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Ricorso inammissibile: no attenuanti per grande danno

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un imprenditore condannato per la distrazione di oltre 167.000 euro. La Corte ha ritenuto che l’ingente danno causato ai creditori giustificasse pienamente la mancata concessione delle circostanze attenuanti, confermando la decisione della Corte d’Appello.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Conferma la Condanna per Distrazione di Fondi

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Corte di Cassazione valuti la fondatezza dei ricorsi, specialmente quando si discute della concessione di circostanze attenuanti in reati di natura patrimoniale. Un caso di ricorso inammissibile può scaturire non solo da vizi formali, ma anche dalla manifesta infondatezza dei motivi proposti, come avvenuto nella vicenda analizzata.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria ha origine da una sentenza della Corte d’Appello di Torino, che aveva confermato la condanna di un soggetto per aver distratto somme considerevoli, per un totale di oltre 167.000 euro. Durante il processo, era emerso un tentativo da parte dell’imputato e della sua compagna di attribuirsi reciprocamente la responsabilità dei fatti al fine di evitare la condanna.

Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando principalmente un vizio di motivazione: a suo dire, la Corte d’Appello avrebbe erroneamente omesso di concedergli la circostanza attenuante prevista dall’ultimo comma dell’articolo 219 della Legge Fallimentare.

L’Analisi della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha esaminato i motivi del ricorso, ritenendoli manifestamente infondati e, di conseguenza, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Gli Ermellini hanno sottolineato la congruità e la logicità della decisione impugnata. La Corte d’Appello aveva infatti evidenziato come l’imputato e la compagna avessero tentato di scaricare le colpe l’uno sull’altra, dimostrando un atteggiamento poco collaborativo e volto a eludere le proprie responsabilità.

Ricorso Inammissibile e la Mancata Concessione delle Attenuanti

Il punto centrale della decisione della Cassazione riguarda la valutazione della richiesta di attenuanti. La Corte ha ritenuto che la decisione della Corte territoriale fosse stata ampiamente e logicamente argomentata. La scelta di non applicare l’attenuante non era stata arbitraria, ma fondata su un elemento oggettivo di notevole peso: l’ingente ammontare delle somme distratte.

La distrazione di oltre 167.000 euro ha provocato un danno significativo alla massa dei creditori, un fattore che, secondo la Corte, giustificava pienamente il diniego del beneficio richiesto. La gravità del pregiudizio economico è stata considerata un elemento preponderante rispetto a qualsiasi altra valutazione.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha motivato la propria decisione di inammissibilità basandosi sulla coerenza e logicità del provvedimento impugnato. La decisione della Corte d’Appello è stata ritenuta immune da vizi, in quanto aveva correttamente ponderato tutti gli elementi a disposizione. In particolare, la valutazione negativa sull’applicazione delle attenuanti era stata giustificata in modo esauriente con riferimento diretto all’entità del danno patrimoniale causato. La Cassazione, pertanto, ha concluso che il ricorso non presentava argomenti validi per mettere in discussione il ragionamento dei giudici di merito.

Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la concessione delle circostanze attenuanti non è un atto dovuto, ma una valutazione discrezionale del giudice di merito, che deve essere adeguatamente motivata. In presenza di un danno patrimoniale di particolare gravità, come in questo caso, è legittimo negare tale beneficio. La dichiarazione di inammissibilità del ricorso ha comportato per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, ponendo fine al suo tentativo di ottenere uno sconto di pena.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la Corte di Cassazione ha ritenuto i motivi presentati manifestamente infondati e la decisione della Corte d’Appello logicamente e congruamente motivata.

Qual era l’argomento principale del ricorrente?
Il ricorrente lamentava principalmente la mancata concessione della circostanza attenuante prevista dall’ultimo comma dell’art. 219 della Legge Fallimentare, sostenendo che la Corte d’Appello avesse errato nella sua valutazione.

Perché la Corte non ha concesso la circostanza attenuante?
La Corte ha negato la circostanza attenuante a causa dell’ingente ammontare delle somme distratte (oltre 167.000 euro) e del conseguente, significativo danno subito dalla massa dei creditori, ritenendo tali elementi sufficienti a giustificare il diniego.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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