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Ricorso inammissibile: motivi generici e ripetitivi

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per resistenza a pubblico ufficiale. I motivi sono stati giudicati generici e meramente ripetitivi, confermando la decisione della Corte d’Appello e condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quando l’impugnazione è generica e ripetitiva

Presentare un ricorso in Cassazione richiede rigore e specificità. Quando i motivi di impugnazione si limitano a ripetere argomenti già discussi o sono formulati in modo vago, il rischio concreto è una dichiarazione di ricorso inammissibile. Questa decisione non solo pone fine al percorso giudiziario, ma comporta anche conseguenze economiche per il ricorrente. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di questa dinamica, sottolineando i criteri di ammissibilità che ogni avvocato deve attentamente considerare.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna per il reato di resistenza a pubblico ufficiale emessa nei confronti di un imputato. La decisione era stata confermata anche dalla Corte d’Appello. Non rassegnato, l’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione, affidandosi a diversi motivi per cercare di ribaltare il verdetto.

I Motivi del Ricorso e la loro Valutazione

Il ricorrente basava la sua impugnazione su quattro punti principali:

1. Giudizio di responsabilità: contestava la sua colpevolezza per il reato ascrittogli.
2. Mancata sospensione condizionale della pena: lamentava il diniego del beneficio della sospensione della pena.
3. Dosimetria della pena: criticava il modo in cui i giudici avevano calcolato l’entità della sanzione.
4. Mancato riconoscimento di una circostanza attenuante: si doleva della non applicazione della circostanza prevista dall’art. 114 del codice penale (contributo di minima importanza).

La Decisione della Cassazione sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, dopo aver esaminato gli atti, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su una duplice valutazione dei motivi presentati. In primo luogo, sono stati considerati ‘meramente reiterativi’, ovvero una semplice riproposizione di censure che erano già state adeguatamente analizzate e respinte dai giudici di merito nei precedenti gradi di giudizio. In secondo luogo, i motivi sono stati giudicati ‘obiettivamente generici’, poiché non si confrontavano in modo specifico e critico con la motivazione della sentenza d’appello.

Come diretta conseguenza della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte Suprema si basa su un principio cardine del giudizio di legittimità. La Cassazione non è un terzo grado di merito dove si possono rivalutare i fatti, ma un organo che verifica la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione delle sentenze impugnate. Un ricorso, per essere ammissibile, deve individuare con precisione i vizi della sentenza impugnata, dimostrando perché il ragionamento dei giudici di appello sarebbe errato. Limitarsi a ripetere le stesse argomentazioni già respinte, senza spiegare perché la valutazione della Corte d’Appello sia stata illogica o illegittima, rende l’impugnazione generica e, di conseguenza, inammissibile. In questo caso, i motivi del ricorrente non superavano questa soglia di specificità, trasformando l’appello in un tentativo sterile di ottenere una nuova valutazione dei fatti, compito che esula dalle funzioni della Cassazione.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un’importante lezione pratica: l’impugnazione davanti alla Corte di Cassazione deve essere un atto tecnico e mirato. La superficialità o la genericità nella formulazione dei motivi non solo ne decreta l’insuccesso, ma espone il ricorrente a sanzioni economiche. La decisione sottolinea la necessità di un’analisi critica e approfondita della sentenza di secondo grado, costruendo un ricorso che attacchi specificamente le argomentazioni giuridiche e logiche dei giudici, anziché limitarsi a una sterile ripetizione di difese già valutate. In caso contrario, il risultato sarà, come in questo caso, un ricorso inammissibile con condanna alle spese.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati sono stati ritenuti, da una parte, meramente ripetitivi di censure già adeguatamente valutate dai Giudici di merito e, dall’altra, obiettivamente generici rispetto alla motivazione della sentenza impugnata, con la quale non si confrontavano.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Qual era il reato per cui il ricorrente era stato condannato nei gradi di merito?
Il ricorrente era stato condannato per il reato di resistenza a pubblico ufficiale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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