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Ricorso inammissibile: motivi generici e critica

Un individuo, condannato per furto in abitazione, presenta ricorso in Cassazione. La Corte dichiara il ricorso inammissibile perché i motivi erano generici, ripetitivi e miravano a una nuova valutazione delle prove, non consentita in sede di legittimità. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Quando i Motivi sono Generici

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è una terza occasione per riesaminare i fatti. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci ricorda i requisiti stringenti per accedere a questa fase, dichiarando un ricorso inammissibile perché privo della necessaria analisi critica e meramente ripetitivo. Questo caso, relativo a una condanna per furto in abitazione, offre spunti fondamentali sui limiti del giudizio di legittimità.

I Fatti del Processo

La vicenda giudiziaria ha origine da una condanna per furto in abitazione, commesso in una località siciliana il 13 dicembre 2014. La sentenza di primo grado, emessa dal Tribunale, è stata successivamente confermata dalla Corte d’Appello di una città del sud Italia con una decisione del 10 novembre 2022. L’imputato, ritenendo ingiusta la conferma della sua colpevolezza, ha deciso di giocare l’ultima carta a sua disposizione: il ricorso per Cassazione.

Le Doglianze Presentate alla Suprema Corte

Il difensore dell’imputato ha basato il ricorso principalmente sulla presunta erronea identificazione del suo assistito come autore del reato. Secondo la difesa, le argomentazioni della Corte d’Appello non erano sufficientemente solide e proponeva una lettura alternativa delle prove, ritenuta più persuasiva. In sostanza, si chiedeva alla Corte di Cassazione di rivalutare il materiale probatorio e giungere a una conclusione diversa da quella dei giudici di merito.

Le Motivazioni del Ricorso Inammissibile in Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La motivazione di questa decisione si fonda su principi cardine della procedura penale. La Corte ha sottolineato che il ricorso era stato proposto per motivi non supportati da una necessaria analisi critica delle argomentazioni della sentenza impugnata. Le lamentele (doglianze) erano una semplice reiterazione di temi già ampiamente esaminati e respinti in modo logico e non contraddittorio dalla Corte d’Appello. In particolare, la questione dell’identificazione dell’imputato era stata affrontata con una motivazione che costituisce un apprezzamento di merito, sul quale la difesa non può invocare una diversa determinazione in sede di legittimità. Il ruolo della Cassazione, infatti, non è quello di riesaminare le prove, ma di verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione dei giudici precedenti.

Il Rispetto dei Limiti del Giudizio di Legittimità

I giudici hanno richiamato importanti precedenti giurisprudenziali, tra cui sentenze delle Sezioni Unite, che stabiliscono chiaramente il contenuto essenziale dell’atto di impugnazione. Un ricorso, per essere ammissibile, deve confrontarsi specificamente con la decisione che contesta, evidenziandone le presunte criticità giuridiche o logiche, e non limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni già valutate. Tentare di offrire una lettura delle prove più “persuasiva” equivale a chiedere un nuovo giudizio di merito, compito che esula completamente dalle competenze della Corte di Cassazione.

Conclusioni: Le Conseguenze della Dichiarazione di Inammissibilità

La declaratoria di ricorso inammissibile non è priva di conseguenze. In applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali. Oltre a ciò, è stata inflitta una sanzione pecuniaria di 3.000,00 euro da versare alla Cassa delle ammende. Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il ricorso per Cassazione è uno strumento per far valere vizi di legittimità, non un’ulteriore istanza per discutere i fatti. La proposizione di un ricorso generico o ripetitivo non solo è inefficace, ma comporta anche significative sanzioni economiche per il ricorrente.

Perché un ricorso per Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile, ai sensi dell’art. 606, comma 3, c.p.p., quando è proposto per motivi non supportati da una necessaria analisi critica della decisione impugnata, quando le argomentazioni sono meramente ripetitive di temi già esaminati o quando si chiede alla Corte una nuova valutazione delle prove, che è un giudizio di merito non consentito.

Cosa significa che la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità e non di merito?
Significa che la Corte di Cassazione non riesamina i fatti del caso o le prove per decidere chi ha ragione. Il suo compito è controllare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le leggi e abbiano motivato la loro sentenza in modo logico e non contraddittorio, senza cadere in vizi procedurali.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Secondo l’articolo 616 c.p.p., la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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