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Ricorso inammissibile: motivi generici e attenuanti

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per truffa. I motivi sono stati giudicati una mera ripetizione di quelli già presentati e respinti in appello, privi di una critica specifica alla sentenza impugnata. La Corte ha inoltre confermato la correttezza del diniego delle attenuanti generiche, ritenendo la motivazione del giudice di merito adeguata e non illogica, e ha escluso la violazione del principio di ‘reformatio in peius’. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione ribadisce i limiti dell’impugnazione

Con l’ordinanza n. 11423 del 2024, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi sui requisiti di ammissibilità delle impugnazioni, chiarendo perché un ricorso inammissibile non può trovare accoglimento. Il caso in esame riguarda una condanna per truffa e offre spunti fondamentali sulla specificità dei motivi di ricorso e sulla valutazione delle attenuanti generiche.

I Fatti di Causa

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di truffa, confermata dalla Corte d’Appello. L’imputato, ritenendo ingiusta la decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, affidandolo a diversi motivi. Le sue doglianze si concentravano principalmente sulla presunta erroneità della motivazione che aveva portato alla sua condanna, sulla violazione del divieto di reformatio in peius (peggioramento della sua posizione in appello) e sul mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.

L’Analisi della Corte sul Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha esaminato i motivi del ricorso, giungendo a una declaratoria di inammissibilità. L’analisi dei giudici si è focalizzata su due aspetti cruciali: la natura dei motivi presentati e la correttezza della valutazione operata dai giudici di merito.

La Genericità e Ripetitività dei Motivi

Il primo e il secondo motivo di ricorso sono stati giudicati inammissibili perché considerati una semplice e pedissequa reiterazione di argomentazioni già sollevate e puntualmente respinte nel giudizio d’appello. La Cassazione ha sottolineato che un ricorso, per essere ammissibile, deve contenere una critica specifica e argomentata contro la sentenza impugnata. Non è sufficiente riproporre le stesse difese, ma è necessario evidenziare in modo preciso gli errori logici o giuridici in cui sarebbe incorsa la Corte d’Appello. In questo caso, i motivi erano solo apparenti, mancando di quella specificità richiesta dalla legge.

La Valutazione delle Attenuanti Generiche e della Recidiva

Anche il terzo e quarto motivo, relativi al diniego delle attenuanti generiche, sono stati ritenuti infondati. La Corte ha ribadito un principio consolidato: il giudice di merito non è tenuto ad analizzare ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole, ma è sufficiente che motivi la sua decisione basandosi sugli elementi ritenuti decisivi. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva adeguatamente spiegato le ragioni del diniego, indicando elementi negativi come la recidiva specifica e la non occasionalità delle condotte, che delineavano una crescente abilità delinquenziale, a fronte della mancanza di elementi positivi.

Nessuna Violazione del Divieto di ‘Reformatio in Peius’

La Corte ha anche respinto la censura relativa alla presunta violazione del divieto di reformatio in peius. Sebbene vi fosse stata una riqualificazione del reato, questa non aveva comportato conseguenze negative per l’imputato. La pena inflitta, infatti, era rimasta inferiore a quella che si sarebbe potuta determinare in base alla qualificazione giuridica più grave. Pertanto, non si è verificato alcun peggioramento della sua posizione processuale.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione, nel dichiarare il ricorso inammissibile, ha fondato la sua decisione sulla mancanza dei requisiti essenziali dell’impugnazione. I motivi proposti non assolvevano alla loro funzione tipica, che è quella di una critica mirata e argomentata al provvedimento impugnato, ma si limitavano a una sterile riproposizione di tesi già esaminate e rigettate. Inoltre, la valutazione discrezionale del giudice di merito sul diniego delle attenuanti generiche è stata considerata incensurabile in sede di legittimità, poiché supportata da una motivazione logica e coerente, basata su elementi concreti come la personalità dell’imputato e i suoi precedenti penali.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma l’importanza di redigere ricorsi per Cassazione che siano specifici, pertinenti e critici nei confronti della sentenza impugnata. Un’impugnazione non può essere una semplice riedizione del giudizio di merito, ma deve individuare vizi di legittimità precisi. La decisione sottolinea inoltre che la valutazione delle attenuanti generiche rientra nella piena discrezionalità del giudice di merito, il cui giudizio, se logicamente motivato, non è sindacabile in sede di Cassazione. Per l’imputato, la declaratoria di inammissibilità comporta non solo la definitività della condanna, ma anche l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria.

Quando un ricorso in Cassazione è considerato inammissibile?
Un ricorso è considerato inammissibile quando i motivi sono una mera ripetizione di quelli già dedotti e respinti in appello, mancando di una critica specifica e argomentata contro le ragioni della sentenza che si impugna.

Il giudice deve considerare tutti gli elementi a favore per concedere le attenuanti generiche?
No, non è necessario che il giudice di merito prenda in considerazione tutti gli elementi favorevoli dedotti. È sufficiente che motivi il suo diniego facendo riferimento a quelli ritenuti decisivi, purché la motivazione sia esente da evidenti illogicità.

Cosa si intende per violazione del principio di ‘reformatio in peius’?
Si ha una violazione di tale principio quando la posizione dell’imputato, che è l’unico ad aver impugnato la sentenza, viene peggiorata dal giudice dell’appello. Nel caso specifico, la Corte ha escluso la violazione perché la riqualificazione del reato non ha comportato una pena più grave.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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