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Ricorso inammissibile: no a riesame dei fatti

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per la violazione di un’ordinanza restrittiva. La Corte ha stabilito che il ricorso era volto a un riesame dei fatti, compito che non spetta al giudice di legittimità. Di conseguenza, il ricorso inammissibile ha portato alla conferma della condanna e all’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione non Riesamina i Fatti

L’ordinanza della Corte di Cassazione che analizziamo oggi offre un chiaro esempio di un principio fondamentale del nostro sistema giudiziario: il ruolo del giudice di legittimità. La vicenda riguarda un ricorso inammissibile presentato contro una condanna per la violazione di un’ordinanza emessa da un’autorità di pubblica sicurezza. Vediamo insieme i dettagli del caso e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva condannato in primo e secondo grado alla pena di quattro mesi di arresto per aver violato un’ordinanza emessa dal Questore. L’ordinanza gli vietava di frequentare una specifica piazza cittadina. Le indagini svolte dai Carabinieri avevano accertato la sua presenza in quel luogo, in palese violazione del provvedimento.

Contro la sentenza della Corte d’Appello, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione, articolando le sue lamentele in due punti. Sostanzialmente, le sue argomentazioni miravano a ottenere un nuovo esame della vicenda e una diversa valutazione delle prove raccolte, contestando la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito.

La Valutazione della Corte sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha immediatamente qualificato il ricorso inammissibile. Gli Ermellini hanno ribadito un principio cardine: la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito non è quello di riesaminare i fatti o di valutare nuovamente le prove, come farebbe un tribunale o una corte d’appello. La sua funzione è verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e coerente.

Nel caso specifico, la Corte ha osservato che le richieste del ricorrente erano chiaramente orientate a ottenere un terzo grado di giudizio sul merito della questione, un’attività preclusa in sede di legittimità. La Corte d’Appello aveva già valutato le prove, ritenendole sufficienti per confermare la colpevolezza, con una motivazione considerata logica e priva di vizi.

Le Motivazioni

La Corte Suprema ha basato la sua decisione su diversi punti chiave:
1. Natura del Ricorso: Le doglianze sollevate non denunciavano una violazione di legge o un vizio di motivazione, ma chiedevano una riconsiderazione delle risultanze processuali, il che è inammissibile.
2. Rifiuto delle Attenuanti Generiche: La Corte ha confermato anche la decisione di non concedere le attenuanti generiche. Questa scelta era giustificata dall’elevato disvalore della condotta e dai numerosi precedenti penali dell’imputato. Le attenuanti generiche, infatti, servono ad adeguare la pena al caso concreto, ma presuppongono l’esistenza di elementi positivi o di una minore gravità del fatto, elementi che in questo caso mancavano del tutto.
3. Conseguenze dell’Inammissibilità: In base all’articolo 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta automaticamente la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, qui quantificata in tremila euro.

Conclusioni

Questa ordinanza riafferma con forza la distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità. Proporre un ricorso in Cassazione sperando in una nuova valutazione delle prove è una strategia destinata al fallimento e che comporta conseguenze economiche negative. La decisione evidenzia che, in assenza di reali vizi di legge o di motivazione illogica, le sentenze dei giudici di merito, se ben argomentate, diventano definitive. Per gli operatori del diritto e i cittadini, ciò rappresenta un monito sull’importanza di formulare ricorsi basati su solidi motivi di diritto, evitando di trasformare il giudizio di legittimità in un improbabile terzo grado di merito.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le richieste dell’imputato non vertevano su questioni di legittimità (cioè sulla corretta applicazione della legge), ma miravano a ottenere un nuovo esame del merito della vicenda e una diversa valutazione delle prove, attività che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Quando un ricorso penale viene dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro.

Per quale motivo non sono state concesse le attenuanti generiche all’imputato?
Le attenuanti generiche non sono state concesse a causa dell’elevato disvalore della sua condotta illecita e della presenza di numerosi precedenti penali a suo carico. Secondo la Corte, queste circostanze non permettevano di riconoscere situazioni di fatto meritevoli di una riduzione della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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