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Ricorso inammissibile: motivi generici e recidiva

Un soggetto condannato in appello per furto aggravato ha presentato ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile in quanto i motivi presentati erano generici, ripetitivi di censure già respinte e miravano a una rivalutazione dei fatti non consentita nel giudizio di legittimità. La decisione ha confermato la valutazione sulla colpevolezza, l’applicazione della recidiva e la congruità della pena, ribadendo i limiti del sindacato della Cassazione.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: L’Analisi della Cassazione su Motivi Generici e Recidiva

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito i severi criteri di ammissibilità dei ricorsi, dichiarando un ricorso inammissibile poiché basato su motivi generici e ripetitivi. Questa decisione offre spunti fondamentali per comprendere i limiti del giudizio di legittimità, specialmente in relazione a reati contro il patrimonio e alla valutazione della recidiva. Il caso riguarda un imputato condannato per furto aggravato che ha tentato di contestare la sua colpevolezza, l’applicazione della recidiva e la misura della pena.

I Fatti del Processo

L’imputato era stato condannato nei primi due gradi di giudizio per il reato di furto aggravato, ai sensi degli articoli 624 e 625 del codice penale. La Corte di Appello di Palermo aveva confermato la sentenza di primo grado. Avverso tale decisione, la difesa ha proposto ricorso per cassazione, articolando diversi motivi di doglianza. Le critiche mosse alla sentenza di appello riguardavano tre punti principali:
1. La mancata assoluzione per non aver commesso il fatto.
2. L’errata applicazione della recidiva.
3. L’eccessiva entità della pena e il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.

La Decisione della Corte di Cassazione: Il Ricorso è Inammissibile

La Suprema Corte ha respinto in toto le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sulla constatazione che tutti i motivi presentati erano privi dei requisiti necessari per essere esaminati nel merito nel giudizio di legittimità.

Il Primo Motivo: La Genericità delle Censure

La Corte ha qualificato il primo motivo, relativo alla richiesta di assoluzione, come generico e meramente riproduttivo di censure già esaminate e correttamente respinte dai giudici di merito. La Cassazione ha ricordato che il suo ruolo non è quello di riesaminare le prove e i fatti (come farebbe un terzo grado di giudizio), ma solo di controllare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Il ricorso, invece, sollecitava una rivalutazione delle prove, attività preclusa in questa sede.

Il Secondo Motivo: La Conferma della Recidiva

Anche la critica relativa alla recidiva è stata giudicata generica e infondata. La Corte di Appello aveva ampiamente motivato la sua decisione, evidenziando i numerosi precedenti penali dell’imputato per reati contro il patrimonio. Questi precedenti, secondo i giudici, dimostravano una persistente tendenza a delinquere, giustificando pienamente l’applicazione della recidiva. La Cassazione ha ritenuto tale motivazione pienamente in linea con i principi stabiliti dalle Sezioni Unite.

Pena e Attenuanti: La Discrezionalità del Giudice di Merito

Infine, i motivi riguardanti la graduazione della pena e il diniego delle attenuanti generiche sono stati considerati manifestamente infondati. La determinazione della pena rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. Tale potere può essere sindacato in Cassazione solo se esercitato in modo arbitrario o con un ragionamento palesemente illogico, cosa che nel caso di specie non è avvenuta. La Corte di Appello aveva infatti fornito una motivazione sufficiente per giustificare sia l’entità della sanzione sia il mancato riconoscimento delle attenuanti.

Le Motivazioni: Perché un Ricorso Inammissibile viene Dichiarato

La motivazione alla base della decisione della Cassazione è un chiaro promemoria dei principi che governano il giudizio di legittimità. Un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta della violazione di tali principi. La Corte non è un “terzo giudice” del fatto; il suo compito è garantire l’uniforme interpretazione della legge e il rispetto delle regole processuali. Pertanto, un ricorso è inammissibile quando:
È generico: non indica in modo specifico e puntuale i vizi di legge o di motivazione della sentenza impugnata.
È ripetitivo: si limita a riproporre le stesse argomentazioni già vagliate e disattese nei gradi di merito, senza introdurre elementi di novità critica.
Mira a una rivalutazione del fatto: chiede alla Corte di fornire una diversa lettura delle prove, invadendo la sfera di competenza esclusiva del giudice di merito.
Nel caso analizzato, tutti questi elementi erano presenti, rendendo inevitabile la declaratoria di inammissibilità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza sottolinea l’importanza di redigere un ricorso per cassazione con estremo rigore tecnico e giuridico. Per avere una possibilità di successo, è essenziale abbandonare le difese generiche e concentrarsi sull’individuazione di specifici errori di diritto o vizi logici macroscopici nella motivazione della sentenza d’appello. Contestare la valutazione della recidiva o la congruità della pena è un’operazione complessa, che richiede la dimostrazione di una palese irragionevolezza da parte del giudice di merito, e non una semplice discordanza con le sue conclusioni. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano generici, si limitavano a ripetere argomentazioni già respinte nei precedenti gradi di giudizio e miravano a ottenere una nuova valutazione delle prove, attività non consentita nel giudizio di legittimità.

Cosa significa che i motivi di ricorso sono “generici”?
Significa che le critiche alla sentenza impugnata non sono specifiche e dettagliate, ma si limitano a riproporre le stesse difese già esaminate e respinte dai giudici di merito, senza individuare precisi vizi di violazione di legge o di illogicità manifesta della motivazione.

È possibile contestare in Cassazione la valutazione sulla recidiva e la quantità della pena?
Sì, ma solo se si dimostra che il giudice di merito ha commesso un errore nell’applicazione della legge o se la sua motivazione è palesemente illogica o arbitraria. Non è sufficiente sostenere di non essere d’accordo con la decisione, poiché la valutazione di questi aspetti rientra nel potere discrezionale del giudice, se esercitato correttamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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