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Ricorso inammissibile: no a rivalutare i fatti

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna per il reato di stalking (art. 612-bis c.p.). L’imputato aveva contestato la valutazione delle prove, ma la Corte ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti, bensì di controllare la corretta applicazione della legge. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto e il ricorrente condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Quando Chiedere un Nuovo Esame dei Fatti Porta a un Ricorso Inammissibile

Un’ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema giudiziario: il ricorso davanti alla Suprema Corte non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sui fatti. La decisione di dichiarare un ricorso inammissibile in un caso di stalking evidenzia chiaramente i confini del giudizio di legittimità e le conseguenze per chi cerca di superarli.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna per Stalking al Ricorso

Il caso ha origine da una condanna per il reato di atti persecutori, comunemente noto come stalking, previsto dall’art. 612-bis del codice penale. L’imputato era stato ritenuto responsabile sia dal Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale sia, successivamente, dalla Corte d’Appello, che aveva confermato integralmente la prima sentenza. Oltre alla pena, era stato condannato al risarcimento del danno in favore della persona offesa, costituitasi parte civile.

Non rassegnato alla doppia condanna, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, sperando di ottenere un annullamento della decisione.

I Motivi del Ricorso e il Principio di Inammissibilità

Nel suo ricorso, l’imputato ha sollevato due motivi principali, lamentando:
1. Un’erronea valutazione degli elementi che costituiscono il reato di stalking.
2. La violazione di norme processuali e la mancanza di una motivazione adeguata da parte dei giudici di merito.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha analizzato i motivi e li ha giudicati inammissibili. La ragione di questa decisione risiede nella natura stessa delle doglianze presentate. Secondo la Suprema Corte, le argomentazioni dell’imputato non denunciavano reali errori di diritto, ma miravano a ottenere una nuova e diversa valutazione delle prove già esaminate nei primi due gradi di giudizio. In pratica, si chiedeva alla Cassazione di riesaminare i fatti e le testimonianze per giungere a una conclusione diversa, un compito che non le compete.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha chiarito che il suo ruolo non è quello di un ‘terzo giudice’ del fatto. Il giudizio di Cassazione è un giudizio ‘di legittimità’, il cui scopo è assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge. Non può, quindi, sostituire la propria valutazione delle prove a quella, logicamente argomentata, dei giudici di merito. I motivi di ricorso che si limitano a criticare la ricostruzione dei fatti, proponendone una alternativa, senza individuare vizi logici o giuridici manifesti nella sentenza impugnata, sono destinati a essere dichiarati inammissibili.

Di conseguenza, la Corte ha stabilito che i motivi presentati erano volti a prefigurare una ‘rivalutazione delle fonti probatorie non consentita in sede di legittimità’, rendendo il ricorso inammissibile.

Le Conclusioni

La dichiarazione di inammissibilità ha comportato conseguenze significative per il ricorrente. In primo luogo, la condanna è diventata definitiva. In secondo luogo, ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali. Infine, è stato condannato a versare una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di ricorso inammissibile.

Questa ordinanza serve da monito: un ricorso in Cassazione deve essere fondato su precise questioni di diritto e non può essere utilizzato come un pretesto per tentare di ottenere una terza valutazione dei fatti del processo.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché le motivazioni presentate miravano a una nuova valutazione delle prove e dei fatti, un’attività che non è permessa alla Corte di Cassazione, la quale giudica solo sulla corretta applicazione della legge.

Qual è il ruolo della Corte di Cassazione in un processo penale?
La Corte di Cassazione funge da giudice di legittimità. Il suo compito è verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le norme giuridiche, senza riesaminare nel merito le prove e la ricostruzione dei fatti.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La persona che presenta un ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, che in questo specifico caso è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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