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Ricorso inammissibile: motivi non specifici in appello

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per tentato furto. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi, che si limitavano a ripetere le argomentazioni già respinte in appello, e sull’introduzione di nuove questioni non sollevate in precedenza.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: L’Importanza della Specificità dei Motivi di Appello

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale del diritto processuale penale: un ricorso inammissibile è la conseguenza inevitabile di motivi di appello generici e ripetitivi. Questa decisione offre spunti cruciali sull’importanza di formulare critiche argomentate e specifiche contro le sentenze di merito, evitando di riproporre questioni già valutate o di sollevare doglianze per la prima volta nel giudizio di legittimità.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una condanna per tentato furto aggravato. La Corte di Appello di Firenze aveva parzialmente riformato la sentenza di primo grado, dichiarando il non doversi procedere per un capo d’imputazione a causa del difetto di querela e rideterminando la pena per il reato residuo.

L’imputato, non soddisfatto della decisione, ha proposto ricorso per cassazione, basandolo su tre motivi principali:
1. Mancanza di prove sufficienti per affermare la sua responsabilità penale.
2. Mancata concessione della circostanza attenuante del danno di particolare tenuità.
3. Mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche.

L’Analisi della Corte e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi del ricorso, dichiarandoli tutti inammissibili per ragioni diverse ma interconnesse, che delineano chiaramente i limiti dell’impugnazione di legittimità.

La Genericità dei Primi Motivi: una Mera Ripetizione

I primi due motivi sono stati giudicati inammissibili perché considerati una ‘pedissequa reiterazione’ di argomenti già presentati e respinti dalla Corte di Appello. La Cassazione ha sottolineato che il ricorso non deve essere una semplice riproposizione, ma una critica argomentata e specifica della sentenza impugnata. Nel caso di specie, l’imputato non ha mosso censure mirate contro la logicità della motivazione della Corte territoriale, rendendo di fatto il suo appello non specifico e, quindi, inammissibile.

L’Attenuante del Danno e la Valutazione Complessiva

Sul secondo punto, relativo alla mancata concessione dell’attenuante per il danno di lieve entità (art. 62 n. 4 c.p.), la Corte ha confermato la correttezza della decisione di merito. I giudici di appello avevano negato l’attenuante non solo considerando il valore della refurtiva, ma anche il danno complessivo arrecato, inclusi i danni materiali causati al veicolo durante lo scasso. Questa valutazione è conforme alla giurisprudenza consolidata, secondo cui il giudice deve considerare l’intero pregiudizio economico subito dalla vittima, non solo il valore del bene sottratto.

Le Attenuanti Generiche: Una Richiesta Tardiva

Infine, la doglianza sulla mancata concessione delle attenuanti generiche è stata dichiarata inammissibile perché la questione non era stata sollevata con uno specifico motivo di appello, né era stata richiesta in sede di conclusioni nel giudizio di secondo grado. La Corte ha ribadito il principio secondo cui non possono essere dedotte in Cassazione questioni che non siano state devolute alla cognizione del giudice di appello, a meno che non si tratti di questioni rilevabili d’ufficio.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione centrale dell’ordinanza risiede nel principio di specificità dei motivi di ricorso. Un’impugnazione, per essere ammissibile, deve contenere una critica puntuale e ragionata della decisione che si contesta. Non è sufficiente ripetere le stesse difese già respinte, ma è necessario evidenziare i vizi logici o giuridici specifici della sentenza di secondo grado. La Corte ha applicato rigorosamente questo principio, evidenziando come la mancanza di una critica argomentata renda il ricorso meramente apparente e, di conseguenza, processualmente inaccettabile. La decisione rinforza inoltre il concetto che il giudizio di Cassazione è un controllo di legittimità e non un terzo grado di merito, precludendo l’analisi di questioni fattuali o di doglianze non tempestivamente sollevate nelle sedi opportune.

Conclusioni

Questa pronuncia serve da monito per la prassi legale: la redazione di un atto di appello o di un ricorso per cassazione richiede un’analisi approfondita e mirata della sentenza impugnata. La mera riproposizione di argomenti già vagliati o l’introduzione tardiva di nuove questioni non solo è inefficace, ma porta a una dichiarazione di ricorso inammissibile, con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La specificità e la pertinenza dei motivi sono, dunque, i pilastri indispensabili per un’efficace tutela dei diritti nel processo penale.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile se si limita a ripetere argomenti già respinti in appello senza formulare una critica specifica e argomentata contro la decisione impugnata, oppure se solleva questioni non precedentemente sottoposte al giudice d’appello.

Come si valuta l’attenuante del danno di particolare tenuità in un furto?
Secondo la sentenza, il giudice deve considerare non solo il valore economico della cosa sottratta (la refurtiva), ma anche il pregiudizio complessivo arrecato alla persona offesa, inclusi eventuali danni ulteriori e diretti conseguenza del reato, come quelli derivanti dallo scasso di un veicolo.

È possibile chiedere la concessione delle attenuanti generiche per la prima volta in Cassazione?
No, la decisione chiarisce che una tale richiesta è inammissibile se non è stata oggetto di uno specifico motivo di appello e non è stata avanzata nelle conclusioni del processo di secondo grado, poiché non rientra tra le questioni che il giudice può rilevare d’ufficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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