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Ricorso inammissibile: no a motivi ripetitivi

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un operatore commerciale condannato per violazioni in materia alimentare. L’imputato aveva riproposto gli stessi motivi già respinti in appello, senza formulare una critica specifica alla sentenza impugnata. La Corte ha ribadito che il ricorso per cassazione non può essere una mera ripetizione di doglianze precedenti, confermando la condanna e l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese e una sanzione.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Perché Ripetere i Motivi d’Appello Non Funziona in Cassazione

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale del processo penale: presentare un ricorso inammissibile perché meramente ripetitivo delle doglianze già sollevate in appello equivale a non presentarlo affatto. Questa decisione offre uno spunto essenziale sull’importanza della specificità dei motivi di ricorso e sulle conseguenze, anche economiche, di una strategia difensiva inadeguata.

I Fatti alla Base della Decisione

Il caso riguardava un operatore commerciale di un ipermercato condannato in primo e secondo grado per la violazione della normativa alimentare (L. 283/1962). La contestazione si basava sulla vendita di cibi surgelati e precotti in violazione delle normative vigenti. La difesa dell’imputato, nel ricorrere in Cassazione, ha sostenuto che tali prodotti non potessero essere venduti durante il periodo del cosiddetto “lockdown”, chiedendo di conseguenza l’assoluzione. Tuttavia, questa argomentazione era già stata esaminata e respinta dalla Corte d’Appello.

Il Principio della Specificità dei Motivi di Ricorso

Il cuore della pronuncia della Suprema Corte non risiede tanto nel merito della violazione alimentare, quanto nell’aspetto procedurale. I giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano una “pedissequa reiterazione” di quelli già dedotti in appello e puntualmente disattesi dalla Corte territoriale. In pratica, l’atto di ricorso si limitava a copiare e incollare le vecchie argomentazioni senza confrontarsi criticamente con le motivazioni della sentenza di secondo grado. La funzione dell’impugnazione, sottolinea la Corte, è quella di una “critica argomentata” avverso il provvedimento che si contesta, non una semplice riproposizione di tesi già sconfessate.

Le Motivazioni della Corte: un Ricorso Inammissibile e Apparente

La Corte di Cassazione ha chiarito che un ricorso fondato su motivi che si risolvono nella mera ripetizione di quelli già esaminati deve considerarsi non specifico, ma solo “apparente”. Un atto di questo tipo omette di assolvere alla sua funzione tipica, che è quella di contestare in modo puntuale e ragionato la decisione impugnata. L’imputato, invece di criticare le argomentazioni della Corte d’Appello, ha di fatto chiesto ai giudici di legittimità una nuova valutazione dei fatti, operazione preclusa in sede di Cassazione. La Corte territoriale aveva già stabilito che, da un lato, la mancanza della data di congelamento impediva di risalire all’epoca della surgelazione e, dall’altro, che l’ipermercato era regolarmente aperto durante il lockdown. Pretendere una “rilettura” favorevole di questi elementi è un’attività di merito, non di legittimità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche e Costi

La declaratoria di inammissibilità ha avuto conseguenze concrete e onerose per il ricorrente. In base all’art. 616 del codice di procedura penale, quando un ricorso è dichiarato inammissibile senza che sussistano elementi per escludere la colpa del proponente, quest’ultimo viene condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata equitativamente fissata in 3.000,00 euro. Questa ordinanza serve da monito: il ricorso per cassazione è uno strumento tecnico che richiede un confronto critico e specifico con la sentenza impugnata. Una strategia difensiva che ignori questo principio non solo è destinata al fallimento, ma comporta anche significative sanzioni economiche.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile perché si limitava a ripetere gli stessi motivi già presentati e respinti nel giudizio d’appello, senza formulare una critica specifica e argomentata contro le motivazioni della sentenza impugnata.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare i fatti di un caso?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi precedenti, non può effettuare una nuova valutazione degli elementi di fatto.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
In seguito alla declaratoria di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma, fissata in 3.000,00 euro, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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