Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Non Entra nel Merito
L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come funziona il giudizio di legittimità e perché un ricorso inammissibile viene respinto dalla Corte di Cassazione. Il caso riguarda un appello contro una sentenza di condanna per il reato di evasione, ma la decisione si concentra interamente sui limiti del sindacato che la Suprema Corte può esercitare.
I Fatti del Processo
Un soggetto, condannato dalla Corte d’Appello di Bologna per il reato di evasione ai sensi dell’art. 385 del codice penale, ha proposto ricorso per cassazione. L’imputato non contestava la sua colpevolezza, ma si doleva di aspetti relativi alla determinazione della pena, ritenendola eccessiva, e alla mancata esclusione della recidiva.
I Motivi del Ricorso e il Ricorso Inammissibile in Cassazione
I motivi addotti dal ricorrente si concentravano su due punti specifici:
1. Eccessività della pena: L’imputato riteneva che la sanzione inflitta fosse sproporzionata.
2. Mancata esclusione della recidiva: Si contestava la valutazione dei giudici di merito circa la sua condizione di recidivo.
La Corte di Cassazione, tuttavia, ha ritenuto che tali motivi non potessero essere esaminati. La ragione risiede nella natura stessa del giudizio di legittimità. La Suprema Corte non è un “terzo grado” di giudizio dove si possono rivalutare i fatti o la congruità della pena, ma ha il solo compito di verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Le critiche mosse dal ricorrente sono state classificate come “generiche” e come “apprezzamenti di merito”, ovvero tentativi di ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa in questa sede.
La Decisione della Corte di Cassazione
Con l’ordinanza numero 29865 del 2024, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria è prevista proprio per i casi di inammissibilità, al fine di scoraggiare ricorsi palesemente infondati o non consentiti.
Le Motivazioni della Decisione
La motivazione della Corte è lapidaria e fondata su un principio cardine del nostro ordinamento processuale. I giudici hanno spiegato che i motivi proposti “non sono consentiti dalla legge in sede di legittimità perché generici ed involgenti apprezzamenti di merito”. In altre parole, chiedere alla Cassazione di riconsiderare se una pena sia troppo alta o se la recidiva dovesse essere esclusa equivale a chiederle di sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, cosa che non può fare. La Corte ha inoltre sottolineato che i giudici d’appello non erano incorsi in “evidenti illogicità della motivazione”, unico vizio che avrebbe potuto aprire le porte a un annullamento della sentenza. Poiché la motivazione della Corte d’Appello era logicamente coerente, non c’era spazio per un intervento della Cassazione.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un insegnamento fondamentale per chiunque intenda presentare un ricorso in Cassazione: è inutile e controproducente basare le proprie doglianze su una mera riconsiderazione dei fatti o sulla speranza di ottenere una pena più mite. Il ricorso deve individuare vizi specifici di violazione di legge o difetti manifesti e illogici nella motivazione della sentenza impugnata. In assenza di tali elementi, il ricorso sarà dichiarato inammissibile, con l’ulteriore conseguenza negativa della condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. La decisione, quindi, serve da monito sulla necessità di formulare i motivi di ricorso con rigore tecnico e giuridico, rispettando i confini invalicabili tra giudizio di merito e giudizio di legittimità.
Per quale motivo il ricorso è stato presentato?
Il ricorrente ha impugnato la sentenza di condanna per il reato di evasione, lamentando che la pena inflitta fosse eccessiva e che non fosse stata esclusa la recidiva.
Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile perché i motivi proposti erano generici e implicavano apprezzamenti di merito, non consentiti nel giudizio di legittimità, e non ha riscontrato evidenti illogicità nella motivazione della sentenza impugnata.
Quali sono state le conseguenze per il ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 29865 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 29865 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 04/07/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 28/06/2023 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata; esaminati i motivi del ricorso di NOMEVh -almimallah3 K-Ri s4)1114 “‘ 61/441 dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME
Ritenuto che i motivi dedotti avverso la sentenza di condanna per il reato di evasione (art. 385 cod. pen.) non sono consentiti dalla legge in sede di legittimità perché generici ed involgenti apprezzamenti di merito sulla pena eccessiva e mancata esclusione della recidiva) oggetto di esame da parte dei giudici di merito che non sono incorsi in evidenti illogicità della motivazione;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 4 luglio 2024
Il Consigliere yéltore
Presidente