LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: motivi generici e valutazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per ricettazione e resistenza. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi, considerati una mera riproposizione di doglianze già respinte, e sull’insindacabilità della valutazione discrezionale del giudice di merito riguardo la quantificazione della pena e le aggravanti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello in Cassazione non Supera il Vaglio

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile venga trattato nel nostro sistema giudiziario. Quando un imputato decide di impugnare una sentenza di condanna, non è sufficiente esprimere un generico dissenso; è necessario formulare critiche precise e argomentate, capaci di mettere in discussione la logica e la correttezza giuridica della decisione precedente. In caso contrario, come vedremo, il ricorso è destinato a essere respinto senza nemmeno entrare nel merito della questione.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva condannato in Corte d’Appello per i reati di ricettazione (art. 648 c.p.) e resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.). L’imputato decideva di presentare ricorso per cassazione, affidandosi a due principali motivi di doglianza. Il primo contestava la correttezza della motivazione che aveva portato al giudizio di colpevolezza. Il secondo, invece, criticava l’applicazione di un’aggravante (la recidiva reiterata) e la mancata concessione di un aumento minimo di pena per la continuazione tra i reati.

Analisi del Ricorso Inammissibile da Parte della Corte

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi presentati e li ha rigettati entrambi, dichiarando il ricorso inammissibile. Vediamo nel dettaglio le ragioni di questa decisione.

La Genericità del Primo Motivo di Ricorso

Il primo motivo, con cui si contestava la responsabilità penale, è stato giudicato “indeducibile”. La Corte ha osservato che le argomentazioni non erano nuove, ma si limitavano a ripetere pedissequamente quelle già presentate e respinte in appello. La Corte d’Appello aveva chiaramente spiegato perché l’identificazione dell’imputato da parte degli agenti di polizia era da considerarsi certa e indubitabile, nonostante indossasse un casco, poiché il viso era rimasto scoperto e gli stessi agenti lo avevano controllato pochi giorni prima. Un ricorso in Cassazione deve consistere in una critica argomentata alla sentenza impugnata, non in una semplice riproposizione di tesi già smentite. Mancando questa specificità, il motivo è stato considerato solo apparentemente critico e quindi inammissibile.

La Discrezionalità del Giudice nella Determinazione della Pena

Anche il secondo motivo è stato respinto. La Corte ha ribadito un principio fondamentale: la “graduazione della pena”, ovvero la determinazione della sua entità concreta (inclusi gli aumenti per le aggravanti e le diminuzioni per le attenuanti), rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. Questo potere deve essere esercitato seguendo i criteri indicati dagli artt. 132 e 133 del codice penale (gravità del danno, intensità del dolo, ecc.). La Corte di Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di primo o secondo grado, a meno che la decisione non sia palesemente arbitraria o illogica. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che la decisione del giudice d’appello fosse adeguatamente motivata e non presentasse vizi di logicità, rendendo quindi la censura inammissibile.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione della Cassazione si concentra sulla natura e la funzione del giudizio di legittimità. La Suprema Corte non è un “terzo grado” di giudizio dove si possono rivalutare i fatti o l’adeguatezza della pena. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata.

Per questo, le doglianze che si risolvono in una mera reiterazione di argomenti già esaminati e motivatamente disattesi sono considerate aspecifiche e, di conseguenza, inammissibili. Allo stesso modo, le critiche relative alla quantificazione della pena sono ammesse solo se dimostrano un’abnormità o un’illogicità manifesta nel ragionamento del giudice, non se mirano semplicemente a ottenere una valutazione diversa e più favorevole.

Le Conclusioni

L’ordinanza si conclude con una dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Questa decisione comporta due conseguenze pratiche significative per il ricorrente. In primo luogo, la sentenza di condanna della Corte d’Appello diventa definitiva e irrevocabile. In secondo luogo, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di ricorso inammissibile, volta a scoraggiare impugnazioni pretestuose o dilatorie.

Perché un motivo di ricorso può essere considerato una ‘pedissequa reiterazione’ e quindi inammissibile?
Un motivo di ricorso viene considerato una ‘pedissequa reiterazione’ quando si limita a riproporre le stesse identiche argomentazioni già presentate e respinte nel precedente grado di giudizio, senza formulare una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza che si sta impugnando.

La Corte di Cassazione può modificare l’entità di una pena decisa da un giudice di merito?
No, la Corte di Cassazione non può, di norma, modificare l’entità della pena. La sua determinazione (graduazione) è un potere discrezionale del giudice di merito. La Cassazione può intervenire solo se la decisione sulla pena è frutto di un mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico, cosa che nel caso di specie non è stata riscontrata.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta che il ricorso non viene esaminato nel merito. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati