LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: motivi generici e ripetitivi

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna per falsa testimonianza. I motivi sono stati giudicati generici, ripetitivi e tesi a una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello in Cassazione è Destinato al Fallimento

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è un’opportunità per ridiscutere l’intero processo. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci ricorda quali sono i paletti da rispettare, pena la dichiarazione di ricorso inammissibile e le relative conseguenze economiche. L’ordinanza n. 4375/2024 analizza un caso emblematico di impugnazione basata su motivi generici e ripetitivi, offrendo spunti preziosi per comprendere i limiti del giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso

Un individuo, condannato in Corte d’Appello per il reato di falsa testimonianza (previsto dall’art. 372 del codice penale), decideva di presentare ricorso per Cassazione. L’obiettivo era contestare l’affermazione della sua responsabilità penale. Le sue argomentazioni, tuttavia, si concentravano sulla richiesta di una nuova e diversa lettura delle prove già valutate nei gradi di merito, proponendo una visione alternativa dei fatti.

Inoltre, il ricorrente sollevava, in modo molto generico, la questione della mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), un’eccezione che, peraltro, non era stata nemmeno avanzata durante l’udienza d’appello.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La conseguenza non è stata solo la conferma della condanna, ma anche l’imposizione al ricorrente del pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro da versare alla Cassa delle ammende. La decisione si fonda su principi consolidati della procedura penale che definiscono chiaramente il perimetro del giudizio di legittimità.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Inammissibile?

La Corte ha basato la sua decisione su due pilastri fondamentali che evidenziano gli errori commessi nell’impostazione del ricorso.

Ripetitività dei Motivi e Limiti del Giudizio di Legittimità

Il primo e più importante motivo di inammissibilità risiede nella natura delle doglianze presentate. I giudici hanno sottolineato che i motivi del ricorso erano semplicemente una riproposizione di argomenti già esaminati e respinti con motivazioni giuridicamente corrette dalla Corte d’Appello. Soprattutto, il ricorso tentava di sollecitare una “rivalutazione” o una “alternativa rilettura” delle prove.

Questo è un errore cruciale: la Corte di Cassazione non è un ‘terzo grado di giudizio’ dove si possono rimettere in discussione i fatti. Il suo compito è il cosiddetto “sindacato di legittimità”, ovvero verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e non contraddittorio. Chiedere di rivalutare le prove è un’attività estranea a questo tipo di controllo e rende il ricorso inammissibile.

Genericità del Motivo sulla Particolare Tenuità del Fatto

Anche il secondo motivo, relativo all’applicazione dell’art. 131-bis c.p., è stato giudicato inammissibile. La Corte ha rilevato non solo che la questione non era stata sollevata in appello, ma che era stata formulata in modo “del tutto generico”. Il ricorrente non aveva illustrato le ragioni specifiche per cui riteneva sussistenti i requisiti richiesti dalla norma (come l’esiguità del danno o del pericolo). Un motivo di ricorso deve essere specifico e autosufficiente, non può limitarsi a enunciare una richiesta senza argomentarla adeguatamente.

Le Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche di un Ricorso Inammissibile

Questa ordinanza ribadisce una lezione fondamentale: impugnare una sentenza in Cassazione richiede un approccio tecnico e rigoroso. Non è sufficiente essere insoddisfatti della decisione precedente; è necessario individuare vizi di legittimità specifici (violazioni di legge o difetti di motivazione). Un ricorso inammissibile non solo non porta ad alcun risultato utile per il condannato, ma comporta anche un aggravio di spese. La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende, come previsto dalla giurisprudenza costituzionale, ha una funzione sanzionatoria e dissuasiva, per scoraggiare impugnazioni presentate senza un fondamento giuridico serio.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché i motivi erano una mera riproposizione di argomentazioni già respinte in appello e chiedevano una nuova valutazione delle prove, attività non consentita alla Corte di Cassazione. Inoltre, un ulteriore motivo era stato formulato in modo del tutto generico.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, che in questo caso è stata fissata in tremila euro, da versare in favore della Cassa delle ammende.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove del processo?
No, non è possibile. La Corte di Cassazione svolge un controllo di legittimità, verificando la corretta applicazione della legge e la coerenza della motivazione. Non può effettuare una nuova valutazione delle fonti di prova, che è compito esclusivo dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati