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Ricorso inammissibile: motivi nuovi in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile in materia di reati tributari. La sentenza stabilisce che non è possibile presentare motivi di ricorso nuovi in Cassazione se non sono stati precedentemente sollevati nei motivi di appello, confermando un principio consolidato della procedura penale. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Ribadisce i Limiti dei Motivi di Impugnazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del diritto processuale penale: il ricorso inammissibile è la conseguenza inevitabile quando si introducono per la prima volta, nel giudizio di legittimità, questioni non sollevate in appello. Questa decisione, la n. 9131/2025, offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso alla Suprema Corte, specialmente in materia di reati tributari.

I Fatti del Caso: Un’Accusa di Dichiarazione Infedele

Il caso ha origine dalla condanna di un’imprenditrice per il reato di dichiarazione infedele, previsto dall’art. 4 del D.Lgs. 74/2000. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte di Appello avevano confermato la sua responsabilità penale, condannandola a una pena di sei mesi di reclusione. La contestazione si basava sull’aver indicato, nella dichiarazione dei redditi, elementi attivi inferiori a quelli reali o elementi passivi fittizi, superando le soglie di punibilità previste dalla legge.

I Motivi del Ricorso: Una Questione di Calcolo

L’imputata, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per cassazione lamentando un’erronea applicazione della legge penale. Nello specifico, la difesa sosteneva che i giudici di merito avessero sbagliato nel determinare l’imposta evasa, basandosi esclusivamente sui dati contabili e di bilancio (costi e ricavi). Secondo la tesi difensiva, i bilanci hanno una valenza prettamente civilistica e possono essere considerati al più come elementi indiziari. Per accertare correttamente l’imposta evasa, si sarebbe dovuto fare riferimento all’utile fiscalmente ricavabile, un dato diverso e specifico ai fini tributari.

La Decisione della Corte sul ricorso inammissibile

Nonostante la questione tecnica sollevata, la Corte di Cassazione ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. La Suprema Corte non è entrata nel merito della questione relativa al calcolo dell’imposta evasa, concentrandosi invece su un vizio procedurale preliminare e decisivo. La ricorrente è stata quindi condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Il Principio di Devoluzione e i Limiti del Ricorso in Cassazione

La motivazione della sentenza si fonda su un principio cardine del sistema delle impugnazioni: il cosiddetto ‘effetto devolutivo’. Questo principio stabilisce che il giudice dell’impugnazione può decidere solo sulle questioni che gli sono state specificamente sottoposte attraverso i motivi di gravame.

La Corte ha osservato che le censure relative all’erronea applicazione della legge penale, portate all’attenzione della Cassazione, non erano state formulate come specifico motivo nei precedenti gradi di giudizio, in particolare nell’atto di appello. Citando un orientamento consolidato (a partire dalla storica sentenza a Sezioni Unite ‘Piepoli’ del 1999), i giudici hanno ribadito che la denuncia di violazioni di legge non dedotte con i motivi di appello costituisce una causa di inammissibilità originaria del ricorso per cassazione.

In altre parole, non è possibile ‘riservare’ argomenti giuridici per il giudizio di legittimità se questi potevano e dovevano essere presentati al giudice d’appello. Fanno eccezione solo le questioni rilevabili d’ufficio in ogni stato e grado del procedimento o quelle che non era stato possibile dedurre in precedenza, ipotesi non riscontrate nel caso di specie.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La pronuncia in esame è un monito sull’importanza di una strategia difensiva completa e articolata sin dai primi gradi di giudizio. La decisione di dichiarare il ricorso inammissibile sottolinea come il processo di Cassazione non sia una terza istanza di merito, ma un giudizio di pura legittimità, volto a verificare la corretta applicazione della legge da parte dei giudici precedenti. Ogni doglianza deve essere tempestivamente e specificamente sollevata nell’atto di appello, pena la preclusione della sua analisi in sede di legittimità. Per gli operatori del diritto, ciò significa che l’atto di appello deve essere redatto con la massima cura, prevedendo tutte le possibili censure, sia di fatto che di diritto, per non rischiare di vedere precluse importanti argomentazioni difensive nel grado più alto del giudizio.

È possibile presentare per la prima volta in Cassazione motivi di ricorso non discussi in appello?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la denuncia di violazioni di legge non dedotte con i motivi di appello costituisce una causa di inammissibilità originaria dell’impugnazione, salvo che si tratti di questioni rilevabili d’ufficio in ogni stato e grado del giudizio.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le violazioni di legge su cui si fondava non erano state oggetto di uno specifico motivo di appello nel grado di giudizio precedente, violando il principio secondo cui il giudice dell’impugnazione decide solo sui punti della decisione ai quali si riferiscono i motivi proposti.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile per colpa del ricorrente?
Quando il ricorso è dichiarato inammissibile e non si ravvisa un’assenza di colpa nel ricorrente, questi viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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