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Ricorso inammissibile: motivi generici e infondati

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato contro una condanna per porto di coltelli. La decisione si fonda sulla genericità e manifesta infondatezza dei motivi di appello, i quali non contestavano in modo specifico e concreto le argomentazioni della corte di merito, sia in relazione alla prescrizione del reato che alla congruità della pena. La sentenza sottolinea che il giudizio di legittimità non può trasformarsi in una nuova valutazione dei fatti.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando i Motivi di Appello sono Troppo Generici

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11978/2025, ha ribadito un principio fondamentale del processo penale: un ricorso, per essere esaminato nel merito, deve contenere critiche specifiche e pertinenti, non doglianze astratte. Il caso in esame ha portato a dichiarare il ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per porto ingiustificato di coltelli, offrendo importanti spunti sulla corretta formulazione dei motivi di impugnazione.

I Fatti di Causa

Un uomo veniva condannato in primo grado dal Tribunale e successivamente dalla Corte di Appello per il reato di cui all’art. 4 della legge 110/1975, per aver portato fuori dalla propria abitazione alcuni coltelli senza un giustificato motivo. La condanna era a sei mesi di arresto e 1.000,00 euro di ammenda. Contro la sentenza di secondo grado, l’imputato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso per Cassazione.

I Motivi del Ricorso e la Decisione della Cassazione

L’imputato basava il suo ricorso su due motivi principali:
1. La violazione di legge in relazione alla mancata dichiarazione di prescrizione del reato.
2. La violazione di legge e il vizio di motivazione riguardo alla determinazione della pena.

La Suprema Corte ha rigettato entrambi i motivi, dichiarando il ricorso inammissibile per la loro manifesta infondatezza e genericità.

Analisi del Ricorso Inammissibile per Genericità

Il primo motivo, relativo alla prescrizione, è stato giudicato del tutto astratto. La difesa non ha specificato quali fossero gli impedimenti che avevano causato rinvii, i giorni di sospensione computati dal giudice, né la data esatta in cui sarebbe maturata la prescrizione. In assenza di questi elementi concreti, la Corte non ha potuto verificare l’effettiva violazione dell’art. 159 del codice penale. Allo stesso modo, le critiche sull’affermazione di responsabilità erano generiche e non si confrontavano specificamente con la motivazione della Corte d’Appello, che aveva adeguatamente giustificato la condanna basandosi sul ritrovamento dei coltelli e sull’assenza di una giustificazione immediata da parte dell’imputato.

Il Limite al Controllo della Cassazione sulla Pena

Anche il secondo motivo, riguardante la presunta eccessività della pena, è stato ritenuto infondato. La Corte di Cassazione ha ricordato che il suo ruolo non è quello di effettuare una nuova e diversa valutazione sulla congruità della sanzione, potere che spetta discrezionalmente al giudice di merito. In questo caso, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione logica e rispettosa del principio di proporzionalità. Le censure dell’imputato si sono rivelate meramente assertive e finalizzate a ottenere una nuova valutazione nel merito, non consentita in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la sua decisione sul principio consolidato secondo cui il ricorso per Cassazione deve essere un veicolo per denunciare vizi di legittimità (errori di diritto o motivazioni illogiche), non per sollecitare un terzo grado di giudizio sui fatti. I motivi presentati erano formulati in termini generici e astratti, senza un reale confronto con le argomentazioni della sentenza impugnata. Questa modalità espositiva non consente alla Corte di Cassazione di svolgere il proprio compito di controllo, portando inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza è un monito sull’importanza della specificità e concretezza nella redazione degli atti di impugnazione. Per evitare una pronuncia di ricorso inammissibile, è essenziale che i motivi di appello non si limitino a enunciare principi generali di diritto, ma si calino nella realtà processuale, indicando con precisione gli errori commessi dal giudice precedente e le ragioni fattuali e giuridiche a sostegno della propria tesi. In caso contrario, l’esito sarà non solo il rigetto del ricorso, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi erano formulati in modo generico e astratto, senza fornire elementi concreti per valutare le presunte violazioni di legge. Ad esempio, non è stata indicata la data esatta di prescrizione del reato, né sono state mosse critiche specifiche alla logica della motivazione della sentenza impugnata.

La Corte di Cassazione può riesaminare i fatti di un processo?
No. La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza sia logica e non contraddittoria. Non può effettuare una nuova valutazione delle prove o dei fatti.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla cassa delle ammende, a titolo di sanzione per aver promosso un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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