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Ricorso inammissibile: motivi generici e astratti

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile per tentato furto. Il motivo è la genericità e astrattezza delle argomentazioni presentate, prive di un concreto legame con la sentenza impugnata. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione.

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Pubblicato il 23 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando i Motivi sono Troppo Generici

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile possa derivare dalla formulazione di motivi di impugnazione generici e astratti. La Corte di Cassazione, con una decisione netta, ha respinto le doglianze di un imputato condannato per tentato furto aggravato, sottolineando l’importanza di presentare critiche specifiche e pertinenti alla sentenza che si intende contestare. Questo caso serve come monito sull’importanza della precisione tecnica nella redazione degli atti processuali.

I Fatti del Processo

Il procedimento trae origine da una condanna per il delitto di tentato furto aggravato in concorso, commesso a Torino nell’agosto del 2023. La Corte di Appello di Torino, con sentenza del febbraio 2024, aveva confermato la condanna inflitta in primo grado. Contro questa decisione, il difensore dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione, affidandolo a un unico motivo di impugnazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di Euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende. La decisione si fonda interamente sulla valutazione del motivo di ricorso presentato, ritenuto non idoneo a superare il vaglio di ammissibilità.

Le motivazioni del ricorso inammissibile

Il fulcro della decisione risiede nella valutazione del motivo di ricorso. Il ricorrente lamentava la violazione dell’articolo 129 del codice di procedura penale, sostenendo che il giudice d’appello avesse omesso di verificare la sussistenza di eventuali cause di non punibilità. Tuttavia, secondo la Cassazione, questa doglianza era stata articolata in modo del tutto astratto e aspecifico.

I giudici di legittimità hanno evidenziato che le argomentazioni difensive erano sviluppate in maniera generica, senza alcun riferimento concreto alla motivazione della sentenza impugnata. In altre parole, il ricorso non spiegava in che modo e per quali ragioni specifiche la Corte d’Appello avrebbe errato nella sua valutazione. Mancava, quindi, quel “qualsivoglia addentellato concreto” che è necessario per consentire alla Corte di Cassazione di esercitare il proprio controllo di legittimità. Un ricorso che si limita a enunciare principi di diritto senza calarli nella realtà processuale del caso specifico è destinato a essere dichiarato un ricorso inammissibile.

Le conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale del processo penale: l’impugnazione non può essere una mera riproposizione di tesi generiche, ma deve costituire una critica puntuale e argomentata della decisione che si contesta. La specificità dei motivi è un requisito essenziale per l’ammissibilità del ricorso per cassazione. La mancanza di un confronto diretto e pertinente con le ragioni esposte nella sentenza impugnata rende il ricorso vago e, di conseguenza, inidoneo a innescare una nuova valutazione da parte del giudice di legittimità. La condanna al pagamento delle spese e della sanzione pecuniaria rappresenta la conseguenza diretta di un’impugnazione che non rispetta i canoni procedurali richiesti.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile a causa della conclamata indeterminatezza e aspecificità delle argomentazioni, che sono risultate astratte e prive di qualsiasi collegamento concreto con la motivazione della sentenza impugnata.

Qual era il reato per cui l’imputato era stato condannato?
L’imputato era stato condannato per il delitto di tentato furto aggravato in concorso, previsto dagli articoli 110, 56, 624 e 625 del codice penale.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
In seguito alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 Euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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