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Ricorso inammissibile: motivi aspecifici e condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per violazione del Codice della Strada. La decisione si fonda sulla genericità e aspecificità dei motivi presentati, che non criticavano puntualmente la sentenza d’appello. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Genericità Costa Cara

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultima fase del processo penale, un’opportunità per contestare la violazione della legge. Tuttavia, questo strumento richiede rigore e precisione. Un ricorso inammissibile, come quello analizzato nell’ordinanza n. 6654/2024 della Corte di Cassazione, non solo chiude definitivamente la porta a una revisione del caso, ma comporta anche conseguenze economiche significative per chi lo propone. Vediamo perché.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna al Ricorso in Cassazione

Il caso ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Vicenza per una violazione dell’articolo 116 del Codice della Strada, aggravata dalla recidiva nel biennio. La sentenza era stata integralmente confermata dalla Corte d’Appello di Venezia. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, ha proposto ricorso per cassazione tramite il proprio difensore, chiedendo l’annullamento della sentenza di secondo grado.

La Decisione della Corte: Analisi del Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte, con una decisione tanto sintetica quanto netta, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione non risiede nel merito della questione, che non è stato neppure esaminato, ma in un vizio procedurale fondamentale: l’aspecificità dei motivi di ricorso.

Il Principio dei Motivi Specifici

Secondo l’articolo 606, comma 3, del codice di procedura penale, i motivi di ricorso devono essere specifici. Questo significa che non è sufficiente lamentarsi genericamente della sentenza, ma è necessario indicare con precisione le critiche, sia di fatto che di diritto, mosse alla decisione impugnata. Il ricorso deve contenere un’argomentazione che si confronti direttamente con le motivazioni del giudice d’appello, evidenziandone le presunte falle logiche o giuridiche.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la propria decisione richiamando consolidati principi giurisprudenziali, tra cui la nota sentenza “Galtelli” delle Sezioni Unite (n. 8825/2016). Secondo questo orientamento, un atto di impugnazione è inammissibile quando è privo di una critica argomentata alla decisione che si contesta. Il ricorso in esame era stato giudicato proprio in questi termini: “privi della enunciazione e argomentazione dei rilievi critici”. In pratica, il difensore si era limitato a esporre delle lamentele generiche, senza costruire un vero e proprio dialogo critico con le ragioni esposte nella sentenza della Corte d’Appello di Venezia. Tale carenza rende l’atto d’impugnazione inutile e, per legge, inammissibile.

Le conclusioni

La declaratoria di inammissibilità ha avuto due conseguenze dirette e gravose per il ricorrente. In primo luogo, la sentenza di condanna è diventata definitiva. In secondo luogo, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La Corte ha specificato che non sussistevano ragioni per esonerarlo da tale pagamento, confermando che l’inammissibilità per colpa del ricorrente comporta quasi automaticamente questa sanzione pecuniaria. Questa ordinanza ribadisce un insegnamento cruciale: nel processo penale, la forma è sostanza. Un ricorso mal formulato non viene esaminato e produce effetti negativi per l’imputato.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano aspecifici, ovvero privi di una critica chiara e argomentata contro le ragioni di fatto e di diritto esposte nella sentenza della Corte d’Appello.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata a tremila euro.

Cosa significa che i motivi del ricorso erano aspecifici?
Significa che il ricorso non conteneva un’analisi critica e puntuale della sentenza impugnata. Invece di contestare specifici passaggi o argomentazioni del giudice d’appello, si limitava a lamentele generiche, rendendo l’atto non idoneo a essere esaminato nel merito dalla Corte di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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