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Ricorso inammissibile: no a rivalutazioni di fatto

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per il reato di cui all’art. 496 c.p. L’imputato contestava l’elemento soggettivo del reato, ma la Corte ha stabilito che il motivo mirava a una non consentita rivalutazione dei fatti. Viene ribadito che lo stato di ebbrezza alcolica non esclude il dolo e che la valutazione del merito spetta ai giudici di primo e secondo grado, se la loro motivazione è logica e coerente.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione ribadisce i limiti del suo giudizio

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha nuovamente tracciato i confini del proprio sindacato, dichiarando un ricorso inammissibile e chiarendo perché non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti. Questo principio è fondamentale nel nostro ordinamento e la decisione in esame offre uno spunto pratico per comprenderne l’applicazione, specie in casi che coinvolgono la valutazione dell’elemento soggettivo del reato.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva condannato in primo e in secondo grado per il reato previsto dall’articolo 496 del codice penale. Contro la sentenza della Corte d’Appello, l’imputato proponeva ricorso per cassazione affidandosi a un unico motivo: la contestazione della sussistenza dell’elemento soggettivo del reato. In altre parole, la difesa sosteneva che non vi fosse l’intenzionalità (dolo) richiesta dalla norma per configurare il delitto.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La decisione si fonda su un caposaldo della procedura penale: il giudizio di legittimità, proprio della Cassazione, non è una sede in cui si possono rivalutare le prove e i fatti già esaminati dai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello). Il ricorrente, secondo la Corte, non lamentava un vizio di legge o un’illogicità manifesta della motivazione, ma chiedeva, attraverso argomentazioni fattuali, un nuovo esame delle prove, operazione preclusa in quella sede.

Le Motivazioni della Decisione: il Focus sul Ricorso Inammissibile

Le motivazioni dell’ordinanza sono chiare e didattiche. La Corte spiega che per superare il vaglio di ammissibilità, un ricorso non può limitarsi a proporre una lettura alternativa delle prove. Deve, invece, individuare vizi specifici della sentenza impugnata, come “inopinabili e decisivi fraintendimenti delle prove” che siano evidenti ictu oculi, cioè a colpo d’occhio. Nel caso di specie, la motivazione della Corte d’Appello era stata ritenuta logica e coerente, senza illogicità di “macroscopica evidenza”.

Un punto cruciale toccato dalla Corte riguarda lo stato di ebbrezza. La sentenza impugnata aveva correttamente evidenziato che, secondo i principi generali del diritto penale, lo stato di ebbrezza alcolica volontaria o colposa non costituisce una causa di esclusione del dolo o della colpa. Anzi, le modalità del comportamento tenuto dall’imputato, così come ricostruite dai giudici di merito, deponevano chiaramente per l’intenzionalità della sua condotta. La Cassazione, quindi, ha confermato che la valutazione del giudice di merito era immune da censure, rendendo il ricorso inammissibile.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

La pronuncia in esame ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, ribadisce a chi intende impugnare una sentenza penale che il ricorso in Cassazione deve essere fondato su precise violazioni di legge o vizi logici della motivazione, e non su un disaccordo rispetto all’interpretazione delle prove data dai giudici precedenti. In secondo luogo, conferma un principio consolidato in materia di imputabilità: l’ubriachezza non è, di norma, una scusante. La condotta di un soggetto, anche se alterato dall’alcol, viene valutata nel suo complesso per determinarne l’intenzionalità. Infine, la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende serve da monito contro la proposizione di ricorsi palesemente infondati.

Lo stato di ebbrezza alcolica può escludere la responsabilità penale per un reato?
No, secondo quanto ribadito dalla Corte, lo stato di ebbrezza alcolica non costituisce una causa di esclusione del dolo o della colpa. Le modalità del comportamento tenuto dall’imputato vengono comunque analizzate per determinare l’intenzionalità della condotta.

Perché il ricorso presentato dall’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché, invece di contestare vizi di legge o illogicità manifeste della sentenza, mirava a sollecitare una nuova valutazione delle prove e dei fatti, attività che non è consentita nel giudizio di legittimità davanti alla Corte di Cassazione.

Quali caratteristiche deve avere un ricorso in Cassazione per essere ammissibile?
Per essere ammissibile, un ricorso deve basarsi su motivi specifici previsti dalla legge, come la violazione di norme o un vizio della motivazione che sia evidente e decisivo (es. illogicità manifesta o fraintendimento palese di una prova). Non può limitarsi a proporre una diversa interpretazione dei fatti rispetto a quella dei giudici di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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