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Ricorso inammissibile: no 131-bis per resistenza

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, stabilendo che in questi casi non si applica la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto prevista dall’art. 131-bis c.p. La decisione conferma la condanna dell’imputato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, evidenziando la specificità del reato commesso contro agenti nell’esercizio delle loro funzioni.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione esclude il 131-bis per la resistenza a pubblico ufficiale

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato un tema di grande rilevanza pratica, dichiarando un ricorso inammissibile 131-bis e ribadendo un principio fondamentale: la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non si applica al reato di resistenza a pubblico ufficiale. Questa decisione chiarisce i limiti di applicabilità di un istituto pensato per deflazionare il sistema penale, escludendolo per reati che ledono l’autorità dello Stato.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un cittadino avverso una sentenza della Corte d’Appello che lo aveva condannato. L’imputato era stato riconosciuto colpevole del reato previsto dall’articolo 337 del codice penale, ovvero resistenza a un pubblico ufficiale, per aver tenuto una condotta oppositiva nei confronti di agenti di polizia giudiziaria durante l’esercizio delle loro funzioni. La difesa del ricorrente, con ogni probabilità, mirava a ottenere il riconoscimento della particolare tenuità del fatto ai sensi dell’art. 131-bis c.p., che avrebbe portato alla non punibilità.

La Decisione della Corte di Cassazione e il ricorso inammissibile 131-bis

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, esaminato il ricorso, lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della vicenda, ma si ferma a un gradino prima, rilevando la manifesta infondatezza delle ragioni addotte dal ricorrente. La Corte ha stabilito che, per il tipo di reato commesso e le circostanze specifiche, non vi erano i presupposti per una diversa valutazione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione tipica per i ricorsi inammissibili.

Le Motivazioni: Perché il ricorso è inammissibile?

Il cuore della decisione risiede nella motivazione con cui i giudici hanno escluso l’applicabilità dell’articolo 131-bis del codice penale. La Corte ha chiarito che questa norma, la quale prevede la non punibilità quando l’offesa è di particolare tenuità per le modalità della condotta e per l’esiguità del danno o del pericolo, trova un limite invalicabile in specifiche ipotesi di reato.

Nello specifico, la Cassazione ha evidenziato come l’articolo 131-bis stesso escluda la sua applicazione per reati come la resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.) quando commessi nei confronti di agenti o ufficiali di polizia giudiziaria nell’esercizio delle loro funzioni. La ratio di questa esclusione è proteggere il prestigio e il corretto funzionamento della pubblica amministrazione, considerando che la condotta di resistenza mina direttamente l’autorità dello Stato rappresentata in quel momento dalle forze dell’ordine. Pertanto, il ricorso è stato giudicato privo di qualsiasi fondamento giuridico, rendendolo inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro e rigoroso. Le implicazioni pratiche sono notevoli: chi commette il reato di resistenza a pubblico ufficiale non può sperare di beneficiare della non punibilità per particolare tenuità del fatto. Questa pronuncia serve da monito, sottolineando che la tutela dell’ordine pubblico e del rispetto per le istituzioni prevale su considerazioni legate alla lieve entità del singolo episodio. Per gli operatori del diritto, questa decisione conferma che i tentativi di estendere l’applicazione dell’art. 131-bis a tali fattispecie sono destinati all’insuccesso, portando unicamente a una condanna per le spese e a sanzioni pecuniarie aggiuntive.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché basato su una tesi giuridicamente infondata, ovvero la richiesta di applicare l’art. 131-bis c.p. a un reato, quello di resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.), per il quale la legge stessa ne esclude l’applicazione in determinate circostanze.

L’articolo 131-bis c.p. sulla particolare tenuità del fatto è sempre applicabile?
No, non è sempre applicabile. Come chiarito dall’ordinanza, la norma stessa prevede specifiche esclusioni, tra cui il reato di resistenza a pubblico ufficiale commesso nei confronti di agenti o ufficiali di polizia giudiziaria nell’esercizio delle loro funzioni.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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