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Ricorso inammissibile: No alla rilettura dei fatti

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per lesioni aggravate. I motivi, incentrati su un presunto vizio di motivazione, sono stati respinti perché miravano a una rilettura dei fatti, compito non spettante alla Corte di legittimità.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Ribadisce i Suoi Limiti

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile venga trattato dalla Corte di Cassazione. Il caso riguarda un imputato condannato per lesioni aggravate che, nel tentativo di ribaltare la decisione, ha presentato motivi di ricorso che esulavano dalle competenze della Suprema Corte. Analizziamo insieme perché l’impugnazione è stata respinta e quali principi fondamentali del nostro sistema processuale sono stati riaffermati.

I Fatti di Causa

Un soggetto, condannato in primo grado dal Tribunale di Castrovillari per il delitto di lesioni aggravate, vedeva confermata la sua condanna dalla Corte di Appello di Catanzaro. Non rassegnato alla decisione, decideva di presentare ricorso per cassazione, affidandosi al suo difensore di fiducia per contestare la sentenza di secondo grado.

I Motivi del Ricorso: Un Tentativo di Rilettura dei Fatti

Il ricorrente basava la sua difesa su due principali motivi:

1. Vizio di motivazione sulla responsabilità penale: Si contestava la logicità della motivazione con cui i giudici di merito avevano affermato la sua colpevolezza. Secondo la difesa, la ricostruzione dei fatti era errata.
2. Vizio di motivazione e violazione di legge sulle aggravanti: Si lamentava un errore nella valutazione della sussistenza delle circostanze aggravanti contestate.

Entrambi i motivi, tuttavia, miravano a un unico obiettivo: ottenere dalla Corte di Cassazione una nuova e diversa valutazione delle prove e dei fatti già esaminati nei precedenti gradi di giudizio.

La Decisione della Cassazione e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 10048/2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine del processo penale: la netta distinzione tra il giudizio di merito e il giudizio di legittimità.

Il Primo Motivo: Il Divieto di Rivalutazione del Merito

La Corte ha definito il primo motivo ‘manifestamente infondato’. Ha sottolineato che la Cassazione non è un ‘terzo grado’ di giudizio dove si possono rianalizzare le prove. Il suo compito è verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza impugnata sia logica e non contraddittoria. Qualsiasi tentativo di proporre una ‘rilettura’ degli elementi di fatto, come fatto dal ricorrente, è destinato a scontrarsi con l’inammissibilità. La valutazione delle prove è riservata in via esclusiva al giudice di merito.

Il Secondo Motivo: Genericità delle Censure

Anche il secondo motivo, relativo alle circostanze aggravanti, è stato giudicato manifestamente infondato. La Corte ha rilevato che le critiche del ricorrente non si confrontavano specificamente con le argomentazioni della sentenza d’appello, risultando generiche e non idonee a evidenziare un vizio logico o giuridico.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Corte si basano sulla riaffermazione del proprio ruolo. La Suprema Corte non può sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito, i quali hanno il compito di ascoltare i testimoni, analizzare i documenti e ricostruire la dinamica degli eventi. Il controllo della Cassazione si limita alla coerenza logica e alla correttezza giuridica del ragionamento seguito dai giudici precedenti. Poiché nel caso di specie la motivazione della Corte d’Appello è stata ritenuta esente da vizi, ogni ulteriore discussione sui fatti è stata preclusa, portando inevitabilmente a un rigetto per inammissibilità.

Conclusioni: L’Importanza dei Limiti Funzionali della Cassazione

Questa ordinanza è un monito importante: un ricorso per cassazione deve concentrarsi su questioni di diritto o su vizi logici evidenti e macroscopici della motivazione, non su una diversa interpretazione delle prove. Proporre un ricorso inammissibile non solo non porta al risultato sperato, ma comporta anche conseguenze economiche negative, come la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte lo ha dichiarato inammissibile perché i motivi proposti dal ricorrente miravano a ottenere una nuova valutazione dei fatti e delle prove, un compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) e non rientra nelle funzioni della Corte di Cassazione.

Cosa significa che la Cassazione non può compiere una ‘rilettura’ dei fatti?
Significa che la Corte di Cassazione non può riesaminare le prove (come testimonianze o documenti) per formulare un proprio convincimento sulla dinamica degli eventi. Il suo ruolo è limitato a controllare la correttezza giuridica e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata, senza entrare nel merito della ricostruzione fattuale.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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