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Ricorso inammissibile: motivi generici e condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per occupazione di un immobile altrui. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi di appello, che non hanno contestato efficacemente la motivazione della sentenza precedente riguardo la natura duratura dell’occupazione. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Genericità Costa Cara

Presentare un appello in Cassazione richiede precisione e argomentazioni specifiche. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci ricorda come un ricorso inammissibile non solo venga respinto, ma comporti anche significative conseguenze economiche per chi lo propone. Il caso in esame riguarda l’occupazione di un immobile altrui, ma la lezione è di carattere procedurale e si applica a numerosi contesti legali. Vediamo come la mancanza di specificità nei motivi di ricorso abbia portato a una condanna al pagamento delle spese e di una sanzione.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza della Corte d’Appello che aveva condannato una persona per l’occupazione illegittima di un immobile di proprietà altrui. Nello specifico, la ricorrente non si era limitata a un’invasione temporanea, ma aveva eseguito dei lavori edili, di fatto annettendo la porzione di immobile alla sua proprietà. Contro questa decisione, veniva proposto ricorso per Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con ordinanza del 4 febbraio 2025, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza, ma si concentra sulla correttezza formale e sostanziale dell’appello presentato. La conseguenza diretta di questa declaratoria è stata la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni dietro un Ricorso Inammissibile

La Corte ha basato la sua decisione su due pilastri fondamentali, entrambi legati alla formulazione dei motivi di ricorso.

1. Corretta Applicazione delle Norme da Parte dei Giudici di Merito

Il primo motivo di ricorso contestava la valutazione dei fatti operata dalla Corte d’Appello. Tuttavia, i giudici di Cassazione hanno ritenuto che la sentenza impugnata avesse esplicitato in modo logico e giuridicamente corretto le ragioni della riconosciuta responsabilità penale. La Corte d’Appello aveva adeguatamente motivato sulla base delle prove che l’occupazione era avvenuta e che la ricorrente ne era responsabile, avendo eseguito lavori per annettere l’immobile al proprio.

2. La Genericità del Motivo sull’Elemento Soggettivo

Il punto cruciale della decisione riguarda il secondo motivo di ricorso, che mirava a contestare la sussistenza dell’elemento soggettivo del reato, ovvero l’intenzionalità della condotta. La Cassazione ha bollato questo motivo come ‘privo di specificità’. In pratica, l’atto di appello non si confrontava direttamente con la motivazione della Corte d’Appello, la quale aveva chiaramente descritto l’occupazione come ‘perdurante e non provvisoria’. Un’affermazione di questo tipo, supportata da argomenti logici, non può essere contrastata con contestazioni generiche, ma richiede una critica puntuale e specifica che, nel caso di specie, è mancata. Questa mancanza rende il ricorso inammissibile.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: un ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. È un controllo di legittimità sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione. Per superare il vaglio di ammissibilità, i motivi di ricorso devono essere specifici, pertinenti e devono criticare in modo mirato le argomentazioni della sentenza impugnata. In caso contrario, come dimostra questa vicenda, il risultato non è solo il rigetto dell’appello, ma anche una sicura condanna a sanzioni economiche che aggravano la posizione del ricorrente.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano generici e non specifici. In particolare, non hanno contestato in modo puntuale e argomentato la motivazione della sentenza di secondo grado, che aveva già dato conto in modo logico della responsabilità della ricorrente.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘privo di specificità’?
Significa che l’argomentazione legale non si confronta direttamente con le ragioni esposte nella decisione che si sta impugnando. Invece di contestare un punto preciso della motivazione del giudice precedente, si limita a una critica generale, che non è sufficiente per un esame da parte della Corte di Cassazione.

Quali sono state le conseguenze economiche della dichiarazione di inammissibilità?
La ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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