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Ricorso inammissibile: motivi generici e ripetitivi

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per il reato di oltraggio a un magistrato in udienza (art. 343 c.p.). I motivi sono stati giudicati ripetitivi di censure già respinte e generici, confermando la decisione della Corte d’Appello e condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Quando i Motivi Non Bastano

Presentare un ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma l’accesso a questa sede è tutt’altro che scontato. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile venga trattato, sottolineando l’importanza di formulare motivi specifici, pertinenti e non meramente ripetitivi. Analizziamo insieme la decisione per comprendere quali errori evitare e quali sono i limiti del giudizio di legittimità.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Perugia, che aveva confermato la sua condanna per il reato previsto dall’art. 343 del codice penale (oltraggio a un magistrato in udienza). La difesa dell’imputato ha tentato di portare la questione davanti alla Corte di Cassazione, sollevando tre distinti motivi di gravame. L’obiettivo era quello di contestare sia la sussistenza degli elementi costitutivi del reato, sia la misura della pena inflitta, ritenuta eccessiva.

La Decisione della Corte di Cassazione e il concetto di ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello precedente: la valutazione della corretta impostazione del ricorso stesso. La Corte ha ritenuto che i motivi presentati non fossero idonei a superare il vaglio di ammissibilità, chiudendo di fatto la porta a un’ulteriore discussione del caso. Di conseguenza, la condanna è diventata definitiva e il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su argomentazioni precise che evidenziano i vizi del ricorso. I giudici hanno chiarito perché i motivi proposti non potessero essere accolti in sede di legittimità.

Ripetitività e Genericità dei Motivi

Il primo e il terzo motivo del ricorso sono stati giudicati come una semplice riproposizione di censure già esaminate e respinte dai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello). La Cassazione ha specificato che i giudici precedenti avevano già fornito risposte giuridicamente corrette, puntuali e logicamente coerenti. Ripetere le stesse argomentazioni senza individuare un vizio di legittimità (cioè un errore nell’applicazione della legge) rende il ricorso inammissibile.

Il secondo motivo, invece, è stato considerato affetto da ‘genericità’. La difesa lamentava il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, ma non ha indicato elementi concreti e positivi che i giudici di merito avrebbero ignorato. Una semplice lamentela, priva di un supporto fattuale specifico, non è sufficiente per contestare una decisione ben motivata.

I Limiti del Giudizio di Legittimità

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: la Corte di Cassazione non è un ‘terzo grado di merito’. Il suo compito non è rivalutare i fatti o le prove, ma assicurare l’uniforme interpretazione e la corretta applicazione della legge. Proporre motivi che, di fatto, chiedono alla Corte di riesaminare il merito della vicenda, come se fosse un nuovo processo d’appello, è un errore che conduce inevitabilmente all’inammissibilità.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione in commento è un monito importante per chi intende impugnare una sentenza penale in Cassazione. È fondamentale che i motivi del ricorso siano focalizzati su vizi di legittimità, come l’erronea applicazione di una norma di legge o la manifesta illogicità della motivazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con la valutazione dei fatti compiuta dai giudici di merito. Un ricorso inammissibile non solo non porta al risultato sperato, ma comporta anche ulteriori conseguenze economiche per il ricorrente, come la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano in parte ripetitivi di argomenti già esaminati e respinti nei precedenti gradi di giudizio, e in parte troppo generici, non essendo consentito in sede di legittimità un riesame dei fatti.

Cosa significa che i motivi del ricorso erano ‘generici’?
Significa che il ricorrente, nel lamentare il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, non ha specificato quali elementi concreti e positivi i giudici di merito avrebbero trascurato. La doglianza è rimasta una mera affermazione non supportata da argomentazioni specifiche.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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