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Ricorso inammissibile: motivazione illogica non basta

La Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per furto di energia e spaccio. Il motivo, basato su una presunta motivazione contraddittoria riguardo il periodo del lockdown, è stato ritenuto manifestamente infondato, portando a una condanna alle spese e a una sanzione.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quando la critica alla motivazione non è sufficiente

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ribadisce un principio fondamentale del processo penale: per contestare una sentenza non basta denunciare una generica illogicità o contraddittorietà, ma è necessario confrontarsi specificamente con il ragionamento del giudice. Un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta di una censura non pertinente, come nel caso di un imputato condannato per furto di energia e spaccio.

I Fatti del Processo

Il caso nasce dalla conferma, da parte della Corte d’Appello di Palermo, di una sentenza di primo grado che condannava un imputato per reati legati allo spaccio di stupefacenti (art. 73, comma 5, D.P.R. 309/90) e al furto aggravato di energia elettrica (artt. 624 e 625 c.p.). L’imputato aveva realizzato un complesso allaccio abusivo alla rete elettrica per alimentare la propria abitazione.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando un vizio di motivazione. In particolare, sosteneva che la Corte d’Appello fosse stata illogica e contraddittoria nel negargli un’attenuante (ex art. 62 n. 4 c.p.). La difesa argomentava che la Corte aveva escluso che il complesso allaccio abusivo potesse essere stato realizzato durante il periodo di lockdown, a causa delle restrizioni alla circolazione, per respingere la tesi di un prelievo di energia limitato nel tempo. Secondo il ricorrente, la Corte sarebbe caduta in contraddizione non applicando lo stesso ragionamento ad altri aspetti della vicenda.

La Decisione della Cassazione: un ricorso inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso totalmente inammissibile. I giudici hanno sottolineato come la censura dell’imputato fosse generica e non tenesse conto della completezza e coerenza della motivazione della Corte d’Appello. Quest’ultima aveva spiegato in modo chiaro e logico le ragioni della sua decisione.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La motivazione della Cassazione si fonda su un’analisi fattuale e logica. I giudici di appello avevano evidenziato la complessità dei lavori necessari per l’allaccio abusivo, che comprendevano collegamenti dall’esterno all’interno dell’abitazione, anche con passaggi sotto traccia. Era quindi evidente, secondo la Corte, che tali opere non avrebbero potuto essere realizzate durante il lockdown, un periodo in cui la libera circolazione delle persone era vietata. Di conseguenza, l’inizio dell’attività illecita doveva necessariamente risalire a un periodo precedente. La Cassazione ha concluso che non vi era alcuna contraddizione nel ragionamento dei giudici di merito e che la critica del ricorrente era del tutto decontestualizzata e non pertinente. Un ricorso che non si confronta puntualmente con le argomentazioni della sentenza impugnata è destinato a essere dichiarato inammissibile per manifesta infondatezza.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante spunto di riflessione sulle impugnazioni. Presentare un ricorso per cassazione richiede un’analisi critica rigorosa e specifica della sentenza contestata. Limitarsi a denunciare vizi generici, senza demolire punto per punto il percorso logico-giuridico del giudice, espone al rischio concreto di una declaratoria di inammissibilità. Tale esito non solo impedisce l’esame nel merito della questione, ma comporta anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie con l’irrogazione di una multa di 3.000 euro.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Risposta: Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché le censure mosse alla sentenza erano manifestamente infondate e non si confrontavano in modo puntuale e pertinente con le argomentazioni logiche e complete del giudice d’appello.

Qual era l’argomento principale del ricorrente riguardo al furto di energia?
Risposta: Il ricorrente sosteneva che la motivazione della corte fosse contraddittoria. A suo dire, la corte avrebbe escluso che l’allaccio abusivo potesse essere avvenuto durante il lockdown per negare un’attenuante, ma non avrebbe considerato lo stesso periodo per altri aspetti.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Risposta: La declaratoria di inammissibilità comporta, per legge, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, in questo caso fissata a 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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