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Ricorso inammissibile: motivi nuovi e generici

Un imputato, condannato per furto pluriaggravato, si rivolge alla Corte di Cassazione. Il suo appello viene giudicato inammissibile. La Corte Suprema stabilisce che non si possono introdurre motivi nuovi non presentati in appello e che la semplice ripetizione delle argomentazioni precedenti rende il ricorso inammissibile per genericità, confermando la condanna.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello in Cassazione Fallisce

Nel complesso mondo del diritto processuale penale, la corretta formulazione di un ricorso è fondamentale per la sua riuscita. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione (Ordinanza n. 20865/2024) offre un chiaro esempio di come errori strategici e formali possano portare a una declaratoria di ricorso inammissibile, precludendo l’esame nel merito delle questioni sollevate. Questo caso ci permette di analizzare i requisiti di specificità e novità che ogni motivo di ricorso deve possedere per superare il vaglio di legittimità.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo da parte del Tribunale di primo grado per i reati di furto pluriaggravato e resistenza a pubblico ufficiale. La Corte d’Appello, in parziale riforma della prima sentenza, ha assolto l’imputato dal reato di resistenza, ma ha confermato la condanna per il furto aggravato, rideterminando la pena. Non soddisfatto della decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, affidandosi a tre principali motivi: la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), la contestazione dell’aggravante della violenza sulle cose (art. 625, n. 2, c.p.) e il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.

La Decisione della Corte di Cassazione e le Ragioni del Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile, esaminando e respingendo ogni singolo motivo sulla base di precisi principi procedurali. La decisione evidenzia l’importanza di non confondere i diversi gradi di giudizio e di strutturare l’impugnazione come una critica puntuale e argomentata alla sentenza che si contesta, non come una semplice riproposizione di doglianze.

Motivo 1: La Novità della Questione

Il primo motivo, relativo alla particolare tenuità del fatto, è stato giudicato inammissibile perché la questione non era mai stata sollevata nei motivi di appello. La Corte ha sottolineato che non è possibile introdurre in sede di legittimità argomenti nuovi. Anche una generica richiesta di riesame della pena, avanzata in appello, non è sufficiente a considerare introdotta una richiesta specifica come quella ex art. 131-bis c.p., che deve essere formulata esplicitamente.

Motivo 2: La Ripetitività e Genericità delle Argomentazioni

Il secondo motivo, riguardante l’aggravante del furto, è stato anch’esso dichiarato inammissibile. La Corte ha rilevato che le argomentazioni del ricorrente erano una ‘pedissequa reiterazione’ di quelle già presentate e respinte dalla Corte d’Appello. Un ricorso in Cassazione non può limitarsi a ripetere le stesse censure, ma deve contenere una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza impugnata, evidenziandone eventuali vizi logici o giuridici. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva ampiamente motivato la sussistenza dell’aggravante, basandosi sulle prove del danneggiamento delle parti del veicolo.

Motivo 3: La Valutazione Discrezionale delle Attenuanti

Infine, anche il terzo motivo sul mancato riconoscimento delle attenuanti generiche è stato ritenuto manifestamente infondato. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: nel motivare il diniego delle attenuanti, il giudice di merito non è tenuto a esaminare analiticamente ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole. È sufficiente che indichi gli elementi ritenuti decisivi per la sua valutazione, dimostrando un percorso logico coerente e privo di vizi evidenti. La motivazione della Corte d’Appello è stata considerata adeguata sotto questo profilo.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Suprema Corte si fondano su principi cardine del processo penale. In primo luogo, il principio devolutivo dell’appello, secondo cui il giudice superiore può decidere solo sulle questioni specificamente sollevate con l’atto di impugnazione. Introdurre motivi nuovi in Cassazione viola questo principio. In secondo luogo, il requisito della specificità dei motivi di ricorso: l’impugnazione deve essere un dialogo critico con la sentenza precedente, non un monologo che ignora le ragioni del giudice. La mera riproposizione di argomenti già disattesi rende il ricorso generico e, quindi, inammissibile. Infine, viene riaffermata l’ampia discrezionalità del giudice di merito nella valutazione delle circostanze attenuanti generiche, sindacabile in Cassazione solo per vizi logici manifesti, non per una diversa valutazione del peso degli elementi considerati.

Le Conclusioni

Questa ordinanza serve come un importante monito per chiunque intenda impugnare una sentenza penale. Per evitare una pronuncia di ricorso inammissibile, è essenziale che ogni motivo sia stato precedentemente sollevato nei gradi di merito e che sia formulato come una critica puntuale, specifica e non meramente ripetitiva della decisione che si intende contestare. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende sottolinea le conseguenze negative di un’impugnazione proposta senza rispettare questi fondamentali requisiti procedurali.

È possibile presentare per la prima volta in Cassazione un motivo di ricorso non discusso in appello?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che un motivo di ricorso non è deducibile in sede di legittimità se non ha costituito oggetto dei motivi di appello. Una censura generica presentata nel precedente grado di giudizio non è sufficiente a introdurre una questione specifica per la prima volta in Cassazione.

Un ricorso in Cassazione può limitarsi a ripetere gli stessi argomenti dell’appello?
No, la Corte ha dichiarato inammissibile il motivo che si risolve nella ‘pedissequa reiterazione’ di quanto già dedotto e disatteso in appello. Il ricorso deve svolgere una funzione di critica argomentata contro la sentenza impugnata e non può essere una semplice riproposizione delle medesime doglianze.

Per negare le circostanze attenuanti generiche, il giudice deve analizzare tutti gli elementi presentati dalle parti?
No, secondo il principio affermato dalla Corte, non è necessario che il giudice di merito, nel motivare il diniego delle attenuanti generiche, prenda in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli. È sufficiente che faccia riferimento a quelli ritenuti decisivi o rilevanti, a condizione che la motivazione sia esente da evidenti illogicità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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