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Ricorso inammissibile: motivi generici e astratti

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile a causa della genericità e astrattezza dei motivi presentati. L’impugnazione, relativa a una condanna per furto e false attestazioni, non contestava specificamente le motivazioni della sentenza d’appello. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Necessità di Motivi Specifici e Concreti

L’esito di un processo non si decide solo nel merito, ma anche attraverso il rigoroso rispetto delle regole procedurali. Un esempio lampante emerge da una recente ordinanza della Corte di Cassazione, che ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa della genericità delle censure mosse dall’imputato. Questa decisione sottolinea un principio fondamentale: per contestare una sentenza, non bastano lamentele astratte, ma servono critiche puntuali e ben argomentate.

I Fatti del Processo

La vicenda giudiziaria ha origine da una sentenza di condanna per reati contro il patrimonio e la fede pubblica, in particolare per furto aggravato (artt. 624 e 625 c.p.) e false attestazioni a un pubblico ufficiale (art. 495 c.p.). La Corte di Appello di Torino aveva parzialmente riformato la decisione di primo grado, assolvendo l’imputato da un’accusa di ricettazione (art. 648 c.p.) per una somma di 110 euro, poiché il fatto non sussisteva, e rideterminando la pena complessiva per i reati residui.

Insoddisfatto della sentenza, l’imputato ha presentato ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo di impugnazione con cui contestava la graduazione della pena e il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche in misura prevalente sulla recidiva contestata.

L’Appello e le Ragioni del Ricorso Inammissibile

Il cuore della decisione della Suprema Corte risiede nell’analisi del motivo di ricorso. I giudici hanno rilevato come le argomentazioni presentate fossero del tutto generiche e astratte. Invece di contestare in modo specifico i passaggi della motivazione della Corte d’Appello, il ricorrente si è limitato a formulare doglianze indeterminate, prive di qualsiasi collegamento concreto con la logica argomentativa seguita dai giudici di secondo grado.

La Corte ha qualificato questa modalità di impugnazione come viziata da “conclamata indeterminatezza ed aspecificità”. In ambito processuale, questo significa che l’atto di ricorso non ha raggiunto quel livello minimo di specificità richiesto dalla legge per consentire alla Corte di Cassazione di valutare la fondatezza delle critiche. Non è sufficiente esprimere un generico dissenso; è necessario demolire, punto per punto, il ragionamento del giudice che ha emesso la sentenza impugnata.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, nel dichiarare il ricorso inammissibile, ha ribadito un principio consolidato nella sua giurisprudenza. Il ricorso non può limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni già respinte nei gradi di merito o a formulare critiche generiche. Deve, al contrario, instaurare un dialogo critico e specifico con la sentenza impugnata, evidenziandone le presunte lacune, le contraddizioni o gli errori di diritto.

Nel caso di specie, le deduzioni a sostegno del ricorso sono state giudicate “del tutto astratte” e “prive di qualsivoglia addentellato concreto alla motivazione della sentenza impugnata”. La mancanza di un confronto specifico con le ragioni che avevano portato la Corte d’Appello a negare le attenuanti generiche in regime di prevalenza e a determinare la pena in quella misura ha reso l’impugnazione inefficace e, quindi, inammissibile.

Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche della Decisione

La conseguenza diretta della dichiarazione di inammissibilità è stata duplice. In primo luogo, la sentenza della Corte d’Appello è divenuta definitiva. In secondo luogo, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle Ammende. Questa sanzione pecuniaria è prevista proprio per scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o redatti in violazione delle norme procedurali.

La decisione offre una lezione importante: la redazione di un atto di impugnazione richiede precisione, rigore e un’analisi approfondita della decisione che si intende contestare. La superficialità e la genericità non solo non portano al risultato sperato, ma possono anche comportare significative conseguenze economiche.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile a causa della “conclamata indeterminatezza ed aspecificità” dei motivi, i quali erano basati su argomentazioni astratte e non si confrontavano concretamente con la motivazione della sentenza impugnata.

Quali erano i reati per cui l’imputato era stato condannato in appello?
L’imputato era stato condannato per i reati di furto aggravato (artt. 624 e 625 c.p.) e false attestazioni (art. 495 c.p.), mentre era stato assolto dall’accusa di ricettazione (art. 648 c.p.).

Quali sono le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di Euro 3.000,00 in favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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