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Ricorso inammissibile: motivi nuovi e Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto aggravato di energia elettrica. La decisione si fonda su due principi cardine: l’inammissibilità dei cosiddetti “motivi nuovi”, ovvero le censure sollevate per la prima volta in sede di legittimità e non in appello, e la manifesta infondatezza di un motivo basato su un reato (truffa) diverso da quello per cui era stata emessa la condanna (furto). La sentenza ribadisce il rigore procedurale del giudizio di cassazione, confermando la condanna dell’imputato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e il Divieto di Motivi Nuovi

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 33655/2024, ha offerto un importante chiarimento sui limiti del giudizio di legittimità, ribadendo un principio fondamentale: non è possibile presentare motivi di doglianza per la prima volta davanti alla Suprema Corte se non sono stati precedentemente sottoposti al vaglio della Corte d’Appello. Analizziamo questa decisione che ha portato a dichiarare un ricorso inammissibile, confermando la condanna per furto aggravato di energia elettrica.

I Fatti del Caso: Furto Aggravato di Energia Elettrica

Un individuo veniva condannato in primo grado e in appello per il reato di furto aggravato, ai sensi degli articoli 624 e 625 del codice penale. L’accusa era di essersi impossessato illecitamente di energia elettrica sottraendola all’ente erogatore. La condotta si era concretizzata attraverso la manomissione del contatore, un atto qualificabile come violenza sulle cose, finalizzato a impedire la corretta registrazione dei consumi effettivi.

L’Appello e il ricorso inammissibile in Cassazione

Contro la sentenza della Corte d’Appello, la difesa proponeva ricorso per cassazione articolato in cinque motivi. Tuttavia, la strategia difensiva si è rivelata proceduralmente errata, portando a una dichiarazione di inammissibilità totale.

L’Errore sul Titolo di Reato

Il primo motivo di ricorso era palesemente sviante. La difesa lamentava vizi relativi al reato di truffa, discutendo della materialità della condotta fraudolenta e della sussistenza di raggiri e artifici. La Corte ha rapidamente liquidato questa censura come “completamente fuori fuoco”, poiché l’imputato era stato condannato per furto aggravato, un reato completamente diverso. Basare un’impugnazione su un’ipotesi di reato errata rende il motivo manifestamente infondato.

La Questione dei “Motivi Nuovi” nel ricorso inammissibile

I motivi secondo e quinto del ricorso, con cui si contestavano le circostanze aggravanti della violenza sulle cose (art. 625, n. 2 c.p.) e del bene destinato a pubblico servizio (art. 625, n. 7-bis c.p.), sono stati dichiarati inammissibili perché “nuovi”. La Corte ha evidenziato che tali specifiche contestazioni non erano state sollevate nell’atto di appello. La giurisprudenza costante, richiamata ampiamente in sentenza, vieta di introdurre per la prima volta in sede di legittimità questioni che non sono state oggetto di dibattito e decisione nel giudizio di merito precedente. Questo divieto serve a evitare che la Cassazione debba effettuare valutazioni di fatto, di competenza dei giudici di merito, e a prevenire un difetto di motivazione “prevedibile” della sentenza d’appello su punti che non le erano stati sottoposti.

le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile sulla base di una serie di argomentazioni chiare e proceduralmente rigorose.

1. Infondatezza del Primo Motivo: Il ricorso era “disancorato dalle ragioni” della condanna. Discutere di truffa a fronte di una condanna per furto è un errore che rende il motivo privo di qualsiasi fondamento.
2. Inammissibilità per Novità (Motivi 2 e 5): La Corte ha applicato il principio consolidato secondo cui non si possono sollevare in Cassazione questioni non devolute al giudice d’appello. Le contestazioni sulle aggravanti, essendo state introdotte ex novo, non potevano essere esaminate.
3. Conseguenze sulla Procedibilità (Motivo 3): L’inammissibilità delle censure sulle aggravanti ha reso inammissibile anche il motivo sulla mancanza di querela. La presenza delle aggravanti rende il reato di furto procedibile d’ufficio, rendendo irrilevante la querela della persona offesa.
4. Discrezionalità della Pena (Motivo 4): Anche la lamentela sull’eccessività della pena è stata ritenuta inammissibile. La determinazione della sanzione rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. Il sindacato della Cassazione è limitato al controllo della logicità della motivazione, che in questo caso è stata ritenuta congrua e ben argomentata.

le conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza è un monito fondamentale per la pratica legale. Sottolinea l’importanza cruciale di strutturare l’atto di appello in modo completo ed esaustivo, includendo tutte le possibili censure e questioni di fatto e di diritto. Sperare di “riservare” argomenti per il giudizio di Cassazione è una strategia destinata al fallimento, che conduce inevitabilmente a una dichiarazione di inammissibilità. La decisione conferma che il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito, ma un rigoroso controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione, basato esclusivamente su quanto dibattuto nei gradi precedenti. Per l’imputato, un ricorso inammissibile non solo preclude ogni possibilità di riforma della sentenza, ma comporta anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende.

È possibile presentare per la prima volta in Cassazione motivi di ricorso non discussi in Appello?
No. La sentenza stabilisce chiaramente che non è consentito devolvere alla Corte di Cassazione questioni diverse da quelle proposte con l’appello. Tali motivi sono considerati “nuovi” e, come tali, sono inammissibili.

Cosa succede se un ricorso si basa su un’errata qualificazione del reato contestato?
Il ricorso viene considerato manifestamente infondato. Nel caso di specie, l’imputato è stato condannato per furto aggravato, ma la sua difesa ha basato le censure sul diverso delitto di truffa, rendendo l’argomentazione “completamente fuori fuoco” e quindi inammissibile.

La presenza di circostanze aggravanti incide sulla necessità della querela per procedere penalmente?
Sì. La sentenza conferma che la configurabilità delle aggravanti contestate (in questo caso, per il furto) comporta che il delitto sia procedibile d’ufficio. Di conseguenza, la mancanza di una querela da parte della persona offesa diventa irrilevante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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