Quando un Ricorso in Cassazione è Inammissibile? Analisi di un Caso
La Corte di Cassazione svolge un ruolo cruciale nel nostro sistema giudiziario, ma non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. Un recente provvedimento chiarisce i confini del suo intervento, ribadendo un principio fondamentale: un ricorso inammissibile è tale quando si limita a proporre una semplice rilettura delle prove, senza individuare vizi logici o giuridici nella decisione precedente. Analizziamo questa ordinanza per comprendere meglio i limiti del giudizio di legittimità.
I Fatti del Caso
Il caso nasce da una condanna emessa dalla Corte d’Appello nei confronti di un individuo. La condanna era fondata sul rinvenimento di 40 grammi di hashish, già suddivisi in dosi, e di materiale per il confezionamento. Secondo i giudici di merito, questi elementi costituivano una prova congrua e ragionevole della responsabilità penale dell’imputato. Insoddisfatto della decisione, l’imputato ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, tentando di offrire una diversa interpretazione dei fatti.
La Decisione della Corte e il Concetto di Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione ha respinto le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. Il punto centrale della decisione è che il ricorso non evidenziava un vizio di legittimità, come una violazione di legge o una motivazione “manifestamente illogica”, ma si risolveva in una richiesta di rivalutazione del merito. In altre parole, la difesa chiedeva alla Cassazione di fare ciò che non le compete: sostituire la propria valutazione dei fatti a quella, logica e ben argomentata, dei giudici dei gradi precedenti.
I giudici hanno sottolineato che la mera opposizione di una lettura alternativa delle prove, anche se plausibile, non è sufficiente a invalidare la decisione impugnata. Il sindacato di legittimità non può tradursi in una “mirata rilettura” degli elementi di fatto che sono già stati posti a fondamento della decisione di merito.
Le Motivazioni
La Corte ha motivato la sua decisione richiamando consolidati principi giurisprudenziali. Ha chiarito che il vizio di manifesta illogicità della motivazione deve essere di tale spessore da risultare percepibile ictu oculi, ovvero a prima vista. Il controllo della Cassazione si concentra su difetti macroscopici e palesi del ragionamento del giudice, mentre le minime incongruenze restano irrilevanti.
Inoltre, la Corte ha specificato che una motivazione è valida anche se non confuta espressamente ogni singola deduzione difensiva, a condizione che le ragioni del convincimento siano spiegate in modo logico, adeguato e privo di vizi giuridici. Proporre nuovi parametri di valutazione dei fatti o sostenere che la propria ricostruzione sia più plausibile non costituisce un valido motivo di ricorso. Il compito della Cassazione è verificare la coerenza logica e giuridica della sentenza impugnata, non decidere quale tra diverse ricostruzioni fattuali sia la migliore.
Le Conclusioni
Questa ordinanza riafferma con chiarezza la funzione della Corte di Cassazione come giudice di legittimità e non di merito. Per avere successo in Cassazione, un ricorso non può limitarsi a contestare la valutazione delle prove operata nei gradi precedenti. È necessario, invece, dimostrare un errore di diritto o un vizio logico grave e palese nella motivazione della sentenza. La dichiarazione di inammissibilità del ricorso, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende, serve a sanzionare l’abuso dello strumento processuale e a preservare la funzione propria del giudizio di legittimità.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché si limitava a proporre una rivalutazione dei fatti e una lettura alternativa delle prove, attività che non è consentita nel giudizio di legittimità davanti alla Corte di Cassazione.
Cosa deve dimostrare un ricorrente in Cassazione per contestare la motivazione di una sentenza?
Il ricorrente deve dimostrare che la motivazione è affetta da un vizio di ‘manifesta illogicità’ o da una contraddittorietà di spessore tale da essere evidente a prima vista, e non semplicemente che un’altra interpretazione dei fatti sarebbe stata possibile.
Quali sono state le conseguenze per il ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 12351 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 12351 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 28/02/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nato il 05/07/1983
avverso la sentenza del 10/07/2024 della CORTE APPELLO di CATANIA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Il ricorso proposto da NOME COGNOME in ordine al giudizio di responsabilità è rivalutativo del merito e come tale inammissibile a fronte di una congrua motivazione che valorizza il rinvenimento di 40 gr. di hlashish suddivis0 in dosi separate, assieme a materiale per il confezionamento, che integrano una motivazione ragionevole e non “manifestamente” illogica, a supporto dell’attribuzione dei fatti al ricorrente. La mera opposizione di una lettura alternativa del merito oltre a non essere prospettabile in sede di legittimità è in tali casi palesemente insufficiente anche ad integrare alcun vizio di motivazione. 2 epilogo decisorio non può essere invalidato da prospettazioni alternative che si risolvano in una “mirata rilettura” degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione, ovvero nell’autonoma assunzione di nuovi e diversi parametri di ricostruzione e valutazione dei fatti, da preferirsi a quelli adottati dal giudice del merito, perché illustrati come maggiormente plausibili o perché assertivamente dotati di una migliore capacità esplicativa, nel contesto in cui la condotta delittuosa si è in concreto realizzata (Sez. 6, n. 47204 del 07/10/2015, COGNOME, Rv. 265482; Sez. 6, n. 22256 del 26/04/2006, COGNOME, Rv. 234148; Sez. 1, n. 42369 del 16/11/2006, COGNOME, Rv. 235507). Quanto al vizio di manifesta illogicità esso, come quello di mancanza e contraddittorietà della medesima, deve essere di spessore tale da risultare percepibile ictu oculi, dovendo il sindacato di legittimità vertere su difetti di macroscopica evidenza, mentre rimangono ininfluenti le minime incongruenze e si devono considerare disattese le deduzioni difensive che, anche se non espressamente confutate, siano logicamente incompatibili con la decisione adottata, purché siano spiegate in modo logico ‘ed adeguato le ragioni del convincimento senza vizi giuridici (cfr., Sez. un., n. 24 del 24 novembre 1999, Rv. n. 214794; Sez. un., n. 12 del 31 maggio 2000, Rv. n. 216260; Sez. un., n. 47289 del 24 settembre 2003, Rv. n. 226074). Pertanto il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3000 in favore della Cassa delle 4mmende. Corte di Cassazione – copia non ufficiale
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso in Roma, il 28 febbraio 2025
Il Consigliere estensore
GLYPH
Il Presidente