LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: motivi aspecifici e tenuità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per truffa. I motivi sono stati ritenuti in parte infondati, come la presunta violazione dei termini procedurali, e in parte aspecifici, poiché reiteravano doglianze già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. È stata inoltre confermata l’esclusione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, a causa della gravità del danno e dei precedenti penali del ricorrente, che hanno reso il ricorso inammissibile.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando i Motivi di Appello sono Aspecifici

L’ordinanza n. 46868/2024 della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sulla corretta formulazione dei ricorsi, chiarendo perché un’impugnazione può essere dichiarata ricorso inammissibile. Il caso in esame riguarda un individuo condannato per truffa, il cui tentativo di contestare la sentenza di secondo grado si è scontrato con la rigorosa valutazione della Suprema Corte sui requisiti di ammissibilità.

La decisione sottolinea come la genericità e la ripetitività dei motivi di ricorso non siano sufficienti a innescare una nuova valutazione nel merito, specialmente in presenza di una ‘doppia conforme’, ovvero due sentenze di condanna concordanti nei gradi precedenti.

I Fatti del Processo

Un soggetto, condannato in primo grado e in appello per il reato di truffa, decideva di presentare ricorso per Cassazione. I suoi motivi di impugnazione si basavano su tre argomenti principali:

1. Violazione procedurale: lamentava il mancato rispetto del nuovo termine di quaranta giorni per la comparizione nel giudizio di appello, introdotto dalla recente riforma del processo penale.
2. Carenza di motivazione: sosteneva che la Corte d’Appello non avesse adeguatamente motivato la sua responsabilità penale, riproponendo le stesse argomentazioni già presentate in secondo grado.
3. Mancata applicazione della tenuità del fatto: contestava la decisione dei giudici di non applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis c.p.

L’Analisi della Cassazione e il ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato ciascun motivo, giungendo a una conclusione netta: il ricorso inammissibile. Vediamo nel dettaglio l’analisi della Corte su ogni punto.

La Questione del Termine a Comparire

Sul primo motivo, la Corte ha chiarito che l’obiezione era manifestamente infondata. Sebbene la riforma Cartabia (d.lgs. n. 150/2022) abbia esteso il termine a comparire da venti a quaranta giorni, una successiva proroga normativa (d.l. n. 215/2023) ha posticipato l’entrata in vigore di questa modifica per le impugnazioni proposte prima del 30 giugno 2024. Poiché il ricorso in questione rientrava nel regime precedente, il termine applicabile era ancora quello di venti giorni, che era stato correttamente rispettato.

La Genericità dei Motivi sulla Responsabilità Penale

Il secondo motivo è stato giudicato aspecifico. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: non è sufficiente riproporre le medesime doglianze già respinte in appello. Il ricorso per Cassazione deve contenere una critica specifica e puntuale alla motivazione della sentenza impugnata, evidenziandone eventuali vizi logici o giuridici. In questo caso, il ricorrente si era limitato a una sterile ripetizione, senza confrontarsi con le argomentazioni esaustive e concludenti fornite dalla Corte territoriale, che aveva già confermato la ricostruzione dei fatti del primo grado.

I Limiti dell’Applicazione della Tenuità del Fatto

Anche il terzo motivo è stato considerato aspecifico e infondato. La Corte d’Appello aveva correttamente escluso l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. basandosi su due elementi cruciali:

* Il valore significativo del danno: la non tenuità del fatto era giustificata dall’entità del pregiudizio economico subito dalla persona offesa.
* I precedenti penali dell’imputato: la presenza di plurimi precedenti penali a carico del ricorrente escludeva la ‘non abitualità’ del comportamento, requisito essenziale richiesto dalla norma per poter beneficiare della causa di non punibilità.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni alla base della dichiarazione di inammissibilità risiedono nella funzione stessa della Corte di Cassazione, che non è un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti, ma un giudice di legittimità. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione delle sentenze, non riesaminare le prove.

Un ricorso è inammissibile quando i motivi proposti non rientrano nei limiti di questo scrutinio. In questo caso, il ricorrente ha tentato di ottenere una nuova valutazione dei fatti (motivo 2) e ha sollevato questioni procedurali infondate (motivo 1) e critiche generiche su valutazioni di merito correttamente argomentate dai giudici dei gradi precedenti (motivo 3). La Corte ha quindi sanzionato questa impostazione processuale, condannando il ricorrente anche al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma che per accedere al giudizio di Cassazione non basta essere insoddisfatti della sentenza di condanna. È necessario formulare motivi di ricorso specifici, pertinenti e giuridicamente fondati, che attacchino la struttura logico-giuridica della decisione impugnata. La semplice riproposizione di argomenti già vagliati e respinti conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria, rendendo il ricorso inammissibile e la condanna definitiva.

Quando si applica il nuovo termine di 40 giorni per comparire nel giudizio di appello penale?
Il nuovo termine di quaranta giorni, introdotto dalla Riforma Cartabia, si applica solo alle impugnazioni proposte dopo il 30 giugno 2024, a seguito di una specifica proroga legislativa. Per le impugnazioni precedenti, resta valido il vecchio termine di venti giorni.

Perché un ricorso che ripete le stesse argomentazioni dell’appello viene dichiarato inammissibile?
Perché il ricorso per Cassazione deve contenere una critica specifica alla motivazione della sentenza di secondo grado, non una semplice riproposizione delle stesse difese. Se i motivi sono generici e non si confrontano con le ragioni della Corte d’Appello, il ricorso è considerato aspecifico e quindi inammissibile.

Quali elementi possono impedire l’applicazione della non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.)?
Secondo questa decisione, due elementi chiave possono impedire l’applicazione di tale beneficio: il valore significativo del danno causato alla vittima e la presenza di precedenti penali a carico dell’imputato, i quali escludono la ‘non abitualità’ del comportamento, un requisito essenziale richiesto dalla norma.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati