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Ricorso inammissibile: no a nuove valutazioni di fatto

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. Il ricorso è stato giudicato un mero tentativo di riesaminare i fatti già valutati dai giudici di merito, ribadendo che la Cassazione non è un terzo grado di giudizio. La Corte ha confermato la validità dell’alcoltest e la sussistenza dell’aggravante per aver causato un sinistro, ritenendo logiche e sufficienti le motivazioni della Corte d’Appello.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Quando l’Appello Diventa un Tentativo di Riesame

La Corte di Cassazione ha recentemente ribadito un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito. Con l’ordinanza in esame, è stato dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per guida in stato di ebbrezza. La decisione sottolinea come i motivi di ricorso non possano limitarsi a riproporre le stesse questioni di fatto già esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio, ma debbano invece evidenziare vizi di legge o palesi illogicità nella motivazione.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine dalla condanna di un automobilista da parte del Tribunale Monocratico per guida in stato di ebbrezza, aggravata dall’aver provocato un incidente stradale. La pena inflitta era di un anno di arresto e 4.000 euro di ammenda. La Corte d’Appello, in parziale riforma, confermava la responsabilità penale dell’imputato.

Contro questa decisione, la difesa ha proposto ricorso per Cassazione, articolando due motivi principali:
1. L’illogicità della motivazione sulla validità degli accertamenti alcolimetrici.
2. L’errata applicazione dell’aggravante di aver causato un sinistro, prevista dall’articolo 186, comma 2-bis, del Codice della Strada.

I Motivi del Ricorso e perché è stato ritenuto un Ricorso Inammissibile

La difesa sosteneva che le prove tecniche (l’alcoltest) non fossero pienamente affidabili e che l’incidente non fosse direttamente riconducibile allo stato di ebbrezza. Tuttavia, la Suprema Corte ha qualificato l’intero ricorso inammissibile, evidenziando come i motivi presentati non fossero consentiti in sede di legittimità. Essi, infatti, non facevano altro che reiterare le medesime critiche già avanzate nell’atto di appello e puntualmente esaminate e respinte dalla Corte territoriale. In sostanza, l’imputato non ha contestato un errore di diritto, ma ha tentato di ottenere una nuova e diversa valutazione delle prove, attività preclusa alla Corte di Cassazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha spiegato in modo chiaro perché il ricorso non potesse essere accolto. In primo luogo, ha evidenziato che la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione congrua e logica su entrambi i punti contestati.

Per quanto riguarda l’affidabilità dell’alcoltest, i giudici di merito avevano correttamente affermato che l’esito positivo costituisce piena prova dello stato di ebbrezza, anche in assenza di controlli periodici sull’apparecchio, a meno che non emergano specifiche e concrete evidenze di malfunzionamento.

Relativamente all’aggravante, la Corte territoriale aveva logicamente dedotto che il sinistro stradale era diretta conseguenza dello stato di alterazione del conducente. L’incapacità di controllare il veicolo in curva, osservata direttamente dagli agenti intervenuti, era stata considerata una prova sufficiente del nesso causale tra l’ebbrezza e l’incidente.

La Cassazione ha concluso che i motivi del ricorso erano volti a prefigurare una “rivalutazione e/o alternativa rilettura delle fonti probatorie”, un’operazione estranea al sindacato di legittimità. La ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito non era arbitraria, ma fondata su elementi oggettivi e testimonianze chiare, come le dichiarazioni del personale di Polizia Giudiziaria.

Le Conclusioni

Questa ordinanza riafferma con forza i limiti del giudizio in Cassazione. Non si tratta di un’ulteriore opportunità per discutere i fatti e le prove, ma di un controllo sulla corretta applicazione delle norme e sulla coerenza logica della motivazione delle sentenze precedenti. Per poter superare il vaglio di ammissibilità, un ricorso deve individuare specifici vizi di legittimità (error in iudicando o in procedendo) o una manifesta illogicità della motivazione che risulti dal testo stesso del provvedimento, e non può basarsi su una semplice diversa interpretazione del materiale probatorio. La decisione serve da monito: un ricorso che si limita a ripetere le argomentazioni di merito è destinato a essere dichiarato inammissibile.

È possibile contestare in Cassazione la validità di un alcoltest se i giudici di merito hanno già motivato sulla sua affidabilità?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che se la Corte d’Appello ha fornito una motivazione congrua e logica sull’affidabilità dell’accertamento, il ricorso che si limita a riproporre le stesse critiche senza individuare vizi di legittimità è inammissibile.

Quando un incidente stradale costituisce l’aggravante per la guida in stato di ebbrezza?
L’aggravante sussiste quando il sinistro è una conseguenza dello stato di ebbrezza. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che l’incapacità del conducente di controllare il veicolo in curva, come osservato dagli agenti, fosse una prova sufficiente del nesso causale tra la guida alterata e l’incidente.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso è dichiarato inammissibile quando, tra le altre ragioni, non denuncia vizi di legge o palesi illogicità della motivazione, ma si limita a reiterare le stesse argomentazioni già respinte nei gradi di merito o a richiedere una nuova e diversa valutazione delle prove, attività che non rientra nei poteri della Corte di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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