LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: motivi generici e questioni nuove

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per violazione del D.Lgs. 159/2011. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi, che si limitavano a riproporre doglianze già respinte in appello, e sulla proposizione di una questione nuova, relativa alla non punibilità per particolare tenuità del fatto, mai sollevata nei precedenti gradi di giudizio. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello in Cassazione Viene Respinto

Comprendere le ragioni che portano a un ricorso inammissibile è fondamentale per chiunque si approcci al sistema giudiziario. Non basta avere ragione nel merito; è cruciale presentare le proprie argomentazioni nel modo e nei tempi corretti. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un esempio lampante di come la genericità dei motivi e l’introduzione di questioni nuove possano portare al rigetto di un appello, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria. Analizziamo insieme questo caso per trarne utili insegnamenti pratici.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva condannato in primo grado e successivamente in appello alla pena di un anno e otto mesi di reclusione per un reato previsto dal D.Lgs. 159/2011, relativo alle misure di prevenzione. La condotta contestata riguardava la violazione di specifiche prescrizioni, in particolare la frequentazione di persone con precedenti penali.

Non ritenendo giusta la condanna, l’imputato, tramite il suo difensore, decideva di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, affidandosi a tre specifici motivi di doglianza.

I Tre Motivi del Ricorso

Il ricorso si articolava su tre punti principali:

1. Violazione di legge: Si sosteneva che la condotta non integrasse il reato, poiché le frequentazioni con persone pregiudicate erano state meramente occasionali e non stabili, quindi prive della rilevanza penale richiesta dalla norma.
2. Vizio di motivazione: Si lamentava che la sentenza della Corte d’Appello fosse carente, contraddittoria o illogica nelle sue argomentazioni, senza però specificare in quali punti si manifestasse tale vizio.
3. Mancato riconoscimento della non punibilità: Si contestava la mancata applicazione, anche d’ufficio, della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’articolo 131 bis del codice penale.

La Decisione della Corte: Il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi e ha dichiarato l’intero ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza del ricorrente, ma si ferma a un livello procedurale, stabilendo che il ricorso non aveva i requisiti per essere esaminato. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni dietro un Ricorso Inammissibile

La Corte ha spiegato punto per punto perché ciascun motivo fosse irricevibile, offrendo una chiara lezione sulle regole del processo in Cassazione.

* Il primo motivo: la reiterazione generica. Il primo motivo è stato considerato una semplice ripetizione di quanto già sostenuto e respinto dalla Corte d’Appello. Il ricorrente non si è confrontato con le argomentazioni della sentenza impugnata, ma si è limitato a riproporre la stessa tesi. Un ricorso in Cassazione deve invece attaccare specificamente la logica della decisione precedente, non ignorarla. Per questo, il motivo è stato giudicato generico e aspecifico.

* Il secondo motivo: la genericità assoluta. Anche il secondo motivo, che lamentava un vizio di motivazione, è stato dichiarato inammissibile per la sua estrema genericità. Il ricorrente non ha indicato quali parti della motivazione fossero illogiche o contraddittorie, rendendo impossibile per la Corte effettuare qualsiasi valutazione.

* Il terzo motivo: la questione nuova. Il punto più interessante riguarda il terzo motivo. La richiesta di applicare l’art. 131 bis c.p. non era mai stata presentata nei precedenti gradi di giudizio. La Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il suo è un giudizio di legittimità, non di merito. Non può valutare per la prima volta questioni che richiedono un’analisi dei fatti, come la particolare tenuità di un comportamento. Tali questioni devono essere sottoposte ai giudici di primo e secondo grado. Introdurle per la prima volta in Cassazione le qualifica come ‘questioni nuove’ e, come tali, inammissibili.

Conclusioni: Lezioni Pratiche dalla Sentenza

Questa ordinanza è un monito sull’importanza della tecnica processuale. Per avere una possibilità di successo in Cassazione, non è sufficiente credere nelle proprie ragioni. È indispensabile che il ricorso sia specifico, che si confronti criticamente con la sentenza impugnata e che non introduca elementi di fatto o richieste non precedentemente esaminate. Un ricorso inammissibile non solo porta alla conferma della condanna, ma comporta anche ulteriori costi significativi per il ricorrente, evidenziando come un’impugnazione mal preparata possa rivelarsi controproducente.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile se i motivi sono formulati in modo generico, se si limitano a ripetere argomenti già respinti nei gradi precedenti senza confrontarsi con la motivazione della sentenza d’appello, o se sollevano questioni nuove che avrebbero dovuto essere discusse davanti ai giudici di merito.

È possibile chiedere per la prima volta in Cassazione l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131 bis c.p.)?
No. Secondo la Corte, questa è una ‘questione nuova’ che richiede una valutazione dei fatti del caso. Poiché la Cassazione è un giudice di legittimità e non di merito, tale richiesta deve essere presentata nei precedenti gradi di giudizio (tribunale e corte d’appello) e non può essere introdotta per la prima volta in sede di legittimità.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Quando un ricorso penale viene dichiarato inammissibile, l’articolo 616 del codice di procedura penale prevede che il ricorrente sia condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati