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Ricorso inammissibile: motivi generici e infondati

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello. I giudici hanno ritenuto i motivi di ricorso generici, non pertinenti e manifestamente infondati, in particolare riguardo al calcolo della prescrizione aggravata dalla recidiva. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quando l’impugnazione è destinata al fallimento

Presentare un ricorso in Cassazione richiede precisione, pertinenza e solide argomentazioni giuridiche. Quando questi elementi mancano, il risultato è spesso una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese e di una sanzione. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come la genericità e l’infondatezza dei motivi portino inevitabilmente a tale esito.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bari. L’imputato, condannato per il reato di calunnia, ha proposto ricorso per Cassazione articolando cinque distinti motivi. La Suprema Corte, tuttavia, li ha rigettati tutti, dichiarando l’impugnazione inammissibile.

L’Analisi della Corte: le ragioni di un ricorso inammissibile

La Corte ha esaminato singolarmente ogni motivo, evidenziandone le criticità che hanno portato alla decisione finale. L’analisi dei giudici dimostra l’importanza di un’impugnazione ben strutturata e pertinente.

I Motivi Respinti dalla Cassazione

1. Assenza di ‘Reformatio in Peius’: Il primo motivo è stato respinto perché non vi era stata alcuna riforma peggiorativa della qualificazione del fatto.
2. Irrilevanza della Perizia Balistica: Il secondo motivo è stato giudicato privo di correlazione con il processo, poiché non era mai entrata in gioco una perizia balistica.
3. Genericità sulle Attenuanti: Il terzo motivo, relativo alle attenuanti generiche, è stato ritenuto non specifico, in quanto la sentenza impugnata le aveva negate applicando invece un aumento di pena per la recidiva.
4. Errato Calcolo della Prescrizione: Il quarto motivo sulla prescrizione è stato definito manifestamente infondato. La Corte ha chiarito che, partendo dalla data del fatto (31/07/2008), il termine massimo di prescrizione era di sedici anni e otto mesi, a causa degli aumenti per la recidiva reiterata e specifica.
5. Aspecificità sulla Tenuità del Fatto: L’ultimo motivo, riguardante la particolare tenuità del fatto, è stato liquidato come aspecifico, poiché non si confrontava adeguatamente con i dettagli concreti della vicenda.

le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su un principio cardine del processo penale: i motivi di ricorso devono essere specifici, pertinenti e non manifestamente infondati. In questo caso, ogni singolo motivo presentato dalla difesa mancava di queste caratteristiche essenziali. I giudici hanno rilevato una totale mancanza di correlazione tra le argomentazioni proposte e le effettive statuizioni della sentenza impugnata. L’analisi sul calcolo della prescrizione, ad esempio, non è stata un’interpretazione, ma una semplice applicazione matematica delle norme vigenti in materia di recidiva, dimostrando l’infondatezza manifesta del motivo. La decisione di dichiarare il ricorso inammissibile non è stata quindi una valutazione di merito, ma una presa d’atto dell’inidoneità tecnica dell’impugnazione a superare il vaglio preliminare di ammissibilità.

le conclusioni

La conclusione della vicenda è netta: il ricorso viene dichiarato inammissibile. Tale decisione comporta due conseguenze dirette per il ricorrente. La prima è la condanna al pagamento delle spese processuali. La seconda, più gravosa, è la condanna al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende, una sanzione pecuniaria che viene irrogata quando l’inammissibilità è determinata da colpa del ricorrente. Questa pronuncia ribadisce che l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio eccezionale, da esperire con rigore e serietà, per evitare di incorrere in sanzioni e confermare definitivamente la sentenza di condanna.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
La Corte di Cassazione lo ha dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano generici, non specificamente correlati alla sentenza impugnata e, in alcuni casi, come per la prescrizione, manifestamente infondati.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle Ammende a causa dei profili di colpa nell’aver presentato l’impugnazione.

In che modo la recidiva ha influito sul calcolo della prescrizione del reato?
La recidiva reiterata e specifica ha causato un notevole allungamento del termine di prescrizione. Il termine base di sei anni è stato aumentato di due terzi per la recidiva e di un ulteriore terzo secondo l’art. 161 c.p., portando il tempo massimo necessario a prescrivere il reato a sedici anni e otto mesi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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