LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: motivi generici e infondati

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di due imputati condannati per rapina e furto. I motivi, relativi alla determinazione della pena per reati in continuazione, sono stati giudicati manifestamente infondati e generici. La decisione conferma la condanna e impone ai ricorrenti il pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti dei Motivi di Appello

Quando si presenta un ricorso in Cassazione, non è sufficiente lamentare un’ingiustizia percepita; è fondamentale che i motivi siano specifici, pertinenti e giuridicamente fondati. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio delle conseguenze di un’impugnazione mal formulata, dichiarando un ricorso inammissibile e condannando i ricorrenti a sanzioni pecuniarie. Questo caso sottolinea l’importanza cruciale di una difesa tecnica rigorosa per evitare che il proprio appello venga respinto senza nemmeno essere esaminato nel merito.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna al Ricorso in Cassazione

La vicenda processuale ha origine con la condanna di due individui da parte del Giudice per l’Udienza Preliminare del Tribunale di Roma. Gli imputati erano stati ritenuti colpevoli dei delitti di rapina aggravata e furto. Grazie al riconoscimento delle attenuanti generiche come prevalenti e alla riduzione per la scelta del rito abbreviato, la pena inflitta a ciascuno era stata di due anni e sei mesi di reclusione, oltre a 800,00 euro di multa.

La sentenza di primo grado veniva integralmente confermata dalla Corte di Appello di Roma. Non soddisfatti della decisione, gli imputati proponevano ricorso per Cassazione attraverso un unico atto, basato su motivi comuni.

I Motivi del Ricorso: Una Difesa Sotto Esame

La difesa degli imputati si concentrava su due aspetti principali legati alla determinazione della pena (la cosiddetta ‘dosimetria’):

1. Aumenti per la continuazione: Il primo motivo, sollevato nell’interesse di uno dei due ricorrenti, criticava l’identità degli aumenti di pena applicati a titolo di continuazione, sostenendo che le diverse fattispecie di reato avessero una differente ‘offensività’ e meritassero quindi aumenti differenziati.
2. Mancata considerazione delle attenuanti: Il secondo motivo, più generico, asseriva che il giudice di primo grado non avesse tenuto conto delle attenuanti generiche già riconosciute nel calcolare gli aumenti di pena per i reati satellite. La difesa, tuttavia, non forniva alcun elemento concreto a sostegno di tale tesi.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché il Ricorso è Inammissibile?

La Suprema Corte ha respinto entrambi i motivi, dichiarando l’intero ricorso inammissibile. Le motivazioni della decisione sono nette e istruttive.

Sul primo punto, la Corte ha definito il motivo ‘manifestamente infondato’. I giudici hanno evidenziato come già la Corte di Appello avesse adeguatamente spiegato la sua decisione: gli aumenti di pena erano ‘estremamente contenuti’ e non vi era margine per un’ulteriore riduzione, considerata la ‘serialità delle azioni predatorie’. Secondo la Cassazione, questa valutazione era logica, basata su un corretto apprezzamento dei parametri dell’art. 133 c.p. e teneva conto della ‘sostanziale omogeneità’ dei reati commessi.

Sul secondo punto, la Corte ha qualificato il motivo come ‘assertivo’ e ‘generico’. La difesa si era limitata a enunciare una tesi senza supportarla con elementi specifici che dimostrassero l’errore del giudice di merito. Un motivo di ricorso non può essere una semplice affermazione, ma deve indicare precisamente dove e perché il giudice avrebbe sbagliato. In assenza di tale specificità, la censura è destinata all’inammissibilità.

Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche di un Ricorso Inammissibile

La decisione della Cassazione non è una mera formalità. Dichiarare un ricorso inammissibile comporta conseguenze concrete e gravose per chi lo propone. In questo caso, i due ricorrenti non solo hanno visto la loro condanna diventare definitiva, ma sono stati anche condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende.

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’accesso alla giustizia, specialmente in sede di legittimità, richiede il rispetto di regole precise. I motivi di ricorso devono essere chiari, specifici e giuridicamente pertinenti. Lamentele vaghe o critiche non argomentate non superano il vaglio di ammissibilità, trasformando un tentativo di difesa in un ulteriore aggravio economico e nella cristallizzazione della condanna.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano, rispettivamente, manifestamente infondati e generici. Il primo motivo era contraddetto dalla logica motivazione della Corte d’Appello, mentre il secondo era una mera affermazione non supportata da argomentazioni specifiche.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘generico’?
Significa che il motivo è formulato in modo vago e assertivo, senza indicare con precisione le ragioni di fatto e di diritto per cui si contesta la decisione impugnata e senza fornire elementi specifici a sostegno della propria tesi. Un motivo generico non può essere esaminato nel merito.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Oltre alla condanna al pagamento delle spese processuali, la legge prevede che il ricorrente sia condannato al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende, come avvenuto nel caso di specie con la condanna al pagamento di tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati