Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude la Porta
L’esito di un processo non si decide solo nel merito, ma anche attraverso il rispetto di precise regole procedurali. Un caso recente esaminato dalla Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come un’impugnazione possa fallire prima ancora di essere discussa nel dettaglio, portando a una dichiarazione di ricorso inammissibile. Questa ordinanza evidenzia l’importanza di formulare motivi di ricorso specifici, pertinenti e non meramente ripetitivi.
I Fatti del Processo
Il caso trae origine da una condanna per il reato di violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, previsto dall’art. 336 del codice penale. L’imputato, dopo la conferma della condanna in secondo grado da parte della Corte d’Appello, decideva di presentare ricorso per cassazione, affidandosi a diversi motivi per contestare la sentenza.
I Motivi del Ricorso e la Valutazione della Corte
La difesa dell’imputato aveva articolato il ricorso su quattro punti principali:
1. Contestazione del giudizio di responsabilità penale.
2. Mancato riconoscimento del vizio totale di mente.
3. Mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.
4. Mancata concessione della sospensione condizionale della pena.
Tuttavia, la Suprema Corte ha ritenuto tutti i motivi non meritevoli di accoglimento, dichiarando il ricorso inammissibile nella sua interezza.
Le Motivazioni della Cassazione sul Ricorso Inammissibile
L’ordinanza della Corte di Cassazione si basa su una rigorosa applicazione dei principi che regolano il giudizio di legittimità. I giudici hanno smontato ogni singolo motivo di ricorso, evidenziandone le criticità procedurali.
Il quarto motivo, relativo alla sospensione condizionale della pena, è stato dichiarato inammissibile perché dedotto per la prima volta in Cassazione. Le regole processuali impongono che le questioni vengano sollevate nei gradi di merito, salvo eccezioni specifiche qui non ravvisate.
Gli altri tre motivi sono stati giudicati inammissibili per ragioni diverse ma convergenti:
– Mera riproduzione di censure già valutate: Alcuni motivi si limitavano a riproporre le stesse argomentazioni già esaminate e respinte dai giudici di merito, senza un reale confronto critico con la motivazione della sentenza d’appello.
– Genericità e astrattezza: Altri motivi, come quello sul vizio di mente, sono stati considerati generici. La difesa non aveva spiegato in modo chiaro e specifico perché, sulla base della consulenza tecnica, si sarebbe dovuto riconoscere un vizio totale anziché parziale. Un ricorso efficace non può limitarsi a una critica vaga, ma deve indicare con precisione il punto di errore della decisione impugnata.
– Richiesta di una nuova valutazione dei fatti: Sostanzialmente, il ricorso mirava a ottenere dalla Cassazione una diversa ricostruzione dei fatti e una nuova valutazione delle prove, un compito che non spetta al giudice di legittimità, il quale è chiamato a verificare solo la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione.
Le Conclusioni: Requisiti Essenziali per un Ricorso Efficace
Questa pronuncia ribadisce una lezione fondamentale per la pratica legale: un ricorso per cassazione, per avere successo, deve essere un atto tecnicamente impeccabile. Non è sufficiente essere in disaccordo con la sentenza. È necessario che i motivi siano specifici, che si confrontino criticamente con le argomentazioni del giudice d’appello e che non introducano questioni nuove o chiedano una rivalutazione del merito. La dichiarazione di ricorso inammissibile, con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, rappresenta la dura sanzione per un’impugnazione che non rispetta questi canoni essenziali.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano in parte nuovi (non sollevati in appello), in parte meramente riproduttivi di censure già respinte, e in parte generici, in quanto non si confrontavano specificamente con la motivazione della sentenza impugnata.
È possibile presentare un motivo di ricorso per la prima volta in Cassazione?
Di regola no. Come dimostra il caso del motivo sulla sospensione condizionale della pena, le questioni devono essere state sollevate e discusse nei precedenti gradi di giudizio. Presentare un motivo nuovo in Cassazione lo rende inammissibile.
Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende. La sentenza impugnata diventa così definitiva.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 32956 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 32956 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 06/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME COGNOME nato a RIMINI il 05/01/1950
avverso la sentenza del 13/09/2024 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti, la sentenza impugnata (condanna per il reato previsto dall’art. 336 cod. p Esaminati i motivi di ricorso, relativi al giudizio di responsabilità, al mancato riconosc del vizio totale di mente, della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto sospensione condizionale della pena;
Ritenuti i motivi inammissibili perché non dedotti in appello (quarto motivo, relativ sospensione condizionale della pena), ovvero perché, da una parte, meramente riproduttivi di censure già adeguatamente valutate dai Giudici di merito e sostanzialmente volti a sollecita una diversa valutazione delle prove e una diversa ricostruzione dei fatti, e, dall obiettivamente generici o sin dalla loro proposizione in appello (terzo motivo) ovvero per generici rispetto alla motivazione della sentenza impugnata con la quale non si confrontan (primo motivo, secondo motivo in cui non è obiettivamente chiaro perché, sulla base dell relazione di consulenza, dovrebbe essere riconosciuto il vizio totale di mente e non il parziale);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processua e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 6 giugno 2025.