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Ricorso inammissibile: motivi generici in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per lesioni stradali gravi (art. 590-bis c.p.). La Corte ha stabilito che i motivi di ricorso non possono essere una mera riproduzione delle censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. Viene inoltre ribadito che la determinazione della pena è una decisione discrezionale del giudice di merito, non sindacabile in sede di legittimità se non per manifesta illogicità, assente nel caso di specie.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: La Cassazione chiarisce i limiti dell’appello

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del processo penale: un ricorso inammissibile è la conseguenza inevitabile quando i motivi presentati sono una semplice ripetizione di argomenti già valutati e respinti nei precedenti gradi di giudizio. La decisione offre spunti importanti sulla tecnica redazionale dei ricorsi e sui limiti del sindacato di legittimità sulla determinazione della pena.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna per il reato di lesioni personali stradali gravi, previsto dall’art. 590-bis del codice penale. L’imputato, ritenuto responsabile dal Tribunale di primo grado, vedeva la sua posizione parzialmente riformata dalla Corte d’Appello. Quest’ultima, pur confermando la colpevolezza, aveva ridotto la pena in virtù del bilanciamento tra le attenuanti generiche e le aggravanti contestate.

Non soddisfatto della decisione, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione, lamentando una serie di presunte violazioni di legge e vizi di motivazione. Le sue censure riguardavano, tra le altre cose, la mancata applicazione di un’attenuante specifica, la valutazione di alcune testimonianze, il mancato riconoscimento della prevalenza delle attenuanti generiche sulle aggravanti e l’eccessività della pena inflitta.

I Motivi del Ricorso e la decisione della Corte

L’appellante ha sollevato diverse questioni, tra cui:

* Violazione di specifiche norme del codice penale (artt. 590-bis, 62, 62-bis, 133 c.p.).
* Vizio di motivazione riguardo alla valutazione di prove testimoniali.
* Errata determinazione del trattamento sanzionatorio, ritenuto sproporzionato.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha ritenuto che nessuno di questi motivi potesse trovare accoglimento, dichiarando il ricorso inammissibile nel suo complesso.

Le Motivazioni della Cassazione sul ricorso inammissibile

La Corte ha basato la sua decisione su due pilastri argomentativi principali.

In primo luogo, ha qualificato i motivi del ricorso come meramente “riproduttivi”. Ciò significa che l’imputato si è limitato a ripresentare le stesse obiezioni già sollevate davanti alla Corte d’Appello, senza però confrontarsi specificamente con le risposte e le argomentazioni fornite da quest’ultima nella sua sentenza. In sede di legittimità, non è sufficiente ripetere le proprie ragioni; è necessario dimostrare perché la motivazione del giudice precedente sarebbe errata, illogica o in contrasto con la legge. La mancanza di questo confronto critico rende i motivi generici e, di conseguenza, inammissibili.

In secondo luogo, la Corte ha ribadito la sua consolidata giurisprudenza in materia di trattamento sanzionatorio. La determinazione della pena, ovvero la sua quantificazione concreta all’interno dei limiti edittali, rientra nella piena discrezionalità del giudice di merito. Il giudizio della Cassazione su questo punto è estremamente limitato: può intervenire solo se la decisione è frutto di puro arbitrio o se la motivazione è palesemente illogica. Nel caso di specie, i giudici hanno ritenuto che la Corte d’Appello avesse fornito una giustificazione adeguata e coerente per la pena inflitta, rendendo la censura infondata.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito importante per chiunque intenda presentare un ricorso per Cassazione. La redazione dell’atto richiede una tecnica specifica e rigorosa. Non è una terza istanza di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti o riproporre le medesime difese. È indispensabile analizzare in profondità la sentenza impugnata e costruire motivi di ricorso che ne attacchino specificamente la logica e la coerenza giuridica. In caso contrario, il risultato sarà non solo la conferma della condanna, ma anche l’addebito delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come avvenuto in questo caso.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano una semplice riproduzione di censure già adeguatamente esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. L’appellante non ha sviluppato un confronto specifico e critico con la motivazione della sentenza impugnata.

La Corte di Cassazione può modificare la pena decisa da un giudice di merito?
Generalmente no. La determinazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito. La Corte di Cassazione può annullare la decisione solo se questa è frutto di arbitrio o se la motivazione a supporto è manifestamente illogica, circostanze non riscontrate nel caso in esame.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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