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Ricorso inammissibile: motivi generici e ripetitivi

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per favoreggiamento personale. I motivi del ricorso sono stati giudicati generici, mera riproduzione di censure già respinte in appello, e manifestamente infondati per quanto riguarda la richiesta di riduzione della pena e la concessione di attenuanti. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quando le censure sono generiche e ripetitive

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale del nostro sistema processuale: per poter essere esaminato nel merito, un ricorso deve presentare motivi specifici, pertinenti e non meramente ripetitivi di argomentazioni già valutate e respinte nei precedenti gradi di giudizio. In caso contrario, il risultato è una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. Analizziamo il caso specifico per comprendere meglio le ragioni di tale decisione.

I Fatti del Caso

Una donna veniva condannata in primo e secondo grado per il reato di favoreggiamento personale, previsto dall’art. 378 del codice penale. La Corte d’Appello, pur rideterminando la pena in senso più favorevole, confermava la sua responsabilità penale. Contro questa sentenza, l’imputata proponeva ricorso per Cassazione, affidandosi a due principali motivi di doglianza.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’Analisi del Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha esaminato i motivi del ricorso, giungendo alla conclusione che nessuno dei due potesse superare il vaglio di ammissibilità.

Primo Motivo: Genericità sulla Sussistenza del Reato

Il primo motivo di ricorso contestava la violazione di legge e il vizio di motivazione riguardo all’elemento soggettivo del reato. Tuttavia, i giudici di legittimità hanno osservato come tali censure fossero, oltre che generiche, una mera riproduzione di argomentazioni già ampiamente esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. Il giudice di merito aveva infatti fornito una motivazione logica e corretta, basata sul compendio probatorio raccolto, per affermare la sussistenza sia dell’elemento oggettivo che di quello soggettivo del reato. Riproporre le stesse questioni senza nuovi e specifici argomenti rende il motivo di ricorso inammissibile.

Secondo Motivo: Eccessività della Pena e Mancato Riconoscimento delle Attenuanti

Il secondo motivo lamentava l’eccessività della pena e il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche. Anche questa doglianza è stata giudicata manifestamente infondata. La Corte d’Appello aveva chiaramente spiegato le ragioni del diniego delle attenuanti, facendo riferimento ai precedenti a carico della ricorrente e al suo comportamento processuale. Inoltre, la pena, già rideterminata in senso più favorevole, era stata considerata congrua alla gravità del fatto. La motivazione della Corte territoriale è stata ritenuta immune da vizi logici o giuridici, rendendo anche questo motivo non accoglibile.

Le Motivazioni

La decisione della Cassazione si fonda sulla funzione stessa del giudizio di legittimità, che non è un terzo grado di merito dove poter riesaminare i fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione delle sentenze precedenti. Motivi di ricorso che si limitano a riproporre le stesse difese, senza individuare vizi specifici nella sentenza impugnata, o che criticano valutazioni di merito adeguatamente motivate, sono destinati all’inammissibilità. La Corte ha ritenuto che la sentenza d’appello avesse fornito risposte complete e giuridicamente corrette a tutte le questioni sollevate, rendendo il ricorso un tentativo superfluo di ottenere una nuova valutazione dei fatti.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma che la presentazione di un ricorso in Cassazione richiede un’attenta formulazione dei motivi, che devono essere specifici e criticare puntualmente le violazioni di legge o i vizi logici della sentenza impugnata. Non è sufficiente manifestare un generico dissenso con la decisione dei giudici di merito. La declaratoria di ricorso inammissibile non solo rende definitiva la condanna, ma comporta anche conseguenze economiche per il ricorrente, come il pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, in questo caso quantificata in tremila euro.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i motivi sono generici, riproduttivi di censure già esaminate e respinte nei gradi di merito, o manifestamente infondati, senza quindi presentare critiche specifiche e pertinenti alla sentenza impugnata.

Perché alla ricorrente non sono state concesse le circostanze attenuanti generiche?
La Corte d’Appello ha negato le attenuanti generiche fornendo una motivazione valida, basata sui precedenti a carico della ricorrente e sul suo comportamento processuale.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna definitiva, l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e il versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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