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Ricorso inammissibile: No a nuovi fatti in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un amministratore di una società nautica, condannato per violazioni sulla sicurezza sul lavoro. La Corte ribadisce che il giudizio di legittimità non consente una nuova valutazione dei fatti o delle prove, ma solo un controllo sulla corretta applicazione della legge, confermando la condanna al pagamento di una sanzione e delle spese processuali.

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Pubblicato il 17 agosto 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione non è un Terzo Grado di Giudizio sui Fatti

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale della procedura penale: i limiti del ricorso per cassazione e le conseguenze di un ricorso inammissibile. Il caso riguarda un amministratore di un’azienda nautica condannato per violazioni della normativa sulla sicurezza sul lavoro. La sua difesa ha tentato di rimettere in discussione i fatti accertati in primo grado, ma la Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: il suo ruolo non è quello di un terzo giudice di merito.

I Fatti del Caso: Violazioni sulla Sicurezza in un Cantiere Nautico

Il Tribunale di Pesaro aveva condannato l’amministratore unico di una società a un’ammenda di 5.000 euro per una serie di violazioni al Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (D.Lgs. 81/2008). Le contestazioni riguardavano specifiche irregolarità riscontrate in relazione a due lavoratori presenti nel cantiere dell’impresa.

Contro questa sentenza, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo un “travisamento della prova”. A suo dire, il Tribunale avrebbe errato nel considerare i due lavoratori come suoi dipendenti. L’amministratore ha evidenziato che il cantiere era di notevoli dimensioni e che vi operavano anche altre imprese, circostanza che, secondo la difesa, avrebbe dovuto generare un ragionevole dubbio sulla sua responsabilità e portare a un proscioglimento.

Le Motivazioni della Cassazione sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso palesemente inammissibile. I giudici hanno chiarito che l’appello dell’imputato non mirava a denunciare un vizio di legittimità della sentenza, ma a ottenere una nuova e diversa valutazione delle prove raccolte.

La Suprema Corte ha ribadito un principio consolidato: il giudizio di cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. Ciò significa che la Corte non può:
1. Sovrapporre la propria valutazione delle prove a quella effettuata dal giudice di primo grado.
2. Confrontare la motivazione della sentenza con altri possibili modelli di ragionamento.
3. Procedere a una diversa ricostruzione storica dei fatti o a un diverso giudizio sull’attendibilità delle fonti di prova.

L’imputato, contestando l’appartenenza dei lavoratori alla sua azienda, stava di fatto chiedendo ai giudici di legittimità di rileggere gli elementi di fatto già considerati dal Tribunale. Questa operazione è preclusa in sede di Cassazione. Il Tribunale aveva già accertato, durante il sopralluogo, che i due addetti stavano eseguendo lavorazioni per conto dell’impresa dell’imputato. Pertanto, la tesi difensiva si risolveva in una non consentita rivisitazione del merito.

Le Conclusioni: i Limiti del Giudizio di Legittimità e le Conseguenze

La decisione della Corte di Cassazione è un monito importante sui limiti del ricorso in cassazione. Non è possibile utilizzare questo strumento per tentare di ottenere una terza valutazione dei fatti. Il ricorso deve concentrarsi esclusivamente su vizi di legge, come l’errata applicazione di una norma o un difetto di motivazione logica, e non su una diversa interpretazione delle prove.

La declaratoria di inammissibilità ha comportato conseguenze economiche significative per il ricorrente. In base all’art. 616 del codice di procedura penale, quando un ricorso è dichiarato inammissibile senza che vi sia colpa da parte del proponente (circostanza esclusa in questo caso), quest’ultimo è condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende. In questo specifico caso, la somma è stata fissata in 3.000 euro. Questa pronuncia riafferma che il ricorso per cassazione è un rimedio straordinario, da utilizzare solo per specifici vizi di legittimità e non come un ultimo tentativo per rimettere in discussione l’esito del processo di merito.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove di un processo?
No, la Corte di Cassazione svolge un giudizio di legittimità e non di merito. Le è preclusa la possibilità di sovrapporre la propria valutazione delle risultanze processuali a quella compiuta nei precedenti gradi o di effettuare una nuova ricostruzione storica dei fatti.

Cosa significa che un ricorso è “inammissibile”?
Significa che il ricorso non può essere esaminato nel merito perché è volto a censurare l’accertamento dei fatti compiuto dal Tribunale, proponendo una non consentita rivisitazione degli elementi a disposizione e una loro lettura alternativa, attività non ammessa nel giudizio di legittimità.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile per chi lo propone?
La persona che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata equitativamente fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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