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Ricorso inammissibile: no alla sanatoria edilizia

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un cittadino condannato per abusi edilizi, consistenti nella realizzazione di una sopraelevazione senza permesso. La Corte ha stabilito che i motivi del ricorso non rientravano tra quelli consentiti dalla legge, in quanto miravano a una nuova valutazione dei fatti già giudicati in appello. La decisione conferma la condanna e l’impossibilità di ottenere una sanatoria per l’opera abusiva.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione per Abusi Edilizi: Un Caso Esemplare

L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso in Cassazione in materia di reati edilizi, confermando come un ricorso inammissibile non possa trasformare il giudizio di legittimità in un terzo grado di merito. Il caso riguarda un proprietario immobiliare condannato per aver realizzato una sopraelevazione abusiva, un intervento qualificato come ‘nuova costruzione’ che richiede un permesso specifico.

I Fatti di Causa

Il ricorrente era stato condannato nei primi due gradi di giudizio per aver commesso una serie di violazioni del Testo Unico dell’Edilizia (d.P.R. 380/2001) e di una legge regionale siciliana. In particolare, in qualità di proprietario e committente, aveva realizzato un piano aggiuntivo (sopraelevazione) su un immobile di sua proprietà, utilizzando cemento armato, il tutto senza il necessario permesso di costruire. L’intervento, data la sua natura, configurava un abuso edilizio grave. Nonostante una richiesta di permesso in sanatoria fosse stata presentata, il Comune non aveva dato alcun seguito per circa cinque anni, anche perché, secondo la Corte d’Appello, mancavano i presupposti legali per la sua concessione.

I Motivi del Ricorso e la Decisione della Cassazione

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su quattro motivi principali:

1. Mancanza di motivazione sulla richiesta di assoluzione.
2. Errata applicazione della legge in merito alla prescrizione del reato.
3. Mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).
4. Mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche.

La Corte di Cassazione ha rigettato in toto le doglianze, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine del nostro ordinamento processuale: il giudizio di Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha spiegato che i motivi addotti dal ricorrente non rientravano nel numerus clausus delle censure ammissibili in sede di legittimità. Invece di denunciare vizi di legge o difetti logici manifesti nella motivazione della sentenza d’appello, il ricorso mirava a ottenere una nuova e diversa valutazione delle prove e una ricostruzione dei fatti. Tale attività, tuttavia, è di esclusiva competenza dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).

I giudici di legittimità hanno osservato come la Corte d’Appello avesse fornito una motivazione ‘congrua, esauriente ed idonea’, analizzando compiutamente tutte le argomentazioni difensive. La sentenza impugnata aveva correttamente qualificato l’intervento come una nuova costruzione, che aveva comportato un aumento di volumetria e l’uso di cemento armato, integrando così pienamente i reati contestati. La ricostruzione dei fatti operata dai giudici di secondo grado è stata ritenuta precisa, circostanziata e priva di contraddizioni o illogicità evidenti, e pertanto non sindacabile in Cassazione.

Anche riguardo al diniego delle attenuanti generiche, la Corte ha sottolineato che i giudici di merito avevano legittimamente fatto riferimento all’assenza di elementi positivi valorizzabili a favore dell’imputato.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un concetto fondamentale: il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. Per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile, è necessario che le censure si concentrino su specifiche violazioni di legge o su vizi motivazionali palesi e decisivi. Nel caso di specie, la richiesta di una rivalutazione probatoria ha portato inevitabilmente all’inammissibilità, con la conseguenza per il ricorrente non solo della conferma della condanna, ma anche del pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
La Corte di Cassazione lo ha dichiarato inammissibile perché i motivi presentati non erano vizi di legge, ma tentativi di ottenere una nuova valutazione delle prove e dei fatti, attività che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado e non alla Corte di Cassazione, che è un giudice di legittimità.

È possibile sanare una sopraelevazione che costituisce una nuova costruzione?
Dal testo si evince che la Corte d’Appello ha ritenuto che mancassero i presupposti di legge per ottenere il permesso di costruire in sanatoria, in quanto l’illecito consisteva in una sopraelevazione qualificabile come intervento di nuova costruzione, per il quale è richiesto il rilascio di un preventivo permesso.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Comporta la conferma definitiva della sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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