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Ricorso inammissibile: no alla rivalutazione dei fatti

La Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un uomo condannato per omicidio. L’imputato contestava la mancata applicazione dell’attenuante della provocazione, ma la Corte ha stabilito che la richiesta equivaleva a una rivalutazione dei fatti, non consentita nel giudizio di legittimità. La condanna e il pagamento di una sanzione sono stati confermati.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Non Può Riesaminare i Fatti

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di un principio fondamentale del nostro sistema processuale: i limiti del giudizio di legittimità. Un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta quando si tenta di trasformare la Corte Suprema in un terzo grado di giudizio di merito. Analizziamo come la Corte ha applicato questo principio a un caso di omicidio, rigettando le richieste dell’imputato.

Il Caso in Analisi: dall’Omicidio al Ricorso in Cassazione

I fatti processuali partono da una condanna per omicidio a dodici anni e otto mesi di reclusione, confermata dalla Corte di Assise di Appello. L’imputato, non rassegnato alla decisione, ha presentato ricorso per Cassazione tramite il proprio difensore, articolando due principali motivi di doglianza.

L’obiettivo del ricorrente era ottenere una revisione della sentenza, sostenendo che i giudici di merito non avessero valutato correttamente alcuni aspetti cruciali della vicenda, in particolare la sua condizione psicologica al momento del fatto e la determinazione della pena.

I Motivi del Ricorso e la Richiesta di Rivalutazione

I due motivi presentati dall’imputato possono essere così sintetizzati:

1. Mancato Riconoscimento della Provocazione: Il ricorrente lamentava la violazione dell’art. 62 n. 2 del codice penale. Sosteneva di essere stato vittima di vessazioni economiche da parte della famiglia della vittima e che il suo stato d’animo, al momento del delitto, fosse stato alterato da questa situazione. In sostanza, chiedeva alla Cassazione di riconoscere l’attenuante della provocazione, che la Corte di Appello aveva invece escluso per mancanza di prove.

2. Errata Determinazione della Pena: Con il secondo motivo, si contestava la violazione dell’art. 132 del codice penale. L’imputato riteneva che la pena base fosse stata fissata a un livello leggermente superiore al minimo edittale sulla base di motivazioni illogiche, in particolare riguardo all’intensità del dolo.

Entrambe le censure, sebbene formalmente presentate come violazioni di legge, celavano una richiesta di rivalutazione del materiale probatorio e delle conclusioni dei giudici di merito.

La Decisione della Cassazione: Perché il Ricorso è Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile in ogni sua parte. La decisione si fonda sulla netta distinzione tra il giudizio di merito, che accerta i fatti, e il giudizio di legittimità, che controlla la corretta applicazione della legge.

I giudici supremi hanno ribadito che non è loro compito riesaminare le prove o sostituire la propria valutazione a quella, logicamente argomentata, dei giudici dei gradi precedenti. L’appello dell’imputato era, in effetti, un tentativo di ottenere un nuovo processo sui fatti, operazione non consentita in sede di legittimità.

Le Motivazioni

Per quanto riguarda il primo motivo, la Corte ha sottolineato che la richiesta di considerare l’attenuante della provocazione implicava una riconsiderazione degli elementi di fatto. La Corte di Assise di Appello aveva già fornito una motivazione congrua e logica per escludere sia la provocazione sia il fatto ingiusto altrui. Sollecitare una diversa interpretazione delle prove è un’attività preclusa alla Cassazione.

Anche il secondo motivo è stato giudicato inammissibile. La Corte ha ritenuto che le ragioni fornite dai giudici di merito per la dosimetria della pena fossero corrette e pienamente rispettose dei parametri dell’art. 133 del codice penale, inclusa la valutazione sull’intensità del dolo e della colpa. Pertanto, non sussisteva alcuna illogicità o violazione di legge da censurare.

Le Conclusioni

L’ordinanza conferma un principio cardine: il ricorso in Cassazione deve basarsi su vizi di legittimità (errori nell’applicazione della legge o vizi logici manifesti nella motivazione) e non su un semplice disaccordo con la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito. Un ricorso che, di fatto, chiede una nuova valutazione delle prove è destinato a essere dichiarato inammissibile. La conseguenza per il ricorrente non è solo la conferma della condanna, ma anche il pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della cassa delle ammende, a causa dell’evidente infondatezza dell’impugnazione.

Perché il ricorso basato sulla mancata concessione dell’attenuante della provocazione è stato respinto?
È stato respinto perché la richiesta dell’imputato non verteva su un errore di diritto, ma mirava a ottenere una rivalutazione delle prove e dei fatti. Questa operazione è di competenza esclusiva dei giudici di merito e non è ammessa nel giudizio di legittimità della Corte di Cassazione.

Cosa significa che la Cassazione svolge un “giudizio di legittimità”?
Significa che la Corte di Cassazione non riesamina il caso per decidere come si sono svolti i fatti. Il suo compito è verificare che i tribunali dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le norme di legge e che le loro sentenze siano basate su un ragionamento logico e non contraddittorio.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro (in questo caso, 3.000 euro) a favore della cassa delle ammende, come sanzione per aver promosso un’impugnazione priva di validi presupposti giuridici.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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