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Ricorso inammissibile: no attenuanti per frode

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per frode ai danni dello Stato (art. 640 bis c.p.). I motivi sono stati giudicati una mera ripetizione di quanto già discusso in appello. La Corte ha confermato la correttezza della qualificazione giuridica del reato e il diniego delle attenuanti generiche, motivato dalla gravità della condotta, ribadendo che la valutazione del merito non è sindacabile in sede di legittimità se la motivazione è logica.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Conferma la Condanna per Frode

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre importanti spunti di riflessione sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi e sui limiti del sindacato di legittimità, specialmente in relazione alla valutazione delle circostanze attenuanti. Il caso riguarda un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza di condanna per frode, che la Suprema Corte ha respinto, confermando le decisioni dei giudici di merito.

I Fatti del Caso

Un soggetto condannato dalla Corte d’Appello di Napoli per un reato riqualificato ai sensi dell’art. 640 bis c.p. (frode aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche), ha proposto ricorso per Cassazione affidandosi a quattro distinti motivi. Tra le varie doglianze, il ricorrente lamentava l’illegittimità costituzionale di una norma abrogatrice che manteneva l’applicazione di sanzioni penali, una errata valutazione degli elementi del reato e, infine, la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche.

La Decisione della Corte di Cassazione: un Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile nella sua interezza. I giudici hanno ritenuto che i primi tre motivi fossero una mera ‘pedissequa reiterazione’ delle argomentazioni già presentate e respinte in appello. Questa mancanza di specificità e di una critica argomentata alla sentenza impugnata ha reso i motivi non idonei a superare il vaglio di ammissibilità. Anche il quarto motivo, relativo alle attenuanti, è stato giudicato manifestamente infondato.

Le Motivazioni della Sentenza

La decisione si fonda su principi consolidati della procedura penale e del diritto sostanziale. Analizziamo i punti chiave della motivazione.

La Genericità dei Motivi e la Mancanza di Specificità

La Corte ha sottolineato che un ricorso per Cassazione non può limitarsi a riproporre le stesse questioni già decise in appello. Deve, invece, contenere una critica specifica e puntuale alla motivazione della sentenza impugnata, evidenziandone eventuali vizi logici o giuridici. Nel caso di specie, i motivi erano solo apparenti, poiché non assolvevano a questa funzione critica, rendendo il ricorso inammissibile.

La Questione della Lex Mitior

Il ricorrente contestava la legittimità costituzionale della norma che, pur abrogando il delitto di cui all’art. 7 del D.L. n. 4/2019, ne faceva salve le sanzioni penali per i fatti commessi prima dell’abrogazione. La Cassazione ha respinto la doglianza, richiamando un proprio precedente (Sez. 3, n. 7541/2024), e ha affermato che tale deroga al principio della lex mitior (applicazione della legge più favorevole al reo) è sorretta da una ‘plausibile giustificazione’ e non presenta profili di irragionevolezza.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Il punto più interessante riguarda il diniego delle attenuanti generiche. La Corte ha ribadito che la valutazione sulla concessione o meno di tali circostanze è un giudizio di merito, insindacabile in sede di legittimità se la motivazione è esente da vizi logici evidenti. I giudici di merito avevano negato le attenuanti facendo riferimento a criteri concreti come ‘le modalità della condotta’ e ‘la gravità della violazione’. Secondo la Cassazione, non è necessario che il giudice analizzi ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole; è sufficiente che indichi quelli ritenuti decisivi per la sua scelta.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti. Per ottenere un esame nel merito, è necessario presentare motivi specifici che attacchino la logica e la correttezza giuridica della sentenza impugnata, non limitandosi a ripetere le difese precedenti. La decisione conferma inoltre l’ampia discrezionalità del giudice di merito nel valutare le circostanze attenuanti generiche, purché la sua decisione sia supportata da una motivazione coerente e non palesemente illogica. Infine, viene consolidato l’orientamento secondo cui il legislatore può, in determinate circostanze, derogare al principio della lex mitior senza violare i principi costituzionali.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile se i motivi sono generici e si limitano a ripetere argomentazioni già respinte nei precedenti gradi di giudizio, senza una critica specifica alla sentenza impugnata. Inoltre, è inammissibile se contesta valutazioni di merito, come la concessione delle attenuanti, quando la motivazione del giudice è logica e coerente.

La cancellazione di un reato significa che i fatti commessi prima non sono più punibili?
Non necessariamente. Come stabilito in questo caso, la legge che abroga un reato può prevedere un’eccezione, mantenendo l’applicazione delle sanzioni per i fatti commessi prima dell’abrogazione. Questa deroga al principio della legge più favorevole (lex mitior) è stata ritenuta legittima dalla Corte.

Per quale motivo non sono state concesse le attenuanti generiche?
Le attenuanti generiche non sono state concesse perché i giudici hanno basato la loro decisione su elementi concreti, come le ‘modalità della condotta’ e la ‘gravità della violazione’. La Corte di Cassazione ha confermato che questa motivazione è sufficiente e logica, non essendo richiesto al giudice di merito di analizzare ogni singolo elemento a favore o sfavore dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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