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Ricorso inammissibile: motivi generici e requisiti

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per furto aggravato. La Corte ha stabilito che i motivi dell’appello erano eccessivamente generici e vaghi, non rispettando i requisiti di specificità richiesti dall’art. 581 del codice di procedura penale. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Perché la Genericità dei Motivi Porta al Rigetto in Cassazione

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma per accedervi è necessario rispettare regole formali molto precise. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci ricorda l’importanza della specificità dei motivi di impugnazione, pena la dichiarazione di ricorso inammissibile. Questo significa non solo la fine del percorso giudiziario, ma anche ulteriori costi per il condannato. Analizziamo insieme un’ordinanza che chiarisce questo fondamentale principio processuale.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna per furto aggravato in concorso, confermata dalla Corte d’Appello di Venezia. L’imputato, ritenendo la sentenza ingiusta, ha deciso di proporre ricorso per Cassazione, affidandosi alla Suprema Corte per ottenere una revisione del suo caso.

I Motivi del Ricorso e la Valutazione della Corte

L’imputato ha basato il suo ricorso su tre principali censure:

1. Violazione di legge e vizio di motivazione riguardo alla possibile esistenza di cause di non punibilità.
2. Vizio di motivazione in relazione a un trattamento sanzionatorio ritenuto eccessivo.
3. Erronea qualificazione giuridica del fatto di reato.

Tuttavia, la Corte di Cassazione ha stroncato sul nascere queste doglianze. I giudici hanno ritenuto i motivi “assolutamente generici per indeterminatezza”, in quanto non rispettavano i requisiti prescritti dall’articolo 581, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale. In pratica, il ricorso si limitava a enunciare i presunti errori senza articolarli in modo specifico e dettagliato, non consentendo alla Corte di comprendere quali fossero le effettive critiche mosse alla sentenza impugnata.

L’Ordinanza e il Principio del ricorso inammissibile

Di fronte a un atto così formulato, la Corte non ha potuto fare altro che dichiarare il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate, ma si ferma a un livello preliminare, quello dei requisiti formali. La logica è chiara: il giudice dell’impugnazione non può e non deve ‘indovinare’ o ‘ricostruire’ le ragioni dell’appellante. Il ricorso deve essere un atto autosufficiente, che mette il giudice nelle condizioni di esercitare il proprio sindacato in modo mirato e preciso.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si fonda interamente sulla violazione dell’art. 581 c.p.p. La norma impone che l’atto di impugnazione contenga, a pena di inammissibilità, l’enunciazione specifica dei motivi, con l’indicazione delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto che li sorreggono. Nel caso di specie, i motivi erano formulati in modo talmente astratto da non indicare “minimamente gli elementi che sono alla base della censura formulata”. A fronte di una motivazione della sentenza d’appello ritenuta “logicamente corretta”, un ricorso generico non è in grado di scalfire la decisione precedente né di attivare validamente il giudizio di legittimità. La Corte ha sottolineato che un ricorso così strutturato impedisce al giudice di “individuare i rilievi mossi ed esercitare il proprio sindacato”.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La decisione in esame ribadisce un principio cruciale per chiunque operi nel diritto penale: la redazione di un ricorso, specialmente in Cassazione, è un’attività che richiede massima precisione e rigore tecnico. Non basta lamentare un’ingiustizia; è indispensabile argomentare in modo specifico, puntuale e dettagliato, confrontandosi criticamente con la motivazione del provvedimento che si intende impugnare. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la conferma della condanna, ma anche l’addebito delle spese processuali e il pagamento di una somma, in questo caso di tremila euro, in favore della Cassa delle ammende. Questa ordinanza funge da monito: la genericità e la superficialità nella stesura degli atti processuali rappresentano un ostacolo insormontabile che preclude l’accesso alla giustizia.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i suoi motivi sono stati ritenuti assolutamente generici e indeterminati, in violazione dei requisiti di specificità prescritti dall’articolo 581, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale.

Cosa deve contenere un ricorso in Cassazione per essere considerato valido?
Secondo l’ordinanza, un ricorso deve indicare in modo specifico e non generico gli elementi che costituiscono la base della censura formulata, permettendo così al giudice dell’impugnazione di individuare con precisione i rilievi mossi alla sentenza ed esercitare il proprio sindacato.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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