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Ricorso inammissibile: no a nuova valutazione dei fatti

La Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per detenzione di stupefacenti. Il motivo? L’appello si limitava a richiedere una nuova valutazione dei fatti, già coerentemente motivati dalla Corte d’Appello, che aveva accertato la proprietà della droga lanciata dall’auto dell’imputato.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Conferma la Condanna e le Spese

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso in Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sui fatti. L’ordinanza in esame dichiara un ricorso inammissibile presentato contro una condanna per detenzione di sostanze stupefacenti, sottolineando come la richiesta di una mera “rilettura” delle prove sia preclusa in sede di legittimità. Analizziamo insieme la vicenda e le sue implicazioni.

I Fatti del Processo

Il caso riguarda un soggetto condannato in primo e secondo grado alla pena di dieci mesi di reclusione per il reato di detenzione illecita di 213 grammi di marijuana ai fini di spaccio. Secondo la ricostruzione dei giudici di merito, l’imputato, alla vista delle forze dell’ordine, aveva gettato dal finestrino della propria autovettura un involucro contenente la sostanza stupefacente, che veniva successivamente recuperato dagli operanti sul ciglio della strada.

Il Ricorso in Cassazione e la Contestazione sulla Proprietà della Sostanza

Contro la sentenza della Corte d’Appello, la difesa ha proposto ricorso per cassazione, sollevando un unico motivo di censura: il vizio di motivazione riguardo all’attribuzione della proprietà della sostanza stupefacente all’imputato. In sostanza, si contestava che la droga rinvenuta fosse effettivamente riconducibile a lui, tentando di mettere in discussione la ricostruzione dei fatti operata nei precedenti gradi di giudizio.

La Decisione della Cassazione e il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha respinto categoricamente le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su due pilastri principali: la genericità del motivo e la richiesta di una rivalutazione del merito, non consentita in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha evidenziato come il ricorso fosse formulato in modo non specifico, limitandosi a riproporre doglianze già esaminate e motivatamente respinte dalla Corte d’Appello. La difesa, infatti, non ha criticato la logicità della motivazione della sentenza impugnata, ma ha proposto una propria “rilettura” alternativa del quadro probatorio. Questo tipo di attività, ovvero la rivalutazione dei fatti, è preclusa alla Corte di Cassazione, il cui compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione, non di riesaminare le prove.

Nello specifico, i giudici di legittimità hanno sottolineato che la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione logica e priva di contraddizioni. Era stato accertato che i militari avevano visto chiaramente l’imputato compiere l’atto di lanciare l’involucro dal finestrino durante la fuga. Questo elemento fattuale, secondo la Corte, non lasciava residuare alcun dubbio sulla proprietà della sostanza stupefacente in capo all’imputato.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La declaratoria di inammissibilità ha comportato, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende. Questa ordinanza rappresenta un monito importante: il ricorso in Cassazione deve essere fondato su vizi di legittimità specifici e concreti, come errori nell’applicazione di una norma di legge o manifeste illogicità nella motivazione. Non può essere utilizzato come un tentativo per ottenere una terza valutazione dei fatti già adeguatamente analizzati dai giudici di merito. Chi tenta questa strada si espone non solo al rigetto del ricorso, ma anche a significative conseguenze economiche.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché era formulato in modo non specifico e, soprattutto, perché non denunciava un vizio di legittimità, ma mirava a ottenere una nuova valutazione dei fatti e delle prove, attività preclusa alla Corte di Cassazione.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, equitativamente fissata dalla Corte (in questo caso 3.000,00 euro), in favore della Cassa delle ammende.

Su quale elemento chiave si basava la conferma della colpevolezza dell’imputato?
La colpevolezza è stata confermata sulla base della prova diretta fornita dai militari, i quali avevano notato personalmente l’imputato nell’atto di lanciare dal finestrino della sua auto l’involucro contenente la sostanza stupefacente, eliminando ogni dubbio sulla sua proprietà.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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