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Ricorso inammissibile: motivi nuovi e aspecifici

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da due individui contro una condanna per reati contro il patrimonio. La decisione si fonda sulla constatazione che i motivi del ricorso erano nuovi, in quanto non dedotti nel precedente grado di appello, e aspecifici, poiché non contestavano puntualmente le argomentazioni della sentenza impugnata, violando così i requisiti procedurali.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti dei Motivi d’Appello

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione chiarisce i rigidi paletti procedurali per accedere al giudizio di legittimità, ribadendo che un ricorso inammissibile è la conseguenza inevitabile quando i motivi presentati sono nuovi o formulati in maniera generica. Questa ordinanza offre uno spunto fondamentale per comprendere perché non tutte le doglianze possono essere esaminate dalla Suprema Corte e quali sono i requisiti essenziali per un’impugnazione efficace.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla condanna di due soggetti da parte del Tribunale e successivamente confermata dalla Corte d’Appello per reati contro il patrimonio, in particolare per concorso in invasione di terreni ed edifici (artt. 110, 633, 639 bis c.p.) e furto aggravato (artt. 110, 625 c.p.). Gli imputati venivano condannati a pene detentive e pecuniarie. Avverso la sentenza di secondo grado, entrambi proponevano ricorso per Cassazione, lamentando un’errata valutazione della prova indiziaria e la violazione delle regole di giudizio.

Le Ragioni che Portano a un Ricorso Inammissibile

I ricorrenti hanno basato la loro impugnazione su un presunto “malgoverno” delle regole sulla valutazione della prova, richiamando l’articolo 192 del codice di procedura penale. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha rigettato completamente le loro argomentazioni, dichiarando il ricorso inammissibile per due ragioni principali, tra loro strettamente connesse: la novità e l’aspecificità dei motivi.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

L’ordinanza della Suprema Corte si sofferma su aspetti cruciali della procedura penale che limitano l’accesso al giudizio di legittimità. I giudici hanno evidenziato come le censure mosse dai ricorrenti non potessero trovare accoglimento.

Il Divieto dei Motivi Nuovi

Il primo ostacolo insormontabile è stato il carattere di novità delle censure. La Corte ha osservato che le questioni sollevate in sede di legittimità – come il mancato riconoscimento di cause di giustificazione o il difetto dell’elemento soggettivo (dolo) – non erano mai state dedotte come specifici motivi nel precedente atto di appello. L’articolo 606, comma 3, del codice di procedura penale stabilisce chiaramente che non possono essere presentati in Cassazione motivi diversi da quelli già enunciati nell’appello. Questa regola serve a garantire la progressione logica del processo, impedendo che la Cassazione diventi una terza istanza di merito dove introdurre tematiche mai dibattute prima.

L’Aspecificità del Ricorso

Il secondo profilo di criticità riguarda l’aspecificità dei motivi. I ricorsi si limitavano a un’astratta affermazione di principi sulla valutazione della prova, senza però confrontarsi in modo puntuale e critico con le specifiche argomentazioni contenute nella sentenza impugnata. Un ricorso in Cassazione non può consistere in una generica lamentela, ma deve individuare con precisione il punto della motivazione del giudice di secondo grado che si ritiene errato e spiegare perché. In assenza di questo confronto specifico, il motivo è considerato generico e, di conseguenza, inammissibile.

Le Conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione riafferma un principio fondamentale: l’impugnazione, specialmente in sede di legittimità, è uno strumento tecnico che richiede rigore e precisione. Un ricorso inammissibile non è solo un’occasione persa per la difesa, ma comporta anche conseguenze economiche per i ricorrenti, condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende. Questo caso insegna che la strategia difensiva deve essere costruita sin dal primo grado di giudizio e che i motivi di appello devono essere formulati in modo completo e specifico, poiché essi delimitano l’ambito di ciò che potrà essere discusso davanti alla Suprema Corte.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano sia ‘nuovi’, cioè non sollevati nel precedente grado di appello come prescritto dall’art. 606, comma 3, cod. proc. pen., sia ‘aspecifici’, in quanto si limitavano a enunciazioni astratte senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata.

È possibile introdurre nuove argomentazioni per la prima volta nel ricorso per Cassazione?
No, l’ordinanza chiarisce che la legge non lo consente. I motivi di ricorso in Cassazione devono essere gli stessi già dedotti con l’atto di appello, altrimenti vengono considerati ‘nuovi’ e determinano l’inammissibilità dell’impugnazione.

Quali sono le conseguenze pratiche di un ricorso inammissibile?
Oltre a impedire l’esame nel merito delle questioni sollevate, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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