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Ricorso inammissibile: motivi generici e condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per tentato furto aggravato. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi di appello, che non rispettavano i requisiti formali previsti dalla legge. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, poiché la palese infondatezza del ricorso non lo rendeva immune da colpa.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Genericità Costa Cara

Presentare un’impugnazione è un diritto fondamentale, ma deve seguire regole precise. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci ricorda come la formulazione di un atto di appello non possa essere vaga o generica. Quando ciò accade, il rischio concreto è vedersi dichiarare il ricorso inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Analizziamo questa ordinanza per capire perché la specificità dei motivi è un requisito non negoziabile nel processo penale.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una condanna per tentato furto aggravato, emessa in primo grado dal Tribunale di Milano e successivamente confermata dalla Corte d’Appello della stessa città. L’imputato, ritenendo ingiusta la sentenza di secondo grado, decideva di presentare ricorso per cassazione. L’unico motivo di doglianza sollevato riguardava un presunto vizio di motivazione: a suo dire, la Corte d’Appello non aveva adeguatamente spiegato le ragioni per cui non aveva applicato l’articolo 129 del codice di procedura penale, che prevede l’immediato proscioglimento in presenza di determinate cause.

La Decisione della Corte di Cassazione e il ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, esaminato il ricorso, lo ha dichiarato inammissibile senza entrare nel merito della questione. La decisione si fonda su un principio cardine della procedura penale: la specificità dei motivi di impugnazione. Secondo i giudici supremi, il ricorso era formulato in termini “assolutamente generici”, violando così l’articolo 581 del codice di procedura penale. Questa norma impone a chi impugna una sentenza di indicare in modo chiaro e specifico le ragioni di fatto e di diritto che giustificano la richiesta, nonché le prove a sostegno.

Le Motivazioni: La Genericità dei Motivi di Ricorso

Il cuore della decisione risiede nella valutazione della genericità del motivo presentato. La Corte ha ritenuto che il ricorrente si fosse limitato a una critica astratta e non circostanziata della sentenza impugnata. Non basta lamentare una mancata applicazione di una norma; è necessario spiegare perché, nel caso specifico, quella norma avrebbe dovuto trovare applicazione, argomentando in modo puntuale sulla base degli atti processuali. Un motivo generico, che potrebbe essere applicato a qualsiasi altra sentenza, non permette alla Corte di Cassazione di esercitare il proprio ruolo di controllo sulla legittimità della decisione. L’assenza di un confronto critico e specifico con le argomentazioni della sentenza d’appello rende l’impugnazione un atto sterile e, perciò, inammissibile.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Decisione

Le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità sono state severe. Ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, la Corte ha imposto il pagamento di una somma di 3.000,00 euro a favore della cassa delle ammende. I giudici hanno motivato questa sanzione sottolineando che l’evidente inammissibilità dei motivi di ricorso dimostrava una “colpa” da parte del ricorrente nel promuovere un’impugnazione infondata. Questa ordinanza ribadisce un insegnamento fondamentale: il diritto di impugnazione deve essere esercitato con serietà e rigore tecnico. La superficialità e la genericità nella redazione degli atti processuali non solo pregiudicano le possibilità di successo, ma espongono anche a significative sanzioni economiche.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano ritenuti ‘assolutamente generici’ e non rispettavano i requisiti di specificità richiesti dall’art. 581 del codice di procedura penale, che impone di indicare chiaramente le ragioni di fatto e di diritto dell’impugnazione.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Alla dichiarazione di inammissibilità segue, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro a favore della cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000,00 euro.

Perché il ricorrente è stato condannato anche a pagare una somma alla cassa delle ammende?
La condanna alla sanzione pecuniaria è stata motivata dal fatto che l’evidente inammissibilità del ricorso non consentiva di ritenere il ricorrente ‘immune da colpa’ nella determinazione di tale inammissibilità. In sostanza, ha presentato un ricorso palesemente infondato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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