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Ricorso inammissibile: no attenuante per il furto

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto tentato. La difesa contestava la mancata applicazione di una circostanza attenuante, ma la Corte ha ritenuto il motivo manifestamente infondato, confermando la decisione della Corte d’Appello e condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Questo caso sottolinea come un ricorso inammissibile non venga esaminato nel merito.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione chiarisce i limiti

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato ricorso inammissibile, l’esame nel merito della questione viene precluso. Una recente ordinanza della Suprema Corte offre un chiaro esempio di questa dinamica, rigettando l’appello di un imputato condannato per furto tentato che chiedeva il riconoscimento di una circostanza attenuante. Analizziamo i dettagli della vicenda e le motivazioni giuridiche alla base della decisione.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una condanna per furto. In sede di appello, la Corte territoriale di Palermo aveva parzialmente riformato la sentenza di primo grado, riqualificando il reato da furto consumato a furto tentato. Questa modifica aveva comportato una rideterminazione della pena, ma la condanna nel suo complesso era stata confermata. Non soddisfatto della decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, affidandosi a un unico motivo di doglianza.

Il Motivo del Ricorso e l’Attenuante Negata

L’unico motivo di ricorso si concentrava sulla contestazione della mancata applicazione della circostanza attenuante prevista dall’articolo 625 bis del codice penale. Questa norma prevede una riduzione della pena in determinate condizioni, spesso legate a un contributo attivo e concreto dell’imputato. La difesa sosteneva che tale attenuante dovesse essere concessa, ma i giudici di merito avevano già escluso questa possibilità.

La Decisione della Cassazione: un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato il motivo e lo ha rapidamente liquidato, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione comporta non solo l’impossibilità di riesaminare la questione dell’attenuante, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende. La sentenza di appello è così diventata definitiva.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha ritenuto il ricorso “manifestamente infondato”. I giudici hanno sottolineato che la sentenza impugnata aveva già fornito una motivazione logica e priva di vizi evidenti per escludere l’attenuante. In particolare, la Corte d’Appello aveva specificato che mancava un “contributo utile e concreto” da parte dell’imputato, requisito essenziale richiesto dalla norma per poter beneficiare della riduzione di pena. Poiché la motivazione del giudice di merito era coerente e giuridicamente corretta, la Cassazione ha concluso che non vi erano i presupposti per accogliere il ricorso, rendendolo di fatto inammissibile.

Conclusioni

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale del processo penale: il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti, ma un controllo di legittimità sulle decisioni dei giudici di merito. Se un motivo di ricorso si basa su una contestazione la cui infondatezza è palese, come in questo caso, la conseguenza è la declaratoria di inammissibilità. Ciò comporta costi aggiuntivi per il ricorrente e conferma la validità della sentenza impugnata, mettendo la parola fine alla vicenda processuale.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto “manifestamente infondato”. La Corte ha stabilito che la motivazione della sentenza d’appello, che negava un’attenuante per mancanza di un contributo utile e concreto da parte dell’imputato, era esente da evidenti illogicità e quindi non sindacabile in sede di legittimità.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende. Inoltre, la sentenza impugnata diventa definitiva.

Cosa aveva stabilito la Corte d’Appello in merito al reato?
La Corte d’Appello aveva parzialmente riformato la sentenza di primo grado, riqualificando il reato da furto consumato a furto tentato (ai sensi dell’art. 56 c.p.), rideterminando di conseguenza la pena ma confermando nel resto la condanna.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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