale e non definitiva, non sono direttamente impugnabili dinanzi alla Corte di Cassazione.

Qual è l’unico provvedimento impugnabile in materia di misure alternative provvisorie?
L’impugnazione è proponibile soltanto avverso il provvedimento definitivo emesso dal Tribunale di Sorveglianza, l’organo collegiale che decide nel merito se concedere o negare la misura richiesta.

Cosa comporta la presentazione di un ricorso inammissibile in Cassazione?
Come stabilito nella sentenza, la parte che propone un ricorso dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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