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Ricorso inammissibile: motivi generici e doppia conforme

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per estorsione e turbata libertà degli incanti, aggravate dal metodo mafioso. Il ricorso è stato respinto perché i motivi erano generici, meramente ripetitivi di quelli d’appello e non si confrontavano criticamente con la sentenza impugnata, in un caso di cosiddetta “doppia conforme”, ovvero due sentenze di merito con la stessa decisione.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Motivi Generici

Quando si presenta un ricorso alla Corte di Cassazione, non è sufficiente essere in disaccordo con le sentenze precedenti. È necessario formulare critiche precise, specifiche e giuridicamente fondate. Una recente sentenza della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile venga rigettato quando i motivi sono generici e ripetitivi, specialmente in presenza di una “doppia conforme”.

I Fatti del Processo

Il caso riguarda un imputato condannato sia in primo grado, con rito abbreviato condizionato, sia in appello, per i reati di estorsione e turbata libertà degli incanti (comunemente nota come turbativa d’asta), entrambi aggravati dall’utilizzo del metodo mafioso, ai sensi dell’art. 416-bis.1 del codice penale.

La Corte di Appello di Palermo aveva confermato la sentenza di primo grado, ritenendo provata la responsabilità dell’imputato. Contro questa decisione, la difesa ha proposto ricorso per cassazione, articolando diverse censure.

Le Censure nel Ricorso alla Cassazione

La difesa ha lamentato diversi vizi della sentenza d’appello, tra cui:

1. Motivazione illogica sulla rinnovazione dell’istruttoria: Si contestava la decisione della Corte d’Appello di non acquisire la trascrizione di una perizia proveniente da un altro processo, ritenuta decisiva dalla difesa.
2. Errata applicazione della legge sul concorso di reati: Secondo il ricorrente, i reati di estorsione e turbativa d’asta non potevano coesistere, ma dovevano essere considerati in un rapporto di specialità, applicando il principio del ne bis in idem (non si può essere giudicati due volte per lo stesso fatto).
3. Insussistenza dell’aggravante del metodo mafioso: La difesa sosteneva la mancanza di prove circa l’effettiva volontà dell’imputato di avvalersi di metodi intimidatori di stampo mafioso, suggerendo che l’intervento del coimputato fosse stato casuale e non richiesto.
4. Mancata concessione delle attenuanti generiche: Si criticava la Corte per non aver applicato le attenuanti in regime di prevalenza, utilizzando una motivazione ritenuta generica e di stile.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile in ogni suo punto. La decisione si fonda su un principio cardine del giudizio di legittimità: l’inammissibilità di un ricorso basato sugli stessi motivi già proposti in appello e motivatamente respinti, senza un confronto critico e specifico con le argomentazioni della sentenza impugnata. Questo principio è ancora più stringente in caso di “doppia conforme”, ovvero quando le sentenze di primo e secondo grado giungono alle medesime conclusioni.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha smontato punto per punto le censure del ricorrente.

Sul primo motivo, relativo alla mancata acquisizione della perizia, i giudici hanno evidenziato come la Corte d’Appello avesse fornito una motivazione logica, basata non solo su ragioni di economia processuale, ma anche sulla marginalità delle intercettazioni in questione rispetto al vasto e univoco compendio probatorio già disponibile. Il ricorrente, secondo la Cassazione, non si è confrontato con questa completa motivazione, rendendo il suo motivo aspecifico.

Riguardo al concorso tra estorsione e turbata libertà degli incanti, la Corte ha ribadito il consolidato orientamento giurisprudenziale secondo cui i due reati possono concorrere. Essi tutelano beni giuridici diversi: il patrimonio e la libertà di autodeterminazione della vittima nel caso dell’estorsione; la libera formazione delle offerte nelle gare pubbliche e private nel caso della turbativa. La Corte d’Appello aveva correttamente spiegato la diversa offensività e connotazione delle due condotte, rendendo infondata la censura del ricorrente.

Anche i motivi relativi all’affermazione di responsabilità e alla sussistenza dell’aggravante mafiosa sono stati giudicati del tutto reiterativi e volti a una rilettura del merito, non consentita in sede di legittimità. La Cassazione ha sottolineato come la Corte d’Appello avesse ricostruito i fatti in modo dettagliato, basandosi sulle dichiarazioni della persona offesa, sulle testimonianze e su un imponente materiale di intercettazioni, da cui emergeva chiaramente il coinvolgimento dell’imputato e la connotazione mafiosa delle condotte.

Infine, anche la doglianza sulla dosimetria della pena è stata ritenuta generica. La Corte d’Appello aveva motivato puntualmente il diniego delle attenuanti generiche in regime di prevalenza, facendo riferimento alla gravità del fatto e ai precedenti penali del ricorrente. Questa motivazione è stata giudicata logica e immune da vizi dalla Cassazione.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce l’importanza di redigere ricorsi per cassazione che non siano una mera riproposizione dei motivi d’appello. È fondamentale un confronto critico e puntuale con la motivazione della sentenza impugnata, evidenziando specifici errori di diritto o vizi logici manifesti. In assenza di ciò, e specialmente di fronte a una “doppia conforme”, il rischio di veder dichiarato il proprio ricorso inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali, è estremamente elevato.

Quando un ricorso per cassazione è considerato inammissibile?
Un ricorso per cassazione è considerato inammissibile, tra le altre ragioni, quando è fondato su motivi generici, non consentiti, o che si limitano a ripetere le stesse argomentazioni già presentate e respinte in appello, senza un confronto critico e specifico con le motivazioni della sentenza impugnata.

I reati di estorsione e di turbata libertà degli incanti possono coesistere?
Sì, secondo la giurisprudenza costante citata nella sentenza, è ammissibile il concorso formale tra i reati di estorsione e di turbata libertà degli incanti, poiché le due norme tutelano beni giuridici diversi: la prima il patrimonio e la libertà di autodeterminazione del soggetto, la seconda la libera formazione delle offerte nelle gare.

Cosa si intende per ‘doppia conforme’ e quale effetto ha sul ricorso?
Per ‘doppia conforme’ si intende la situazione in cui la sentenza di appello conferma pienamente la decisione del giudice di primo grado. In questo caso, il ricorso per cassazione è soggetto a un vaglio di ammissibilità più rigoroso, poiché si presume che i fatti siano stati accertati in modo concorde dai giudici di merito, e i motivi di ricorso devono essere ancora più specifici nel denunciare un errore di diritto o un vizio logico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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